Ti aspetto

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<Dovete subito spiegarmi tutto!> gridai entrando in casa.
Ero nel panico.
Stava succedendo qualcosa ma non sapevo cosa.
Wendy e Tiffany mi raggiunsero sul ciglio della porta.
<Spiegatemi cosa cazzo sta succedendo! O giuro che io non vi rivolgerò mai più la parola, né a voi né a Brad!> biascicai come una pazza.
<Kess calmati.> disse Wendy venendomi incontro.
<Non dirmi di calmarmi, non dirmi niente... devi aprire bocca solo per spiegarmi tutto.> dissi seria come non mai.
<Magari adesso riposati e te ne parlerò dopo...> farfugliò Wendy.
<Voglio sapere tutto adesso e non voglio più ripeterlo o altrimenti uscirò da questa porta e voi non avrete più nessuna traccia di me.> dissi trattenendo le lacrime.
Rimasero zitte.
<Okay... fate come volete.> parlai per poi aprire la porta ma velocemente Wendy mi superò richiudendola.
<C'entra Wet.> disse velocemente.
Un brivido mi percorse lungo la schiena.
Era impossibile. Stava mentendo lo avevo capito.
<Bella bugia, Wet è in carcere per mano mia. Non c'entra lui in questa storia. Tu menti! Ditemi la verità cazzo!> gridai.
<Kess non ti agitare, non ti ho detto nessuna bugia... Wet è fuggito di prigione e sta cercando in tutti i modi di arrivare a te, ma Brad non glielo permette! Quando Brad è assente, è via per dare la caccia a Wet, sta facendo tutto per te...> borbottò.
<Smettetela di prendermi in giro!> gridai.
Cominciai a piangere e a sfogare tutta la rabbia che avevo accumulato in questo tempo.
Tutto il dolore e la delusione, la paura e l'ansia.
Mi coprii il volto con le mani, ancora non ci credevo che c'entrasse Wet, o non ci volevo credere. Era meglio così.
Le mani mi tremavano come il mio labbro inferiore.
Wendy mi abbracciò ma me la scrollai di dosso.
Adesso non avevo voglia di abbracciarla, adesso volevo stare da sola, avevo bisogno di aria aperta poiché in queste mura cominciavo a sentirmi soffocare.
Senza dire una parola uscì di casa chiudendo la porta alle mie spalle.
Ormai era buio e in cielo c'erano grigi nuvoloni neri infatti dopo nemmeno un minuto cominciò a piovere.
Meglio... la pioggia mi avrebbe pulito.
Cominciai a camminare e sentivo solo i miei passi poiché tutti erano chiusi in casa al caldo a vedere qualche programma TV gustando una bella pizza.
Ma io no... la mia vita era piena di problemi, dalla mia infanzia ad ora.
Non avevo mai avuto un momento felice in famiglia, un semplice momento in cui chiacchierare amabilmente.
Ecco che i miei occhi si appannarono e altre lacrime fecero compagnia alla pioggia che scorreva lentamente sulle mie guance.
Cominciavo ad avere freddo.
Avevo i capelli tutti bagnati e anche i vestiti cominciavano ad inumidirsi ma dovevo passeggiare per schiarirmi le idee.
Feci un respiro profondo. Per la strada bagnata non passavano auto, solo un lampione illuminava la zona.
Mi si fermò il cuore quando vidi qualcuno.
Doveva essere solo un viandante ma quest'ultimo cominciò a correre verso di me.
Vedevo solo una sagoma nera venirmi incontro.
Ecco che il panico mi penetrò.
Cominciai ad indietreggiare lentamente.
E quando finalmente vidi il volto di quell'uomo mi voltai e corsi più che potevo.
<No! Dio no!> gridai correndo.
<Aiutatemi! Vi prego ho bisogno di aiuto!>
Non c'era nessuno che mi sentisse.
Ma più in là c'era una locanda.
Corsi più veloce ma sentivo i passi non tanto lontani.
Mi voltai per vedere dove fosse Wet e mi stava raggiungendo. Aveva un beffardo sorriso sul volto come se ce l'avesse fatta.
