Capitolo 18.- Gelida

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Alexei - Il tuo profumo, Fred De Palma, Sofia Reyes

-Ci hai messo tanto.- dico seccamente mentre Lullaby si avvicina. Lei sussulta per il mio tono e china il capo, stringendosi fra le braccia nude percorse da tremiti. Accidenti, perché non si è tolta quel vestito? Le fascia il seno in un modo che rende difficile restare concentrati, o respirare o smettere di guardarla; è impossibile non notare il pizzo nero del reggiseno che sbuca sotto la spallina sottile, non si può ignorare quando sia candida la sua clavicola nuda e per l'amore di Dio la vorrei solo abbracciare, baciarla e sollevarla contro di me, afferrandola per le cosce nude... Cazzo Alexei, sei arrabbiato. Sei arrabbiato, smettila di guardarla.

-Scusa.- dice piano, arrossendo.- Frannie non trovava...

Non la lascio parlare e mi avvio al luogo dell'appuntamento con Luke, le mani in tasca. Non mi sforzo di mantenere un' andatura che le permetta di starmi accanto, lasciando che i metri ci separino, consapevole che non dovrei essere così freddo con lei ma incapace di reagire in altro modo: è così che faccio quando sono irritato o arrabbiato o... qualsiasi cosa sia ora. Non sono mai stato tanto...irritato? No. Nervoso? Neppure. Non so che sentimento mi si stia agitando nello stomaco, ma lo detesto; è una sensazione viscerale, fastidiosa, che mi fa tremare per la rabbia.

Non ho mai voluto picchiare nessuno tanto quanto Benedict Loupe; se potessi mettergli le mani addosso, porca miseria... Non avevo idea che fossero amici, ma anche se l'avessi saputo non mi sarei aspettato che la baciasse così, davanti a tutti.

Non mi sarei aspettato che lei sarebbe rimasta ferma, avrebbe permesso a qualcuno di toccarla.

Non mi sarei mai aspettato di invidiare Benedict così tanto. Merda. Invidia... Gelosia. Cazzo, lo odio perché l'ha baciata: l'ha baciata e ha potuto sentire quanto sono morbide quelle fottute labbra.

-Da cosa ti protegge esattamente?- chiedo ad alta voce senza voltarmi. So che se la guardassi crollerei, perchè lei è bellissima in questo momento, confusa e dolce e...e sei arrabbiato, Peskov, ricordatelo. Sei arrabbiato con lei; sei arrabbiato perché... perché avrebbe dovuto spostarsi. Perchè non avrebbe dovuto nasconderti che aveva una relazione così intima con quello stronzo. Accidenti, sento il suo profumo di vaniglia e mi sta uccidendo.

Lullaby sta ansimando per tenermi dietro; un mio passo equivale a tre o quattro per lei.-Cosa?

-Benedict. Il tuo migliore amico. Quello che ti guardava come fossi una specie di essere mitologico.- dico aumentando il passo, traendo una soddisfazione maligna dal suo respiro spezzato mentre cerca di seguirmi.- Quello che ti ha baciata. Sembravate intimi. Avresti potuto dirmi che avevi un fidanzato, avrei evitato di mettermi contro Mimmo per proteggerti, lo può fare benissimo lui, no?

Ormai deve quasi correre per starmi dietro: ho la vaga sensazione che le potrebbero fare male i piedi per colpa di quella scarpe con il tacco, ma non mi preoccupo di niente in questo momento se non della mia rabbia che cresce.- Io...Noi...è solo una cosa...stupida...Alexei puoi rallentare? Per favore.

Non la ascolto.-Potevi anche stare con lui, sai? Almeno avresti fatto qualcosa invece di corrermi dietro come un cane. Per questo ti chiamano cagnolina?-e scoppio in una risata crudele. Meccanismi di difesa che scattano, direbbe mia madre; oppure il fatto che sono un coglione che emerge, come direbbe Roger.

Lullaby non risponde. Sono troppo arrabbiato, anche se so che lei non se lo merita, che lei non capisce e non può capire e neppure io riesco a capire cosa è questa cosa che mi agita, che mi fa ribollire le vene. Non ho mai sentito questo desiderio di essere io a proteggere una persona, non sono mai stato geloso di uno stupido bacio.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora