Drag

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Ottavo giorno e la mia piccola dormiva ancora beata, beh non proprio beata.
Erano le quattro del mattino e mi ero intrufolato di nascosto nella sua camera.
Come avevo fatto sempre in questi giorni ogni volta che c'era occasione.
Wendy ed io passavamo tutti i giorni qui.
Mentre Kevin si occupava al mio posto del mio segreto.
E gli altri erano tornati a scuola.
Le accarezzai la guancia e posai la mia mano su essa muovendo solo il pollice e facendo dei piccoli semicerchi a ritmo dei Bip del suo cuore, ossia anche del mio, poiché lei è il mio cuore.
<Quanto vuoi ancora dormire?> chiesi con voce calma e sorridendo poiché era bellissima.
<Oggi pomeriggio i dottori hanno detto che possono farti visita le persone... ma io non ce la facevo ad aspettare oggi pomeriggio e perciò sono qui all'alba.> dissi.
<L'alba... ti ricordi quando ti portai sul mare a vederla? E da lì che ti diedi il soprannome Sunrise... poiché tu sei l'alba del mio buio..> sussurrai prendendo una ciocca dei suoi morbidi capelli color castagna e giocherellando con essa, come faceva di solito lei quando era nervosa, oltre ad arricciare il suo piccolo naso.
<Oh Kess mi hai fatto proprio andare di matto..> borbottai sospirando e fissandola.
<Va bene se ti racconto una favola? una favola sull'amore, una di quelle dov'è c'è una morale? Questa qui me la leggeva sempre mia madre prima che andassi a dormire, mi piaceva perché per me la parola AMORE era magica..>
Sentii il suo battito ed incominciai a raccontare la piccola favola:
<C'erano una volta un uomo ed una donna che insieme dovevano progettare un futuro insieme. Si sedettero intorno ad un tavolo ed ognuno stirò il suo foglio bianco impugnando una penna; avevano bisogno di scrivere tutte le cose che tra loro non andavano ed anche quelle che invece li facevano felici.
Lei scrisse che di lui amava lo sguardo ed il modo in cui la baciava, i sogni e l'amore che le dava; lui invece non riusciva a scrivere nulla, non perchè non trovasse una ragione per amarla, ma perchè nel suo cuore ogni cosa di lei gli procurava gioia, ed era proprio questo sentimento quasi morboso che lei annotò fra le cose colpevoli di turbare il loro rapporto: quel tipo di amore che opprime e fa sentire in gabbia senza possibilità di fuga. Quando lei ebbe terminato di scrivere i "pro" e i "contro" della loro vita insieme, lui stava ancora cercando un aggettivo che potesse descrivere ciò che provava, innervosito scrisse la prima cosa che gli balenò in testa: AMORE. Le bastò però vedere ciò che aveva scritto lei per turbarsi profondamente, dacchè tutto si può chiedere eccetto che cambiare il proprio modo d'amare. Così, tra le cose che non andavano di lei, segnò: preferisce essere amata di meno.
Scambiandosi i fogli uno dei due proclamò : non riusciremo a cambiare niente.
Ma l'altro rispose: ciò che faremo o non faremo non conta, conta solo pensarlo sempre in due.
E così si baciarono andando incontro al rischio più grande: amarsi e basta, scampando però a quella insoddisfazione che spesso attanaglia il cuore di chi, non accettando quel rischio, piange la propria solitudine per anni, fino a quando non torna ad amare sè stesso. L'amore è una possibilità, sta a noi saperla cogliere o fuggirla, ed in ogni caso è bene saper accettare quanto possa cambiare profondamente il nostro modo di vivere lasciando semplicemente che accada....
Tu mi hai cambiato con l'amore, mi hai reso migliore, e io ti ho fatto soffrire mille volte, scusami, non sai quanto ti amo e amo il fatto che tu mi ami...>
dissi sentendo gli occhi bruciare a causa delle lacrime che si accumulavano in essi, la guardavo mentre era lì stesa e paralizzata con il respiro costante e gli occhi costantemente chiusi, ora se fosse stata sveglia e avesse sentito la "favola" mi sarebbe saltata addosso e mi avrebbe detto di amarmi.
Ma lei voleva continuare ad amarmi dopo tutto quello che le avevo fatto e che le ho fatto?
Ne dubito, ma io e lei siamo legati come una rosa e le sue spine.
Io sono le spine e lei è la bellissima rosa.
Io sono le spine, ossia la sua piccola imperfezione in quella grande maestosità, ma le spine e la rosa insieme combaciano benissimo e si aiutano a vicenda.
Le spine permettono alla rosa di poter proteggersi, di sentirsi al sicuro e di essere forte.
La rosa permette alle spine di avere qualcuno di così fantastico da poter custodire e abbellire.
Noi, io e lei, siamo una rosa con le sue spine.
Solo che spesso le spine possono ferire perfino la sua rosa.
Sorrisi guardando la mia carinissima rosa e poggiai la mia guancia sul dorso della sua mano.
Poco a poco presi sonno accanto a lei, ero stanchissimo, poiché non avevo chiuso occhio in otto giorni.

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