Stetti per scivolare in avanti ma qualcuno mi prese per i capelli non facendomi cadere.
Alzai la testa era Ryan.
Ecco che vidi una speranza.
<Ryan ti prego, aiutami! Quell'uomo mi sta seguendo, portami via, ti supplico!> dissi alzandomi, con il corpo che tremava.
Ero un accumulo di nervi e spasmi.
Lui scoppiò a ridere.
Mi prese i polsi in una densa presa e cacciò dalla tasca una corda.
<Cosa? No, Ryan... ti prego no...> dissi cacciando ormai solo lacrime e stridendo la voce.
Lui fece finta di non sentirmi.
Legò i miei polsi con la corda in un nodo strettissimo che mi faceva male.
<Zitta.> disse spingendomi.
Ed ecco che fui avvolta dalle sue braccia.
Wet mi strinse e rideva. Rideva al vento, rideva alla pioggia, rideva al destino che lui: Wet Wolms aveva sconfitto.
<Kess, da quanto tempo!> disse.
Non alzai lo sguardo, non volevo incontrare i suoi occhi.
Rimasi zitta.
<Non mi saluti?> disse spostandomi una ciocca di capelli bagnati dalla pioggia.
In quell'istante alzò una mano e mi diede uno schiaffo sulla guancia che cominciò subito a formicolare.
<Non mi saluti?! Non saluti il tuo fidanzato che hai mandato in carcere?! Pensavo mi conoscessi, pensavo che sapessi che io ottengo sempre ciò che voglio e che non sarà una puttana a mandarmi dietro le sbarre! Credevi di esserti liberata di me?! Vero?> gridò.
Non risposi, piangevo solo.
<Senti è meglio se quando ti faccio una domanda mi rispondi.> disse prendendo violentemente il mio collo e stringendolo.
Annuii velocemente e lui mollò la presa.
<È vero...> sibilai.
Lui rise.
<Bene... adesso va meglio. Ma ho voglia di giocare. Vediamo se hai capito come funziona.> biascicò.
Tirai su col naso.
<Uhm... vediamo. Ho varie idee. Ma ce n'è una che continua a insistere nella mia mente.> farfugliò.
<Lasciami in pace...> sibilai.
<Proprio adesso che arriva il bello? Non penso proprio.> disse fiero di se.
Abbassai il capo.
Lui mi venne vicino e sciolse la corda che stringeva i miei polsi.
<Spogliati.> parlò d'un tratto
<Cosa?> chiesi.
<Spogliati.> disse di nuovo.
Mi guardai attorno. Guardai Ryan che aveva la testa bassa.
<Veloce.> disse e in quell'istante sentii Ryan muoversi dietro di me e poi qualcosa premere sulla mia tempia.
Avevo una pistola puntata alla testa.
Sussultai.
Cominciai a tremare di più.
Sapevo che se non l'avessi fatto mi avrebbe fatto qualcosa di brutto.
Perciò cominciai a sbottonarmi i pantaloni.
Li lasciai cadere sul marciapiede bagnato.
Strinsi le gambe.
<La maglia.> disse indicandola.
Tremavo tutta e dalla mia bocca uscivano solo singhiozzi.
Presi il bordo della maglietta e la sfilai, gettandola per terra.
Rimasi in intimo.
Strinsi le braccia al petto. Morivo di freddo.
<Continua a spogliarti.> disse deciso.
<Ma...> borbottai e lui mi interruppe: <Ho detto continua a spogliarti... o vuoi che lo faccia io?> biascicò e subito scossi la testa.
Non volevo manco che le sue schifose mani mi sfiorassero.
Misi la mano sul bordo delle mie mutandine e strinsi gli occhi.
Dovevo concentrarmi sui rumori, si sentivano solo le gocce di pioggia battere sulla strada, gli uccelli che cinguettavano ripetutamente e incessanti sirene della polizia.
<Ferma.> disse Wet.
Aprii gli occhi. Era agitato.
Fissava un punto al nostro lato.
