Capitolo 21.- Mi sei mancata

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AVVERTENZA: Contiene scene esplicite.



Lullaby

Circa dieci minuti dopo Alexei è inginocchiato accanto alla vasca linda e controlla la temperatura dell'acqua, i capelli che si arricciano per il vapore; me ne sto appollaiata sul bordo del lavandino, rilassata come non lo ero da giorni. Neppure i lividi fanno male in questo momento e tutto sembra perfetto: nel bagno fa caldo e la finestra socchiusa lascia entrarer uno spiraglio che mi rinfresca appena.

I miei occhi si fanno pesanti mentre osservo Alexei sorridere, frugando tral e file di sali da bagno e saponi profumati: è difficile essere tesi mentre sono con lui, al sicuro, appoggiata al muro; non riesco neppure a provare imbarazzo al pensiero che sotto la leggera gonna estiva non porto nulla, anche se il pensiero mi fa sentire stranamente trasgressiva. Osservo i lividi sulle caviglie pensierosa.-Cosa hai fatto in questi giorni?-mi esce dalle labbra prima che possa fermarmi.

Lui si volta e viene verso di me a passo sicuro.- Mi sono crogiolato nell'autocommiserazione e ho pensato tanto a te...soprattutto questo in effetti.- mi si ferma davanti in boxer, accarezzandomi con immensa dolcezza il viso pallido.-Quanto mi sei mancata piccola....

Si china e mi bacia, tenendo la mano sul mio volto, gli occhi socchiusi; vedere il grigio chiaro delle sue iridi così da vicino mi fa sussultar, mentre intreccio le dita attorno al suo collo, accarezzandogli i capelli morbidi e scendendo sulle spalle, sulle scapole, fino a fermarmi con la mani suoi suoi fianchi. Mi stacco da lui con un sorriso, guardandolo dal basso.-Mmm sai di caffè.

Lui sorride, posando la fronte contro la mia. Esita, giocherellando con i miei capelli.- Sei sicura di volerlo fare?

Per tutta risposta mi allontano leggermente da lui, sfilando il reggiseno e lasciandolo cadere a terra. I suoi occhi scintillano mentre mi aiuta ad alzarmi; non appena i miei piedi toccano terra ha una fitta alle costole e mi piego su me stessa, appoggiandomi al muro pallida. Le mani di Alexei mi sostengono per la vita e sento il suo respiro scompigliarmi i capelli.-Piano, piccola...ti tengo io.

Alzo gli occhi, arrossendo quando noto che sta osservando incantato il mio seno nudo. Più o meno da quando ho undici anni odio come sono fatta: i miei fianchi le mie cosce, ma soprattutto il mio seno, anche se le mie amiche non fanno che ripetermi che sono una fantastica terza abbondante e che dovrei esserne fiera...semplicemente non è bello per me, non abbastanza sodo, non abbastanza grande, non abbastanza....beh, non abbastanza e basta.

-Mi era mancato da morire.-sussurra ALexei e si china, baciandolo con espressione quasi reverente, stringendolo tra le mani con delicatezza; mi fa rabbrividire per il piacere.-La mia piccola...Quanto sei bella, Lullaby...

Sorrido, deglutendo, mentre lui si china per baciarmi, sostenendomi con un braccio attorno alla vita.-La gonna...-lascio in sospeso la frase, sentendomi avvampare sotto i suoi occhi grigi, colmi di desiderio, fissi su di me. Non riesco a credere a quanto perdo il controllo con lui, so che nessun altro potrebbe farmi sentire così sicura e protetta, farmi fidare di sè in questo modo. Alexei si inginocchia, sollevandola appena e mi bacia un punto delicato tra le gambe; mugugno piano. Lui sorride, sfilandomi la gonna e facendola cadere a terra. Resta inginocchiato, gli occhi fissi sul mio ventre, sorridendo ansante; mi fa aprire appena le gambe, sollevando lo sguardo, chiedendomi il permesso con gli occhi; quando non lo fermo, anzi, gemo pianissimo, insinua la lingua dentro di me, tenendomi per le gambe, guardandomi, succhiando leggermente, mordicchiandomi...lo afferro per i capelli, le ginocchia che tremano.-A...Alexei...-lui si ferma, ansante.-Non puoi neppure immaginare quanto mi mancava il tuo sapore, piccola...sei così dolce...

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora