BRAD
Fanculo la lezione, fanculo spagnolo, fanculo il posto!
Ne avevo le palle piene.
Saltai la lezione di spagnolo in cui anche Kess avrebbe partecipato. Forse ne sarebbe rimasta delusa, ma alla fine faceva lo stesso, dato che io per lei ero e sarò soltanto un assieme di scarabocchi; almeno valeva la pena esserlo per davvero.
Sbuffai e mi incamminai verso l'uscita della scuola quando incontrai Gwen e Dann.
Cercai di ignorarli poiché non avevo voglia di parlare con loro, volevo solo andare a casa, ormai non più casa senza Kess, e rompere tutto ciò che c'era lì dentro.
Ma Gwen mi chiamò.
<Hei amico!> disse avvicinandosi e dandomi una pacca sulla spalla.
<Levati.> dissi superandolo con uno spintone.
<Toc toc?> disse lui improvvisamente e mi voltai corrucciato.
Questo ragazzo mi sorprendeva spesso a farmi pensare che avesse davvero qualche grave problema.
<Cosa?> chiesi.
<Toc toc? Devi rispondere "chi è?"> disse.
Alzai gli occhi al cielo.
<Cosa cazzo vuoi?> biascicai.
<Prenderò questa domanda come un "chi è?"> disse sbuffando come un bambino che aveva appena perso al videogioco.
<Fai come cavolo ti pare!> dissi.
<E comunque sono io! Quel tuo amico! Ti ricordi di lui? Aspetta ma non lo vedi da giorni, anzi, non vedi tutti i tuoi amici da giorni!> disse sbuffando di nuovo.
Mi avvicinai a lui minacciosamente e gli puntai un dito contro: <Ryan è tornato in città, non posso lasciare Kess a via libera, scusate tanto se io voglio ancora proteggerla, mentre voi cazzoni le state alla larga come bambini offesi>
obiettai.
<Ah si? E adesso dove stai andando?> chiese, improvvisamente Dann.
<Via da qui! Perciò datevi voi da fare e controllate che Kess stia bene, se non volete perderla per sempre!> minacciai.
<Brad, guarda che qui c'entriamo tutti! Lo sappiamo che dobbiamo proteggerla, ma lei deve sapere a cosa va incontro! Dobbiamo dirglielo!> disse il rosso.
<Cosa? No! Lei non verrà a sapere nulla! Tieni chiusa quella cazzo di bocca o te la rompo con le mie nocche!>
<Hei, rimani calmo Rocky Balboa!> mi fermò Gwen sempre ironico.
Se fossimo stati in un'altra circostanza avrei riso, ma adesso l'aria era tesa.
Sospirai e scossi la testa davanti a questi due imbecilli, dopodiché me ne andai.
Tornai a casa e appena entrai vidi Alissa intenta a fumare.
Se fosse stata Kess, lì su quel bancone con una sigaretta in mano, gliel'avrei strappata via e gettata giù dal balcone, ma quella non era Kess e quindi la lasciai fare, dato che non mi importava niente di lei.
<Amore!> disse quest'ultima venendomi in contro e baciandomi sulle labbra.
Le feci un finto sorriso e mi incamminai verso il bagno.
<Dove vai?> chiese.
<A pisciare! Vuoi accompagnarmi?> dissi con un falso ghigno sul viso.
La mia era tutta una recita, Alissa mi serviva e doveva credere che tra noi ci fosse qualcosa ma solo a pensarci mi veniva da ridere.
<Passo!> disse indicando la sigaretta che doveva finire di fumare.
Annuii e mi chiusi in bagno contento che avesse detto di no.
Aprii l'acqua del lavandino e mi sciacquai il viso. Eseguii dei movimenti forti e liberatori con le mani sulla mia faccia, in modo da allontanare tutta la rabbia e il viso di Kess dal mio pensiero. Ma lei c'era sempre e questa cosa mi innervosiva, ma allo stesso tempo amavo pensarla costantemente.
Continuai a bagnarmi il viso e una vibrazione mi distrasse.
Chiusi il rubinetto e mi asciugai con la mia maglia.
Presi il telefono dalla mia tasca della tuta ma non era il mio a vibrare.
