Yet

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KESS
Riaprii pian piano gli occhi strofinandomene uno.
Notai che quel ragazzo, Brad, non era accanto a me; spostai il mio sguardo sulla sedia e lo vidi dormire con la testa poggiata su un pugno chiuso, che dava peso sul gomito appoggiato al braccio della poltroncina.
Non volevo di certo svegliarlo ma a quest'idea ci pensò il suo telefono che cominciò a squillare.
Mi accorsi solo ora che come suoneria aveva la mia canzone preferita: Closer di 'The Chainsmokers.'
Wet mi diceva sempre che era una canzone per sfigati e non me la faceva mai ascoltare.
Mi affrettai a cercare il telefono nelle sue tasche per far in modo che quella canzone non lo svegliasse.
Infilai una mano nella tasca della sua giacca e presi il telefono, attaccai la telefonata da parte di un numero sconosciuto e riposai il telefono nella tasca che emise un rumore metallico quando lo riposai.
Rimisi la mano nella tasca data la mia curiosità e mi ritrovai in mano una siringa.
Persi un battito dallo spavento.
La rigirai tra le mie mani e lessi sopra: Eroina.
Oddio, questo ragazzo si droga?!
E io che mi ero fidata, che stupida, nemmeno lo conoscevo, e se fosse come Wet?!
Oddio, e se mi voleva drogare?!
Le mani incominciarono a tremarmi dalla paura e mi allontanai di scatto da quel ragazzo.
Dovevo chiamare la polizia? Si.
Presi il telefono dalla sua tasca con cautela e digitai il numero ma una mano mi strappò via sia la siringa di eroina, sia il telefono.
Incontrai il suo sguardo abbastanza confuso.
Sobbalzai indietro: <Non farmi del male ti prego, lasciami in pace...> dissi mettendo le mani avanti.
Lui corrugò la fronte, poi guardò me e poi la siringa e poi rise, il che mi intimorì ancora di più.
<Non ti farei mai del male...> disse avvicinandosi ed istintivamente indietreggiai andando a sbattere a delle mensole.
<Non ti conosco, non posso saperlo...> dissi con un sussurrò.
Lui contrasse la mascella e si avvicinò piano a me con una mano in aria.
Quando fu vicino e la sua mano si stava avvicinando sempre di più, strizzai gli occhi dalla pura e mi coprii la faccia.
Ma non sentii uno schiaffo ma una carezza leggera e calda sulla mia guancia, il che mi rilassò.
<Credevi che ti avrei dato uno schiaffo?> chiese perplesso.
<Io..... beh si...> sibilai abbassando lo sguardo.
Lui mi alzò il mento: <Non ti torcerei nemmeno un capello, se faccio del male a te, ne faccio il triplo a me...> disse avvicinando la sua bocca alla mia.
Deglutii e capii che era sincero: <Scusa...> dissi.
Lui sorrise: <Sai cosa farei invece?> chiese con voce sensuale e ad una distanza millimetrica dalle mie labbra, tanto da poter sentire il suo fiato denso e caldo.
<Cosa?> sussurrai con i piedi che non si muovevano da terra per scostarsi.
<Ti bacerei...> disse per poi finire sulle mie labbra.
Sentii il suo sapore dolce e piccante, la sua lingua si legò con la mia, era un sapore familiare, ma che mi regalava mille emozioni fantastiche.
Mi morse il labbro inferiore e gemette il mio nome in tono sensuale.
Stavolta lo baciai io per risentire quel sapore magnifico.
Gli misi le mani attorno al collo e presi i suoi capelli tra le mie dita, si sentiva solo lo schioccare delle nostre labbra e questo mi creava un'adrenalina unica.
Le emozioni che provavo erano indescrivibili non le avevo mai provate prima o d'ora.
O si? Beh non importava, poiché questo vortice di emozioni era spettacolare come il sapore delle labbra di questo ragazzo.
Ma non lo conoscevo nemmeno... che stavo facendo?!
Staccai la sua lingua dalla mia e le sue labbra dalle mie sentendomi improvvisamente sola.
Abbassai lo sguardo per non guardare quegli occhi blu.
<Scusa, ma non posso...> dissi per poi rimettermi sotto le coperte velocemente.
Sentii che sussurrò un: <già...> sconfitto e dopo se ne andò dalla camera.
Sprofondai la testa nel cuscino fresco e sbuffai frustrata contro la mia mente che non ricordava nulla.
La porta si riaprii ed apparve Josh...
<Kess?> disse ma non risposi.
Mi aveva fato soffrire per così tanti anni, facendomi credere di essere rimasta sola ormai, e se ne riesce che era tutta una finta...
<Va via...> dissi con un sussurro poiché mi era strano parlare con lui dopo tanti anni.
Se avrei saputo che mio fratello non fosse mai morto gli sarei saltata in braccio ma sapere che mi aveva mentito su una cosa così delicata, era un'altra cosa..
Lui in silenzio si sedette sul bordo del mio letto.
<Mi dispiace, ma l'ho fatto per te, per farti andare via da quell'inferno, e credimi che avresti sol sofferto restando a Wichita..> disse ed era anche vero.
<Beh, pensi che senza di te io sia stata felice?> chiesi.
<Almeno eri più felice qui che lì...> borbottò.
<E tu come facevi a sapere che io ero felice qui? Non ti sei mai importato di me per sapere come stessi, vero?!> sibilai con gli occhi offuscati dalle lacrime.
<Ti sbagli Kess, io sapevo tutto e sicuramente so che almeno tu qui non avevi una vita tormentata..> disse ed io mi alzai a sedere corrucciando la fronte.
<cosa significa che sapevi tutto?> chiesi.
<Beh, Wendy mi informava di ogni cosa, ossia se stesi bene, o male...> borbottò.
Girai di scatto la testa verso di lui: <Cosa? Wendy lo sapeva? Sapeva che tu eri vivo?!> gridai con le lacrime ormai sul mio volto.
Lui sbiancò in volto e sussurrò un: <Si..>
Aprii la bocca per gridare dalla rabbia ma mi uscii un singhiozzo di confusione, tristezza e delusione.
Cos'altro non sapevo?! Avevo altre cose nascoste? Le persone che avevo accanto mi mentivano? Se lo aveva fatto la mia migliore amica perché non lo avrebbero dovuto fare gli altri?! Ero confusa a pezzi e non mi ricordavo nemmeno niente.
Davvero ero felice in questa città o avevo sofferto?!
Non capivo più nulla, volevo solo scomparire da questo mondo.
Scoppiai a piangere e Josh mi strinse a se:
<Non ti mentirò più vedrai, da ora resteremo sempre insieme..> disse, ma per quanto volessi farlo, non riuscivo proprio a credergli.
<Voglio andare via da qui; voglio rincominciare daccapo, tanto non ricordo nulla e ho capito solo che le persone che ho attorno sono tutte bugiarde; voglio rincominciare davvero tutto daccapo, di nuovo..> sibilai e sentii un tonfo leggero subito dopo queste mie parole.
Vidi un busta del McDonald's per terra e Brad che mi guardava confuso.
<Che significa che vuoi andare via?!> borbottò.
<voglio solo rifarmi un'altra vita..> dissi asciugandomi le lacrime.
Brad guardò Josh: <Bastardo che cavolo le hai detto?! Mica le hai raccontato di Wet?!> gridò e fui ancora più confusa.
<No! Le ho solo detto che Wendy era al corrente che io fossi vivo; ma non sapevo che Wendy non glielo avesse già detto!> gridò Josh.
<Beh, ora lei è in lacrime a causa di quella tua boccaccia del cavolo!> biascicò Brad.
<Ho detto che non lo sapevo!> si giustificò mio fratello.
<Lo sarei venuta sicuramente sapere...> sibilai.
<Ma questo non era il momento, stai già soffrendo abbastanza!> disse Brad.
<E tu chi sei per dire ciò?! Che hai appena ammesso che mio fratello non mi doveva dire una cosa! Chi siete tutti voi per impedirmi di sapere le cose al posto di aiutarmi a ricordare nascondendomene altre?! io non ce la faccio più, ditemi solo se c'è qualche altra cosa di cui io ne sono all'oscuro...> sibilai in lacrime.
Josh e Brad si guardarono e Brad scosse la testa: <no, non c'è nient'altro; ora ti ho preso un panino, il tuo preferito, ti va di mangiare?> chiese guardando la busta e raccogliendola.
Feci un respiro profondo e quando Josh uscì dalla camera con sguardo infuriato, annuii a Brad sorridendo: <Sì, grazie...> dissi.
Ci sedemmo a gambe incrociate sul lettino dell'ospedale uno di fronte all'altro.
Brad mi passò il mio panino, ossia il mio amato Crispy McBacon e lo mangiai con gusto mentre lui mi osservava: <Non te ne andrai vero?> chiese.
<Dipende, se man mano ricordando vengo a scoprire che ci sono state altre menzogne e che ce ne sono altre, penso che me ne andrò e di ricominciare daccapo, perché odio vivere in mezzo alle bugie...> sospirai e lui abbassò lo sguardo diventando cupo in volto.
Poi sussurrò un altro: <già...>

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