Mi voltai piano, c'era un signore di circa cinquanta anni che fissava la scena bianco in volto e con il telefono in mano.
<Hai chiamato tu la polizia?> chiese Wet gridando.
<No... lo giuro, non sono stato io.> disse alzando le mani.
<Butta quel telefono a terra.> borbottò Wet.
Lui così fece.
<Sparagli.> disse Wet a Ryan.
Lui lo guardò confuso: <Cosa? Wet non dire cazzate.> disse lui e ne fui sollevata.
<Sparagli.> ripeté.
<No, vi prego, ho una famiglia... vi darò dei soldi. Vi darò tutto quello che ho. Lasciatemi andare vi prego.> sibilò il povero signore.
Altre lacrime cominciarono a rigarmi il viso.
Wet sbuffò e strappò la pistola da mano a Ryan.
<No! Non fargli del male, è innocente!> gridai,
ma in un millisecondo il suo dito fece pressione sul grilletto e il proiettile finì dritto nella fronte del signore che in un tonfo cadde a terra.
Urlai di disperazione e dolore.
Mi inginocchiai per terra guardando il signore.
Ormai le lacrime scendevano come se fosse abitudine.
Misi una mano davanti alla bocca poiché non trovavo il respiro, non trovavo le parole per questo inferno.
La pozzanghera generata dalla pioggia divenne rossa. Il mio cuore era assente. Non batteva più.
<Cazzo alzati!> gridò puntandomi la pistola in faccia e alzandomi barcollai indietro dallo spavento.
<È tutta colpa tua! Mi hai rovinato la vita! Continuo a scappare e a nascondermi per colpa tua! Perché il tuo fottuto ragazzo mi sta alle calcagna! Ho rischiato la vita per venirti a prendere e adesso tu sei mia! Non azzardarti a cercare di fuggire o ucciderò prima te e poi Brad! Cazzo! Cazzo! Cazzo!> disse sfregandosi violentemente il viso con le mani.
Avanzò verso di me e mi strinse il collo in una forte presa: <Dovrei ucciderti a farla finita! Ma adesso voglio farti passare tutto quello che ho passato io!> gridò.
Non respiravo più, lui continuava a stringere la presa.
Cercai di togliere la sua mano dal mio collo ma era impossibile.
Mi scuotevo per liberarmi ma più lo facevo più lui aumentava la stretta.
<Wet!> gridò Ryan.
<Wet dobbiamo andare!> disse e lui mi lasciò.
Presi un forte respiro. Avevo creduto che sarebbe finita male.
Cominciai a tossire e mi piegai in due.
Le sirene della polizia si facevano più evidenti.
Tremavo tutta.
Un'auto nera aveva parcheggiato davanti a noi:
Wet mi prese per il polso e mi trascinò verso di essa.
Quando ormai eravamo vicino l'auto notai che i miei vestiti erano rimasti sul marciapiede e tra di loro c'era una luce. Il mio telefono stava squillando ma ero troppo lontana per avventarmi su di esso e rispondere.
Se solo fosse squillato due minuti prima.
Wet entrò nella macchina e nel momento che Ryan mi stava spingendo sui seggiolini perse qualcosa per terra.
Potei adocchiare un'altra auto nera parcheggiare un po' più lontano da noi.
Da lì uscirono tre persone.
<Kess!> gridò una di loro.
Era lui, era Brad.
<Sunrise dove sei?!> gridò ancora.
Corse verso il marciapiede mentre gli altri due soccorsero l'uomo per terra.
Prese i miei vestiti in mano.
<Brad! Sono qui!> gridai io e lui voltò lo sguardo verso di me.
Il mio cuore cominciò di nuovo a battere.
<Stronzo levale le mani di dosso!> biascicò.
<Cazzo Sunrise io verrò a prenderti te lo giuro! Non preoccuparti, io verrò da te!> gridò con la voce strozzata mentre Ryan mi buttava violentemente nell'auto che subito sfrecciò via.
Dai vetri vidi Brad inginocchiarsi per terra, coprirsi il volto con le mani e stringere i miei vestiti al petto.

<Ti aspetto...> sussurrai.

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