"As a rose petal"

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BRAD
<Tu non farci caso.
Se ti dovessi svegliare stanotte con le mani tremanti e il cuore che batte vivamente,
con la luce spenta e la porta chiusa, e se dovessi sentire il mio odore di alcol e se non riuscissi per caso a salvare la vita ai fiori che ti ho regalato in questi giorni, tu non farci caso
baciami le labbra pulsanti solo per te,
come fosse un cuore da calmare,
fammi respirare nella camera d'aria delle tue dita e sorridimi mentre dormo accanto a te su questa sedia.> dissi alla mia Kess stesa sul letto e con i miei occhi che si chiudevano a causa del sonno e dell'alcol.
Le accarezzai il braccio e spalancai gli occhi quando esso si riempì di brividi.
Si stava svegliando?
<Sunrise?> dissi con un sussurro e le baciai la mano.
Infine strinsi quest'ultima tra la mia e notai che il suo indice si mosse.
Stava dando segni di risveglio o era la mia allucinazione?
<Kess? Mi senti? Kess?!> dissi a tono più alto.
Vidi la sua bocca muoversi e fuoriuscì un sussurro.
<Sunrise?> dissi prendendo la sua mano nella mia.
Lei spostò la sua mano alzandola e in quell'istante la luce della camera si accese.
<Signor Entan le avevo detto che era proibito venire qui!> disse il dottore pelato.
<Si è mossa!> dissi alzandomi in piedi.
Il dottore mi guardò con un sopracciglio alzato e poi si avvicinò a Kess.
Prese qualcosa dal suo grembiule e le aprì un occhio.
Gli mise una luce dentro l'occhio e si abbassò gli occhiali per vedere meglio.
<Ha ragione, si sta svegliando...> disse e persi un battito dalla felicità.
<Ora esca!> disse con uno sbuffo.
Feci così ed attesi impaziente fuori.
Chiamai Wendy e le dissi che Kess si stava svegliando, lei avrebbe avvisato gli altri.
Passarono ben due ore ed intanto erano arrivati tutti: Wendy, Kevin, Gwen, Wolly, Dann, Tiffany e Josh.
Eravamo tutti in silenzio ad aspettare una notizia.
Ma quella dannata porta non si apriva.
Picchiettavo ripetutamente il piede a terra per via dell'ansia, ricevendo solo occhiate da parte di Josh, poiché il rumore lo infastidiva.
La porta finalmente si spalancò e fuoriuscì il dottore.
<Si è svegliata! Però dobbiamo farla riposare...> disse sollevato e sollevando anche il mio morale.
Tutti parvero rilassarsi.
Questi erano stati gli undici giorni più duri della mia vita, avevo temuto davvero di perdere anche lei.
<Posso entrare?!> chiesi alzandomi.
<Scusi ma cosa della frase 'deve riposare' non ha capito?!> chiese e tutti scoppiarono a ridere.
Alzai gli occhi al cielo e mi risedetti.
<Per quanto dovrò aspettare?!>
<Quattro ore...>
<Quattro cosa?!> gridai.
<Quattro ore, e non voglio vedere nessuno dentro quella stanza, prima di queste quattro ore! Intesi?!> chiese abbassandosi gli occhiali e guardandomi fisso negli occhi.
Annuii con uno sbuffo.
Stupido dottore pelato.
Spostai lo sguardo alla mia destra e vidi che Dann mi fissava.
<Beh! Che vuoi?!> borbottai.
<La ami davvero?> chiese lui con sguardo comprensivo.
<Sì, altrimenti non sarei qui... no?>
<Tu non la ami, la vuoi solo possedere perché sai che molti ragazzi la vorrebbero...> disse lui.
<Tu sei matto!> gridai e mi alzai per cambiare posto.
Mi sedetti e chiusi gli occhi addormentandomi.

Correvo in un prato pieno di rose, ma una di esse occupò la mia attenzione. Questa rosa era diversa, di aspetto era uguale alle altre ma molto più bella, però aveva qualcosa che catturava i miei occhi.
Sentivo un'energia strana vicino a questa rosa, un legame strano...
Lei era diversa perché fu davvero in un attimo che toccandola mi fece rabbrividire.

