<Se ti fai dare lo slancio ti risulterà più facile, ti tengo io...> disse Brad incitandomi a scavalcare il cancello della scuola.
Avevamo superato le telecamere dell'istituto mettendoci i cappucci delle felpe e le mani sul viso, sapevamo che non era tanto utile, ma Brad mi aveva assicurato che nessuno ci avrebbe visto. Insomma... la mia 'non' espulsione era in mano alla fiducia che avevo avuto nei confronti di Brad.
<No, certo che no! Se cadessi andrei di nuovo in coma, e grazie ma la terza volta, la passo!> dissi ridendo ma lui parve irrigidirsi alle mie parole.
Sospirò e poi cambiò argomento: <Vuoi divertirti? Vuoi sentire l'effetto della libertà? Sentirti veramente libera? So che lo vuoi, so perché ti sei allontanata da noi, ti sentivi chiusa, senza aria nuova da respirare. Se tu vuoi assaggiare un po' di quel vento che ti accompagna, ma non quello tradizionale, non quello di tutti i giorni, ma quel vento che solo alcuni sono capaci di raggiungere, quel vento dell'arbitrio, che ti concede l'essere libero nell'agire e nello scegliere e se tu vuoi rompere il vetro che ti tiene chiusa nella tua ampolla... il primo passo è scavalcare quel cancello, vedrai, ti piacerà!> disse guardandomi intensamente negli occhi.
Era limpido il modo in cui capiva i miei pensieri, i miei sguardi, le mie mosse, eravamo legati da qualcosa di più grande di noi, qualcosa di speciale.
Sorrisi ormai convita dalle sue parole: <Mantienimi stretta!> dissi arricciando il naso e lui sorrise; sorrise di gioia per il mio entusiasmo, stupore che avessi accettato e pazzia perché era elettrizzato a farmi provare nuove emozioni, emozioni che tra l'altro avevo sempre cercato, ma mai avuto il piacere di conoscerle a fondo.
Presi un respiro profondo e Brad si piegò, mettendo le braccia stese in avanti e i palmi aperti.
<Sali sulle mie mani...> disse accennando col capo i miei piedi.
<Non ti farò male?> chiesi mordendomi il labbro.
Lui scosse la testa e mi incitò di nuovo a salire con i piedi sulle sue mani.
Così feci e potei vedere i muscoli delle sue braccia contrarsi e fare resistenza.
La vena sulla sua tempia sembrava poter guizzare fuori da un momento all'altro.
<Poggia un piede lì e aggrappati alle sbarre di ferro verticali.> disse con voce strozzata dato lo sforzo.
Veloce seguii i suoi consigli e mi aggrappai al cancello.
Guardai in basso ed ero abbastanza in alto.
Brad mi lasciò e prese un respiro profondo.
<Adesso cosa faccio?> chiesi deglutendo e tenendo stretta la presa sul ferro freddo e grigio.
<Sali man mano, mantenendoti sempre stretta al cancello. Quando sei arrivata al culmine delle sbarre verticali, ci sono delle punte acuminate a forma di lancia, tu scavalcale con più cautela, non ti agitare; quando sei arrivata lì, girati e scendi facendo lo stesso percorso dall'altro lato...> disse sospirando e venendo sotto di me.
<Brad... e se mi infilzo?> chiesi guardando le grosse punte aguzze sopra di me.
Lui rise: <Sbrigati.> disse e io così feci.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dall'adrenalina.
Quando li riaprii, cominciai a salire il cancello, arrivata alle punte aguzze, sospirai e sentii il vento della notte accarezzarmi.
In quel sospiro ebbi un pizzico della mia libertà.
Piano scavalcai il ferro appuntito e con un sorriso trionfante sul volto, scesi lentamente dall'altro lato del cancello per poi atterrare sull'asfalto con un piccolo salto.
Quando i miei piedi furono a terra esultai, ottenendo una risata di Brad in sottofondo.
L'adrenalina ormai era in me, e non mi vergognavo a dimostrarlo, anche per una cosa così da poco. Con Brad non mi vergognavo mai.
Lui fece lo stesso e quando fu dall'altro lato vicino a me, mi sorrise con un ghigno.
<Kess?> mi chiamò
<Si?> dissi ormai perdendomi nei suoi occhi.
