Capitolo speciale.- Lullaby Lechatte

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ANGOLO DELL'AUTORE

Salve pinguini! Questo capitolo è un po' speciale, perché non era previsto e ve lo voglio regalare perché ieri ho avuto una giornata piena di immense gioie e una vittoria personale per me importantissima, quindi vorrei condividere con voi la mia felicità. State per leggere il primo capitolo, la rissa sul Tetto del Mondo, dal punto di vista di Alexei Peskov :3 



Alexei

-Non è divertente?-cinguetta Emily stringendomi la coscia in una morsa.- No, Alexei?

-Da sbellicarsi.- rispondo distratto, senza prestare alcuna attenzione a quello che le dice o fa; so che il modo in cui mi sfioro non ha nulla di innocente, che ha programmato con attenzione meticolosa ogni suo gesto, ma questa tattica sta comunque sortendo i suoi frutti: inizio a voler andare con lei in un posto isolato, magari alla Piccionaia e...- Matthew è ancora arrabbiato con me?

Lei mette il suo broncio scontato e sorride, mostrandomi i denti candidi e curati.- Ovviamente sì.- mormora dolcemente, avvicinandosi.- Non hai idea di quanto sia incazzato per il modo in cui hai cercato di prendere il potere.

-Non cercavo di prendere proprio nulla.- ribatto secco, scuotendo la testa.- Semplicemente, lui e quel suo amichetto, Bernard o come si chiama, mi avevano stufato.

-Benedict.- mi corregge lei, dandomi una gomitata con una risatina stridente. Odio la sua risata, è in cima alla lunga lista di "difetti evidenti della tua scopamica"; detesto anche doverla definire così, ma so che non siamo altro che questo, anche se forse a lei il concetto non è del tutto chiaro. Vorrei essere altrove in questo momento, ma con chi? A fare cosa? Non riesco a rispondermi. Mi guardo attorno, cercando di convincermi che in questo momento, in questo preciso istante, sono felice e vivo: patetica bugia. Forse Roger è vivo, forse Robert, che sta soffrendo le pene dell'Inferno, lo è, ma io, io no. Chiudo gli occhi, cercando nell'oblio un po' di conforto, ma non arriva; semplicemente, sento un dolore sordo al petto al pensiero che potrei essere felice in questo momento, se solo capissi come...

Poi la sento. Una risata, leggera, musicale, dolcissima. Una risata quasi inudibile, soffocata in fretta, lontanissima: potrei essere l'unico ad udirla, ma mi colpisce dritto al cuore. Questo suono: il suono della felicità. Apro gli occhi, voltandomi verso il Sentiero che conduce al Limite, dove siamo seduti io e i miei soliti amici: tre ragazze si sono fermate al limitare del bosco, incerte, fissandoci; Emily sta ancora ridendo per qualcosa che non capisco, ma i miei occhi sono calamitati da lei, da Lullaby.

Lullaby Lechatte, il Chaos più intrigante di questo angolo di Universo. I suoi occhi marroni, screziati di oro si posano su di me ed istintivamente distolgo lo sguardo; lei odia essere fissata, lo so benissimo: a scuola quando la guardo per più di mezzo minuto mi fa una boccaccia, voltandosi altrove e non ci siamo mai quasi nemmeno parlati. Sorrido, continuando a guardarla di nascosto, mentre Emily smette di ridere e nota lei e le sue amiche, Nena e Cece.

-Cosa fa qui quella?-chiede storcendo il naso. Mi stringo nelle spalle, continuando a guardare con la coda dell'occhio i movimenti lenti e dolci dei suoi fianchi. Lullaby non è come le altre: non indossa mai nulla che attiri l'attenzione altrui, sembra odiare essere toccata e le poche volte in cui l'ho vista a delle feste era timida e ritrosa, fissava il vuoto. Mi piace da impazzire il modo in cui sembra essere senza senso: un intricato labirinto si cela dietro i suoi occhi e io vorrei esserne parte. Mi sento felice, improvvisamente, ricordando la sua bellissima risata, un suono diverso, come se fosse stato a lungo sopito. Non l'avevo mai sentita ridere prima, è stato bello; vorrei che ridesse più spesso, è bellissima quando lo fa. Emily sbuffa.- Puoi smettere di fissare quella chiattona per un minuto, Alexei? Dopotutto, è solo Lullaby.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora