Lullaby - "Peter Pan was right", Anson Seabra
Il Tetto del Mondo non è mai stato così affollato da che io abbia memoria; non che io sia il tipo di persona che di solito esce molto, ma l'ho visto abbastanza spesso da sapere che tutta questa gente che si spinge e mi urta per cercare un posto dove stendere una coperta non è affatto normale. Di solito il prato scosceso che scende a precipizio verso la parte alta della città di Cerulo, l'ultimo accenno di civiltà prima dei boschi di pini e abeti che si estendono alle sue spalle, è un posto isolato, adatto per le coppiette che desiderano appartarsi su una delle panchine di marmo o per i bambini che hanno voglia di giocare a nascondino dietro le rocce; il tipo di posto dove vado abbastanza volentieri quando so che non incontrerò nessuno che conosco, insomma, ma in questo momento mi pento di aver accettato di uscire con Nena e Ceci, sentendomi osservata anche da chi non ha la più pallida idea io sia.
Le panchine sono tutte occupate da gruppetti numerosi di giovani, e meno giovani a voler essere precisi, che si godono la musica alta proveniente dai pub ammassi l'uno sull'altro ai piedi del Tetto, con le terrazze panoramiche affacciate sul paese che si snoda dolcemente sotto di noi come una sorta di sinuoso serpente fatto di lucine, con le stelle che brillano pigre sopra le cime degli alberi e delle montagne lontane e gli addobbi per la festa patronale di Sant'Antonio che scintillano alla luce delle luna, mentre la brezza leggera li scuote; alcuni mangiano patatine pescandole dai sacchetti unti e l'odore di fritto si diffonde nell'aria tiepida della sera, altri leccano gelati con panna tutti allegri e si rincorrono, sistemano le coperte a terra per vedere i fuochi d'artificio che inizieranno tra poco, litigano cercando di occupare gli ultimi posti disponibili. Le terrazze dei bar sono affollate e il vociare allegro si unisce al suono della musica, alle chiacchiere sussurrate e rende l'atmosfera di festa così assordante che faccio una smorfia, sperando di riuscire a trovare un angolo tranquillo dove poter parlare senza urlare nel tentativo di farsi sentire sopra questi rumori.
C'è troppa gente per i miei gusti, c'è troppa gente che conosco e che preferire davvero evitare, come faccio sempre quando mi convincono che uscire per una sera a Cerulo non è una cattiva idea, che non succederà nulla di male se per una volta cambiamo ambiente; mi guardo attorno preoccupata, cercando di scorgere un segnale della presenza di Alissa Clark o Matthew Miller, le due persone che più di tutte temo di incontrare questa sera. Non ho molte probabilità di individuarli nella folla, me ne rendo conto perfettamente, ma questo non mi impedisce di essere rigida e tirata, il collo che scatta a destra e sinistra non appena vedo una sagoma vagamente familiare.
-Ecco perché preferisco Verdesco.- commento con una smorfia infelice, massaggiandomi il collo dolorante e facendomi larga a fatica nella calca sempre più fitta, seguita da Nena e Ceci; non so come mi hanno di nuovo convinto a venire qui. Non so come ho potuto pensare anche solo per un minuto che fosse una buona idea abbandonare le nostre serate tranquille nei cafè di Verdesco per una sagra affollata a Cerulo. Non so come possono avermi convinto che sarebbe stato divertente festeggiare così la fine di un altro anno scolastico o l'arrivo dell'estate o qualsiasi altra cosa. Non posso veramente credere che siano riuscite a convincermi.
-Prima o poi dovrai affrontare questa cosa.- commenta Nena con decisione, battendomi la mano affusolata sulla spalla.- Non puoi nasconderti per sempre.
-Ci stavo riuscendo benissimo, invece.- faccio presente risentita.
Ceci mi passa il braccio attorno alle spalle.- Non diciamo che non sia così. Ma ricordi cosa ha detto il tuo terapista, il nostro amato dottor Collins? Sul fatto che le persone cambiano e tu per prima?
Alzo gli occhi al cielo mentre attraverso cautamente una selva di bambini che guardano il cielo notturno ammassati su una piccola roccia sporgente, in attesa spasmodica che lo spettacolo pirotecnico inizi; anche io da piccola venivo qui con i miei genitori...ma non avevo molti amici che attendevano impazienti con me che le luci si spegnessero e il divertimento iniziasse. -Non serve che me lo ricordi. So cosa mi ha detto, perché ve l'ho raccontato io. So cosa pensate tutti... che le mie fobie stanno peggiorando.
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Un disastro da amare (IN REVISIONE)
RomanceIL RACCONTO ATTUALMENTE STA SUBENDO UNA FASE DI REVISIONE E CORREZIONE CHE NE MODIFICHERA' ELEMENTI ANCHE FONDAMENTALI. CIO' CHE LEGGERETE ORA QUINDI POTREBBE ESSERE DEL TUTTO DIVERSO TRA POCHE SETTIMANE. PINGUINO AVVISATO, MEZZO SALVATO .3 Lullaby...