<Hai davvero un bel culo, sopratutto se visto dal basso!> disse ridendo come un matto.
Gli suonai un pugno sul braccio che lo fece solo ridere di più. Alla sua risata si aggiunse la mia: <Sei davvero un depravato!> dissi scherzosa.
Le nostre risate furono interrotte dalla suoneria di Brad.
Lui guardò lo schermo, poi me, e infine sbuffò.
Portò il telefono all'orecchio:
<Hei!> disse.
Ero tanto curiosa di sapere chi lo stesse chiamando così tardi, nel pieno della notte.
Non riuscii a sentire la voce che proveniva da dietro la cornetta perciò mi accontentai delle frasi sconnesse di Brad:
<Sono con degli amici...> parlò.
<No, non con Kevin!> disse poi sbuffando.
<Non ti importa con chi! E sbuffo perché mi sembra un interrogatorio!>
<No. Non ce l'ho con te.>
<Okay ciao.> terminò.
La conversazione finì e riportò la sua attenzione su di me.
<Chi era?> chiesi curiosa.
Lui esitò prima di rispondere, come se stesse decidendo se dirmi una bugia o la verità.
<Alissa.> disse poi, guardando a terra.
Mi uscì solo un: <Oh...> dopodiché calò il silenzio.
Uno di quei silenzi, non di imbarazzo, ma di confusione.
Io e Brad stavamo quasi insieme, ma lui attualmente era fidanzato per finta con Alissa.
Eravamo scopamici? No, eravamo qualcosa di più, tra noi c'era amore, questo era sicuro, una specie di amore proibito, o un amore a cui bisognava dare qualche certezza per confermarlo, quindi io e Brad eravamo in cerca di conferme.
Subito il panico mi assalì facendo i conti con ciò che era l'evidenza: <Oddio, ma io sono la "troia" della situazione! Sono la tua amante, tu tradisci Alissa con me... oddio ma è orribile!> borbottai mettendomi una mano sulla bocca.
<Cosa? No! Assolutamente no Kess, come puoi pensare una cosa del genere? Non sei la mia amante e tantomeno una "troia", anzi, sei la ragazza che io amo, Alissa è solo una virgola in più nella nostra storia, una virgola che si può omettere, tra poco... non pensare nulla del genere, ti prego.> disse avvicinandosi e prendendo il mio volto tra il suo palmo caldo, con gli occhi che mi mandavano comprensione e pazienza, amore e ansia, sicurezza e fragilità.
Abbassai il capo e mi misi le mani sul viso corrucciato.
<Detesto questa situazione! Detesto non dover capire nulla e accettarne le conseguenze! Detesto me, per non riuscire a toglierti dalla testa, per non poterti guardare senza che gli allarmi nel mio cuore vadano in allerta! Detesto te, perché sei.... perché sei così, perché sei tu. Ti odio Brad perché mi fai questo dannato effetto che mi piace così tanto, da desiderarne altro!> ammisi a me, a lui e al vento. Sospirando e poi guardandolo negli occhi.
Lui mi scrutò attentamente la bocca come se ne fosse attratto, poi passò al mio sguardo.
<No, tu non mi detesti e tantomeno mi odi. Tu mi ami.> disse sospirando nel buio della notte.
<Io ti odio.> sibilai.
<No, tu mi ami.> parlò lui sicuro, troppo sicuro, tanto da farmi perdere un battito per come fosse facile leggermi la verità negli occhi.
<Già... io ti amo.> ammisi sospirando come se dovesse essere il mio ultimo respiro.
Lui sorrise.
Posò le sue labbra sulle mie, unendoci in un bacio di passione e desiderio. Un bacio caldo delle nostre emozioni, e freddo delle nostre preoccupazioni. Un bacio pieno. Un bacio nostro.
<Adesso godiamoci la notte che abbiamo in serbo solo per noi.> borbottò guardandosi attorno.
Mi prese la mano e mi condusse verso le strade spoglie e silenziose.
Lo seguii curiosa e felice di essere con lui.
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Lei 2
Randomdisse Kess ormai per la millesima volta in preda alle lacrime. sussurrava ogni volta prima di andare a dormire, sperando che in qualche modo Brad potesse sentirla. questo che si ripeterà sempre Kess per andare avanti anche senza di lui. Sembrav...