L'incessante rumore non finiva e vidi qualcosa illuminarsi sulla piccola mensola nascosta dietro la porta.
Osservai cosa ci fosse e notai i vestiti di Kess che avrei dovuto restituirgli.
Non sapevo ci fosse anche il telefono.
Il numero che continuava ad apparire sullo schermo non era segnato e con uno sbuffo risposi curioso di chi la stesse chiamando.
Prima che potessi dire un "pronto" la voce da dietro lo schermo sorpassò la mia.
<Hei Kess! Sono Kol, penso tu abbia capito chi. Beh, tuo fratello mi ha dato il tuo numero e volevo chiederti se casomai ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa dopo scuola! Per te va bene?> chiese balbettando un po'.
Scoppiai a ridere da dietro il telefono.
<Hei Kol, sono Brad, penso tu abbia capito chi.> lo scimmiottai imitando la sua voce tremolante.
<Brad? Cosa fai con il telefono di Kess?> chiese lui scettico.
<Non l'hai ancora capito che siamo fidanzati?> dissi sapendo che non era vero e alzando il tono di voce che allo stesso tempo si fece più duro.
<Josh mi ha detto che la tua era solo una scenata di gelosia, perciò.....> disse ma lo bloccai: <Senti pecorella sperduta, cercati qualche altra ragazza da stalkerare, Kess adesso è qui con me, Josh ti ha detto una cazzata e stai alla larga da lei!> borbottai.
Ci furono dei minuti di silenzio da dietro il telefono: <Davvero è lì con te?> chiese.
<Si.> obiettai e subito dopo lui rise.
Cosa cazzo mi ride?!
Poi parlò: <Peccato che adesso lei è proprio davanti a me, è appena uscita dalla classe, sembra un po'.... triste, chissà, forse è per colpa tua? E probabilmente io riuscirò a consolarla e forse anche ad uscire con lei!> disse e spalancai gli occhi.
Le vene mi pulsavano di rabbia.
<Hei Kess!> disse lui dall'altro capo del telefono.
Dopo poco sentii la sua voce in lontananza, la sua bellissima voce: <Ciao Ken! Uhm... Kol scusa...> disse.
<Forse le dispiacerà sapere che hai di nuovo fatto un'altra scenata di gelosia!> disse Kol dopodiché attaccò.
Ma se nemmeno sa il tuo nome?! Stronzo!
Diedi un pugno al lavandino e subito le nocche mi formicolarono e un grosso taglio si fece largo sulla mia mano.
Quel ragazzo era più sveglio di quanto pensassi.
Adesso potevo immaginare la faccia di Kess, delusa per la mia assenza, e confusa per il comportamento da coglione che avevo avuto, tale che ero!
Dovevo raggiungerla.
Presi i suoi vestiti e qualcosa cadde dalla tasca dei suoi pantaloni.
Lo raccolsi ed era qualcosa di piccolo e sottile, non riuscii ad identificarlo poiché era chiuso da una carta.... regalo, con un piccolo biglietto:
"Per Brad: Buon compleanno, da Kess! :)
PS: con quell'altro biglietto potrai portarci chi vuoi!"
Scartai il piccolo regalo e notai i due biglietti per il cinema di Fast and Furious 8.
Lei sapeva che ne andavo matto, e mi sentii tremendamente in colpa per quella sera al mio compleanno, mi aveva visto mentre scopavo con Alissa e non le ero nemmeno corso dietro.
Doveva essere distrutta anche se lo aveva nascosto bene, ma io la conoscevo meglio di chiunque altro, e se aveva sofferto io ero disposto a cambiare il mio nome all'anagrafe con: "Stronzo".
Un senso di colpa improvviso mi assalì.
Facevo soffrire Kess sempre, nonostante lei non se lo meritasse affatto.
Forse per questo voleva allontanarsi da noi, o meglio... da me.
Io ero il primo a volerla salvare ma anche a farla soffrire.

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Lei 2
Randomdisse Kess ormai per la millesima volta in preda alle lacrime. sussurrava ogni volta prima di andare a dormire, sperando che in qualche modo Brad potesse sentirla. questo che si ripeterà sempre Kess per andare avanti anche senza di lui. Sembrav...