Capitolo 14.- Non scappare

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Alexei

Resto un minuto in silenzio.-Questo è il problema, la amo da impazzire, Luca. Non posso starle lontano e la ferisco standole vicino. Non so proteggerla. Non...non riesco a farla stare bene.

-Lullaby è difficile. Di certo non è una di quelle ragazze che vuole essere protetta come fosse una bambina, purtroppo.- sussurra lui con dolcezza. Una luce gli illumina lo sguardo.- Lo è da sempre. Preferisce il nero al bianco, la notte al giorno, odia la luce e ha paura del buio, è orgogliosa, ma si scioglie dopo un po'. Lullaby è diversa. L'ho saputo sin dal momento in cui l'ho vista nella culla, con quei suoi occhi marroni e ambra, che agitava le mani. Occhi di luce e tenebre. Era bella, ma in un modo così diverso: ho sempre avuto paura per lei, per la sua fragile diversità, paura che sarebbe rimasta sola, che non l'avrebbero capita, che l'avrebbero odiata. Io forse non l'ho mai aiutata come avrei dovuto, ma cosa potevo dire ad una ragazza che trovava rilassante passare le giornate leggendo Leopardi, ad una bambina che non piangeva mai davanti a me o agli altri? Ho sempre creduto che i ragazzi avessero paura di una persona così intelligente e fredda...io ne avrei.- alza l'angolo della bocca, in un principio di sorriso.- Ma tu no. Sai cosa mi ha convinto a non pestarti lo stesso nonostante le parole di Samantha, arrivati qui, quando ti ho visto dormire?

-Il fatto che non sarei morto perchè siamo in un ospedale?-chiedo, tenendo la testa bassa.

Luca ride, poi mi si siede accanto.- Il modo in cui sei distrutto: spezzato, crollato, abbandonato. Mia madre ha detto che avevi passato la notte e il pomeriggio a fissare il vuoto e che era giusto che tu riposassi.- socchiude gli occhi.- Per me non lo era. Allora sono andato a fare quattro passi e quando sono tornato....la stavi chiamando e piangevi.- alza gli occhi sul mio viso.-Tu ti odi per quello che è successo.

Rido piano.-Ovvio che mi odio! La colpa Luca è mia, lo hai detto anche tu.

-No, che non lo è.- mi mette la mano sulla spalla, stringendola.- La colpa è di chi le ha fatto del male. Tu hai fatto il possibile per aiutarla.- guarda Samantha in silenzio per un po'.- Di questo almeno sono convinte lei e Cece. Ed io voglio credere che abbiano ragione. Però, Peskov, mettiamo in chiaro una cosa.-mi fissa serio.- Lullaby è importante per te, ma per me lo è di più. Se la ferirai, io verrò a cercarti, ti distruggerò e perderai la mia fiducia per sempre. Ti sto dando una seconda possibilità.- si alza.- Non la sprecare.

-Grazie, Luca.- sussurro e sento un moto di affetto per lui.- Ti presto una camicia, Alexei. Sei pieno di sangue e francamente mi fai leggermente schifo.

Mi fisso e scopro che ha ragione: il sangue secco di Lullaby mi macchia penosamente gli abiti e anche la cintura che mi è stata restituita.-Già. Forse è meglio che la tolga.

Mi infilo del bagno della sala di aspetto e pulisco sommariamente le mani dal sangue, grattando la pelle, per poi infilare la camicia di Luca; è stretta per me, ma non importa. Mi sciacquo il viso, fissando il mio riflesso pallido e scompigliato, le ombre scure sotto. Una seconda possibilità: me la merito davvero? Le farò solo altro male. Chiudo gli occhi.- Non scappare.- sussurro al vuoto.- Non scappare, non la potrai mai dimenticare.

Quando torno la sala d'aspetto è vuota; forse anche Samantha e Luca avevano bisogno di bere un caffè. Della caffeina mi farebbe bene e anche chiamare mia madre e spiegarle la situazione. La porta del reparto si apre con uno scricchiolio e compare un'infermiera molto magra, con le gambe snelle avvolte nella triste divisa blu della Traumatologia; ha i capelli castano spento raccolti in una coda, piccoli occhiali quadrati e un sorriso timido. Accenna un'occhiata alla sala, poi mi fissa.

-Sei un parente di Lechatte?- il mio cuore ha un mancamento.- No, sono il suo ragazzo.

-Si è svegliata.- dice dolcemente, con un piccolo sorriso triste.- Puoi chiamare i suoi genitori?

Annuisco.- Sta...bene?

-Non posso condividere queste informazioni.- alza le sopracciglia severa. Mi stringo nelle spalle.- Posso ve...vederla?

Lei apre la bocca e so che la risposta sarà un no. Mi preparo alla delusione, quando una voce si intromette.- Può entrare.-mi volto e i miei occhi incontrano quelli scuri di Luca, sulla scala, per mano a Samantha.- Cinque minuti, Peskov, il tempo di chiamare i miei genitori. E niente cazzate, sei sotto controllo.


ANGOLO DELL'AUTORE

Come credete reagirà Lullaby nel rivedere Alexei? :3 Potete odiarmi se volete e vi chiedo scusa in anticipo per quello che sta per accadere u.u

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora