Lullaby
I giorni seguenti sono un vortice confuso di esami, medici, flebo, dolore, domande degli agenti a cui rispondo vaga, scuotendo la testa a volte, senza riuscire a capire quasi come mi dicono. Quando cercano di scendere nei dettagli mi chiudo a riccio, come con chiunque provi a chiedermi cosa sia davvero successo nel Roseto, cosa mi abbia davvero fatto quel pazzo; il medico mi difende sempre, continua a ripetere che sono ancora sotto shock, che presto starò meglio e sarò più lucida. Ad un certo punto mi consiglia di frequentare un terapeuta, mi consiglia perfino qualche nome e io accetto passivamente e mormoro che ci penserò, anche se non suono convincente.
Non so neppure come resisto, al dolore nel parlarne, al dolore per le punture, al vuoto nel mio cuore. Cece mi viene a trovare ogni giorno, anche Mimmo si siede accanto al mio letto sull'orlo delle lacrime e Roger mi regala abbastanza fiori da riempire la mia stanza; le gemelle diverse, la mia compagna di banco, i miei compagni della squadra di matematica e qualche insegnante... tutti sono felici che stia bene. Perfino Matthew mi manda un bigliettino, pur senza avere il coraggio di presentarsi davanti a me. Mi fanno mille domande su quello che è successo ed io non rispondo, non voglio parlarne, cambio bruscamente discorso non appena lo nominano; mi raccontano che gli agenti stanno interrogando anche loro, mi ripetono che ho fatto la cosa giusta, che Benedict merita di essere punito. Eppure sento che non è vero: se ho fatto la cosa giusta, perchè Alexei non mi ha più rivolto la parola dopo quel giorno? Non è più tornato a trovarmi, non mi ha più detto nulla. Mi ignora se gli scrivo qualcosa, se lo chiamo...cosa ho sbagliato?
-Nulla.- Cece risponde alla mia domanda inespressa, quando l'ottavo giorno entra nella mia stanza candida, invasa da fiori e palloncini, e mi trova intenta a fissare il mio cellulare, appoggiata ad una pila di cuscini, sperando che lui mi faccia avere sue notizie, mentre in teoria dovrei leggere il nuovo libro che ho posato in grembo.- Non hai fatto nulla di sbagliato, Luluy.
-Alexei non sembra pensarla così, però.- borbotto, posando il cellulare sul comodino con uno sforzo, e accarezzando la copertina del romanzo che Frannie mi ha regalato. Lei non ama la lettura, ma quando mi è venuta a trovare con Elena ha detto che sa quanto mi piaccia scappare in un modo diverso da quello in cui sono bloccata. E bloccata è la parola giusta: mi fa male tutto. Ho fitte lancinante al costato se mi muovo, la testa mi gira quando mi alzo per andare in bagno, i lividi sulla maggior parte del mio corpo non mi danno pace e se non fosse per i sedativi non dormirei più di dieci minuti per volta. Sono esausta e so che restare in ospedale non serve a nulla, devo solo pazientare, aspettare che il mio corpo si riprenda, ma il medico non mi vuole dimettere, si ostina a tenermi prigioniera in questa bolla inutile. Anche se non ha mai espresso dubbi circa il mio stato mentale, continua ad insistere affinché veda una terapeuta e ho il vago sospetto tema che possa suicidarmi se fossi lasciata da sola, così mi tiene prigioniera. Ho perso la mia prima settimana di scuola...anche se la mia compagna di banco mi chiama tutti i giorni per raccontarmi le ultime novità.- Non mi parla da...da quando mi sono svegliata.
Cece si siede sul bordo del letto, pensierosa, appoggiandomi un sacchetto di dolcetti in grembo.- Caramelle mou.-dice pescandone una e infilandola in bocca.- Si sente in colpa. Ho cercato di fargli capire che non era stato lui, ma...
-In colpa?- mi raddrizzo con una smorfia, massaggiandomi il costato, con la mano ancora fasciata. Hanno tolto i punti dalla tempia e dalla spalla, lasciando due cicatrici che mi rendono un po' più brutta, ma la ferita al polso era molto più grave del previsto.- Perchè?
-Perchè Benedict ti ha preso, di nuovo.- mi scocca un'occhiata, sedendo a gambe incrociate, attenta a non toccare la flebo che pende dal mio braccio.- Se non lo avessi visto coperto di sangue che fissava il vuoto, forse anche io gli dare un po' di colpa. Ma uno sguardo del genere...non poteva neppure stare dritto, stava male fisicamente, non credevo che...che potesse stare così male. Gli esseri umani non sono fatti per soffrire in questo modo, questo è poco ma sicuro.
Stringo la coperta, fissando il livido rosso acceso che circonda il polso libero, il ricordo vivido del modo in cui mi ha legata; ancora non l'ho raccontato a nessuno, limitandomi a parlare vagamente di un rapimento. So che gli agenti hanno arrestato Benedict Loupe con l'accusa di aggressione e tentato stupro: il suo DNA su di me lo ha incastrato prima ancora che facessi il suo nome. Fino al processo, è detenuto in via preventiva in un carcere e so che a Cerulo non si parla d'altro; qualcuno dice che è eccessivo, ma gli agenti ritenevano ci fosse il rischio che mi cercasse per finire l'opera... E so che hanno ragione. Mimmo Jefferson è il nuovo capo ed è costantemente occupato a bloccare amici di Benedict che giurano vendetta... anche se ora ha anche il suo bel daffare per tenersi in pari con la nuova scuola che frequenta; ho idea che Elena lo stia aiutando con il latino, visto che si sono presentati insieme un paio di volte... ma non voglio indagare.
Cece dovrebbe partire per l'Università entro un paio di settimane, anche se credo che aspetti che mi senta meglio.
- Non posso affrontare tutto questo senza di lui.- sussurro e deglutisco, alzando gli occhi.-Tutte queste domande, queste voci che si rincorrono.... Ci sarà un processo e io non posso affrontare Benedict. Mi serve Alexei Peskov.
-E a lui servi tu.-sospira.- Non esce di casa da giorni ormai, se non per andare a scuola... Roger è preoccupato, pensa che voglia chiudersi in un monastero e morirci.-Cece mi da' un puffetto sulla spalla.- Per questo devi andare a prendertelo, Luluy. Dopo tutto questo schifo, io vi voglio insieme.
-Credevo non ti piacesse molto.- sorrido, stringendole la mano pallida, sporca di colore. La mano di un'artista, con i calli sulle dita sottili, la pelle rovinata dalle sostanze chimiche. La mano della mia migliore amica al mondo.- Che un po' lo odiassi.
-Odiare? Lo odiavo all'inizio, perchè è troppo perfetto e ti potrebbe ferire.- mi sorride ironica.- Ma mi pare di aver dedotto che sei tu ad avere il coltello dalla parte del manico.- mi strizza l'occhio mentre mia madre entra con delle ciambelle.- E non il nostro affascinante Peskov.
ANGOLO DELL'AUTORE.
Cosa pensate deciderà di fare Lullaby? :3 voi cosa fareste al posto suo?
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Un disastro da amare (IN REVISIONE)
RomanceIL RACCONTO ATTUALMENTE STA SUBENDO UNA FASE DI REVISIONE E CORREZIONE CHE NE MODIFICHERA' ELEMENTI ANCHE FONDAMENTALI. CIO' CHE LEGGERETE ORA QUINDI POTREBBE ESSERE DEL TUTTO DIVERSO TRA POCHE SETTIMANE. PINGUINO AVVISATO, MEZZO SALVATO .3 Lullaby...