Terrible

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Tornare a casa e vedere che era circondata di macchine dove all'interno c'erano tanti di quegli uomini vestiti di nero e quegli occhiali da sole che tenevano perfino nella notte fonda, è inquietante.
Inoltre avere un'amica che sa tutto e che non vuole dirti niente, è seccante.
E avere il tuo ragazzo chissà dove, senza sapere cosa stia facendo, o perché, è spiazzante.
E tutto questo, è una confusione esagerate per la mia mente in subbuglio.
Sospirai e continuai a guardare il soffitto bianco ma scuro poiché era buio e l'unica cosa che riusciva a dare luce era il filtro della luna che entrava dalla piccola finestra.
Avevo bisogno di bere, ma non acqua, di bere alcool, solo per dimenticare per un momento tutto questo..
Andai in punta di piedi in cucina e quando ci arrivai, la luce si accese da sola.
Mi voltai e sobbalzai quando vidi uno di quegli uomini.
<Ma non c'è nemmeno un po' di privacy qui?> dissi bisbigliando ma con tono deciso.
<È il mio lavoro.> disse lui secco.
Scoppiai a ridere: <è il tuo lavoro accendere le luci in una casa che non è la tua, quando io volevo solo un bicchiere di..... acqua?> chiesi mentendo sul bicchiere d'acqua.
<Signorina. No, non è questo il mio lavoro, e non le riguarda qual'è.> disse.
<Beh, dai, ora ti invito anche a dormire nel mio letto, poiché state ventiquattro ore su ventiquattro a pedinarmi!> dissi stizzita.
<Ci ringrazierà, un giorno..> disse e solo ora notai che doveva avere più o meno la mia età.
<Come ti chiami?> chiesi al mio coetaneo.
Dovevo inventare un soprannome per questi: "uomini vestiti di nero, con occhiali da sole, un micromicrofono nell'orecchio e che mi stanno sempre alle calcagna!"
Penso che "omini neri" sia perfetto!
Perciò l'omino nero mi rispose:
<Mi chiamo Connor.> disse.
Sorrisi e aprii lo scaffale dove c'erano gli alcolici.
<Bene, Connor, vuoi un po' di vodka..... alla pesca?> chiesi leggendo sulla grossa bottiglia in vetro opaco.
<scherzi vero? Bevi la vodka alle tre della notte?> chiese alzando un sopracciglio e poggiandosi con i gomiti sul bancone.
<Beh, si, sono molto stressata. E di certo tu non me lo impedirai.> dissi sorridendo e stappando la bottiglia che emise un blop.
<Sicura? Quanti anni ha signorina?> chiese alzando un sopracciglio, di nuovo.
<Uhm... ne ho diciotto, ma quasi diciannove.> dissi sorridendo.
<E lo sa lei, che la minima età per bere alcolici è ventun anni?> chiese incrociando le braccia.
<Lo so. Ma che importa! Dai Connor ora siamo amici, no? Ti devi far pure perdonare in qualche modo per pedinarmi tutto il giorno!> dissi sperando che cedesse.
Lui rise. E solo ora notai i suoi occhi castani chiaro, quasi giallo ocra, i suoi capelli rasati su tutto il capo e di colore castano come gli occhi.
Il suo naso all'insù e la bocca sottile.
Era davvero carino.
<E va bene! Ma solo un bicchierino!>
<Un solo shots, vedrai!> dissi sorridendogli.
Presi due bicchierini e li riempio fino all'orlo.
<Grazie..> disse quando glielo passai.
Mi sedetti su uno sgabello e portai il bicchierino alla bocca. Abbassai il capo e feci scorrere la vodka in gola.
Amo sempre la sensazione di bruciore e sollievo che mi da.
<Ne vuoi un altro po', Connor?> chiesi e lui annuii sorridendo.
<Lei è una ragazza... folle..> disse ridendo.
<Dammi del tu! Ti ho detto che siamo amici!> dissi rimproverandolo.
<Okay. Beh, Kess? giusto?> chiese ed io annuii.
<Beh, Kess. Tu sei una ragazza davvero folle!> esclamò sottolineando il tu.
E io risi. <lo prenderò come un complimento!> borbottai mescolando vodka e liquore amaro.
<Uhm, mi sa già che di questo farò il bis!> biascicò notando il cocktail che stavo preparando.
Risi: <così mi piaci Connor!> dissi alzando un po' la voce e coprendomi subito la bocca con la mano.
Lui rise: <sei simpatica..>
<Anche tu.>
Gli diedi il cocktail e bevvi un sorso dal mio.
Era molto forte e infatti strizzai gli occhi.
E Connor rise di nuovo.
<Ehi! Non ridere di me!> lo rimproverai.
Già sentivo l'effetto dell'alcol nelle vene.
<Brad, è un ragazzo fortunato..> disse per poi bere un lungo sorso del drink.
<Un ragazzo fortunato, che però mi ha abbandonata senza uno straccio di spiegazione..> dissi a denti stretti.
<non ti ha abbandonata..> disse corrucciato.
<no.. però se n'è andato senza dirmi nulla, per molto tempo, e non so nemmeno dove!> dissi ridendo, l'effetto della vodka si faceva sempre più evidente poiché risi senza motivo, lì invece c'era da piangere..
<Ha un buon motivo se l'ha fatto, credimi..> disse facendo girare il bicchiere di vetro sul tavolo con entrambe le mani.
<E allora perché tutti mi state nascondendo qualcosa?> chiesi esasperata.
<Lo fanno per il tuo bene..> disse sospirando.
<Per il mio bene, sì..... ma io intanto sto soffrendo!> dissi sbuffando e poggiando il gomito sul bancone per poi poggiare il mento sulla mano.
<Che progetti hai per il futuro Kess?> chiese lui bevendo un sorso e cambiando argomento.
<Vorrei diventare una modella, lo sogno fin da bambina..> dissi.
<Saresti perfetta, credimi..> poi si accorse delle sue parole e diventò rosso in viso.
<grazie..> bisbigliai.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante ma lo spezzai.
<Tu centri?> chiesi.
<Cosa?> chiese confuso.
<Tu centri con tutta questa storia? Sai perché Brad è andato via, vero? E sai anche cosa sta succedendo..> dissi ritornando sull'argomento.
<Perché allora un uomo con un micromicrofono starebbe in casa tua alle tre di notte?> chiese con un ghigno e io risi.
<già... c'entri.> dissi rispondendomi da sola.
Bevvi il resto del drink e lo fece anche lui.
<Non so tu, ma io ho bisogno di bere... e tanto..> dissi alzandomi e riempendo nuovamente il bicchiere.
Alzai la bottiglia in cenno di chiedergli se ne voleva altro e lui scosse la testa.
<Beh, sei giovane, Connor... che lavoro fai?> chiesi indicando la sua 'uniforme' nera.
<Io sono un......> si bloccò.
<un?> chiesi curiosa.
<mi dispiace Kess, non posso dire nulla..> disse abbassando il capo.
Bevvi tutto l'alcol che c'era nel bicchiere e poiché ero stanca di alzarmi ogni due minuti presi direttamente la bottiglia e me la portai alla bocca.
Feci minimo una decina di sorsi lunghi quando Connor mi abbassò la bottiglia.
<non ti sembra di esagerare?>
Sentivo la testa girarmi, la vodka aveva preso il possesso di me. E stranamente ne ero felice.
Bevvi un ultimo sorso ancora più lungo e poi mi pulii la bocca con la manica del pigiama.
<no. Ho bisogno di non pensare....> non continuai la frase e scoppiai a ridere.
<Connor? Lo sai sei davvero carino..> dissi guardandolo come una mamma fiera guarda suo figlio.
<beh grazie..> disse lui facendo spallucce.
<Se non stessi con Brad, ci proverei..> dissi portando di nuovo la bottiglia alla bocca e bevendo ancora.
Ma che stavo dicendo? Se non stessi con Brad ci proverei? Ma da dove mi saltano in mente queste parole?! Sono totalmente fuori di me, totalmente ubriaca.
<scusa....> dissi diventando rossa.
<Fa nulla, non mi dispiacerebbe comunque..> disse ed io mi feci ancora più rossa.
<Conosci Brad?> chiesi.
<Sì, mi aveva parlato molto.....> si bloccò di nuovo e piombò il silenzio.
Risi, anche se non volevo.
<Ma cos'è il gioco del silenzio?> chiesi scoppiando a ridere.
Lui rise, ma era una risata nervosa.
<Dai Connor, sono stanca di essere mentita da tutti, dimmi ciò che stavi dicendo, si tratta di Brad, il mio ragazzo! Stavi dicendo? Ti aveva parlato molto? molto cosa?> chiesi curiosa e lui rilassò le spalle.
<okay.. però promettimi che non dirai nulla di ciò che ti ho detto!> disse puntandomi un dito contro.
<Lo prometto sulla vodka che ho appena bevuto!> dissi ridendo come una stupida ragazzina.
<Brad mi aveva parlato..... diversamente di te.
Aveva detto che eri antipatica, e viziata, e che lui stava facendo ciò che sta facendo solo per se stesso. Ha detto che tu eri impicciona e scorbutica. Ma tu sei l'opposto, non so da dove gli siano uscite fuori quelle parole!> disse e il mio cuore si fermò. Come la mia mente.
Ha detto che sei antipatica e viziata, impicciona e scorbutica!
Queste parole si ripetevano costantemente nella mia mente. Nonostante tutto l'alcol che avevo in corpo sentivo il cuore spezzarsi.
Perché mai avrebbe detto queste cose di me?
E se mi stava solo usando? Non mi amava?
No. Lui mi ama. Lo so.
<Kess, mi dispiace, non credevo che ti avrei ferita.. Tutto bene? Sei pallida.> disse scuotendomi una mano davanti agli occhi.
<Davvero te le ha dette lui?> chiesi deglutendo.
<Non voglio mentirti, e sì, me le ha dette lui..> disse abbassando lo sguardo.
Una lacrima mi rigò il volto.
Forse aveva solo mentito. Ma perché? Ero ancora più confusa.
<Perché le ha dette?> chiesi
<Non lo so. Ma quando ho chiesto di te, lui ha risposto così, e non ha aggiunto altro..>
disse Connor alzando le spalle.
Non ci vidi più.
Era forse per l'alcol, o perché ero confusa, furiosa, frustrata; perché forse Brad mi mancava, oppure perché ero a pezzi per queste sue parole. Ma ormai ero sulle labbra si Connor.
Aveva le labbra calde. Mi strinse la vita e mi attirò più a se. Schiusi le labbra e lo fece anche lui. Sentii il suo sapore. Era un sapore sconosciuto, senza sentimenti. Un sapore che non volevo.
Mi scostai di scatto.
<Oddio!> dissi mettendomi una mano sulla bocca ancora spalancata per ciò che avevo fatto.
<Scusa. È stata tutta colpa mia..> disse.
Non era stata colpa sua, ma io che mi ero scaraventata sulle sue labbra.
Scossi la testa e mi misi le mani in faccia.
<No. È stata colpa mia. Ti prego non dire niente a Brad, voglio dirglielo io, ora si è fatto tardi devo andare a dormire.> dissi prendendomi un bicchiere d'acqua per alleviare l'effetto dell'alcol.
Lui stette in silenzio ed io mi buttai in camera.
Che avevo fatto? Mi ero comportata come una bambina. Appena avevo sentito le parole di Brad su di me lo avevo baciato, per cosa? Per dargli una lezione? O era per l'alcol?
Mi pietrificai nel letto. Sapevo solo che non ero in me.
Mi addormentai tra i miei mille pensieri in subbuglio.

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