<Brad! Svegliati, adesso puoi entrare!> disse Wendy scuotendomi.
Mi strofinai un occhio.
<Non è già entrato qualcuno, vero?> chiesi poiché volevo essere il primo a vederla e il primo che lei potesse vedere.
<No, ma se non ti muovi non sarai tu il primo...> disse lei.
Annuii e il dottore mi disse di parlare a voce non troppo alta e di non farle troppe domande.
Annuii non capendo il perché, mi alzai ed entrai nella stanza.
Chiusi la porta alle mie spalle con massima cautela.
Kess era stesa sul lettino e quando sentì i passi si alzò di scatto: <Fai il dottore?> chiese sorprendendomi.
<Beh, ti svegli dal coma e già fai battute di umorismo, direi che va bene...> dissi ridendo ma lei era seria.
<Fa ridere la domanda: "fai il dottore" ?> chiese facendo segno delle virgolette con le dita.
<Sunrise ho capito che vuoi prendere le distanze da me, ma no... io non ci riesco quindi possiamo parlare senza accuse..> dissi sospirando poiché non volevo affatto litigare con lei.
Corrucciò la fronte e arricciò il naso:
<Sunrise?! Chi è Sunrise? Io sono Kess... mi sa che hai sbagliato camera del paziente...> disse facendo spallucce.
Scherzava? Aveva voglia di ironizzare? Giusto?!
<Kess? Sai chi sono io vero?> chiesi in preda al panico.
Lei annuii ed io mi rassicurai.
<Sì, beh, dovresti essere un dottore che non dovrebbe essere qui, no?> chiese giocherellando con il lenzuolo bianco.
No. Non ci credo, ditemi che non è vero.
<Tu...non ti ricordi di me?> chiesi con un sussurro e sentendo le lacrime accumularsi.
<Dovrei?> chiese lei facendo nuovamente spallucce.
Non si ricordava di tutto ciò che avevamo passato: dei litigi, l'amore, i pianti e le risate.
Non si ricorda di me, colui che le ha stravolto la vita, ma che la ama da impazzire!
No. Non si ricorda... ed io mi sento morire.
Com farò adesso?!
Lei è il mio tutto e adesso io sono il suo niente.
<Non ti ricordi di me e te? Non ti ricordi di tutto ciò che abbiamo passato insieme? Non ti ricordi proprio nulla?!> sibilai.
<No! Nulla. Mi dispiace... adesso puoi dirmi chi sei? Non capisco!> borbottò.
<e poi cosa ci faccio qui? Ero appena salita sull'aereo per Hollywood... e ora?! Oddio... no, non dirmi che l'aereo si è schiantato! Wendy come sta? Cosa ci faccio qui?! E tu chi diavolo sei?> continuò.
Vederla così confusa e insicura mi deprimeva.
Era rimasta al punto in cui lei si stava trasferendo ad Hollywood quando era ormai qui da quasi due anni.
<Io sono Brad, il tuo.... per prima di tutto sono il tuo migliore amico, e una specie di tuo ragazzo... e Wendy sta bene, e no... nessun aereo si è schiantato, tu sei qui ad Hollywood da ormai due anni!> spiegai con calma.
Lei scoppiò a ridere: <Dai dottore non faccia lo spiritoso! C'è una telecamera, vero?! Mi avete fatto uno scherzo e c'è una telecamera da qualche parte! Dio, non mi era mai successo! Dov'è la telecamera... così saluto!> disse sorridendo e scuotendo in aria la mano in segno di saluto.
Merda.
<Mi sto chiedendo la stessa cosa anche io...> dissi cercando la telecamera con lei.
Ma no, era tutto fottutamente vero.
<E poi dai! Lo sanno tutti che non avrei voluto più relazioni dopo Wet!> disse scuotendo il dito.
Cosa?!
<Okay... ascoltami: tu sei andata in coma poiché hai preso dei sonniferi in abbondanza; in realtà troppi e sei finita così in questo letto per ben undici giorni... ed io ti sono stato sempre accanto ed inoltre sono il tuo ragazzo. Tu vivi ad Hollywood da quasi due anni nel mio appartamento e ora poiché hai perso la memoria non ti ricordi un cazzo!> borbottai.
<Sei scorbutico per essere il mio ragazzo...> disse lei.
<Scusami, ma penso che questi siano stati gli anni più belli della mia vita, perché ci sei stata tu, e detesto il fatto che tu non ti ricorda niente...> dissi prendendole la mano.
Lei arrossì: <ritiro la parola "scorbutico"> disse ma d'un tratto si rabbuiò.
<Hey... va tutto bene?> chiesi.
Alzò lo sguardo nel mio e solo ora mi resi conto di quanto mi riempivano i suoi occhi verdi.
<Non mi ricordo nulla, mi dispiace...> disse con occhi lucidi.
Almeno aveva capito che non era uno Show Televisivo con telecamere nascoste.
Il suo voltò si rigò di lacrime e mi saltò addosso piangendo e mettendo la sua testa nell'incavo del mio collo.
Sospirai poiché mi era mancata troppo.
<Va tutto bene..> dissi accarezzandole la schiena.
Lei mi guardò e tirò su col naso.
<Puoi...... tu puoi far venire Wendy? poiché è l'unica con cui mi ricordo di aver vissuto..> chiese tra i singhiozzi.
Quelle parole mi ferirono un po' ma dovevo accontentare la mia piccola...
scese dalle mie gambe ed arrossì di nuovo.
Mi alzai e lei mi squadrò da testa a piedi per poi mordersi il labbro.
Lo stesso feci io nello stesso istante.
Volevo baciarla cazzo! Sentire le sue labbra, sentirla mia, sentirla con me!
Ma mi limitai ad accarezzarle la guancia, a spostarle una ciocca dei suoi morbidi capelli nocciola dietro l'orecchio e a baciarle la guancia fresca rigata dalle lacrime...
<A dopo...> dissi e lei sorrise falsamente non sapendo che fare.
Uscii dalla stanza e sentii in qualche modo il mio cuore spezzarsi.

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