Capitolo 13.-Un incantevole abito rosso

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Alexei - Sono un fan, J-AX

Non ho mai pensato a quanto casa mia sia grande. L'ho sempre considerata nella media, una dignitosa e normalissima villetta come tante, non certo una magione lussuosa; mentre guardo il salotto di Frannie ed Helena, però, mi rendo conto a disagio che entrerebbe comodamente tre volte nel mio e che i mobili sono usurati, avrebbero bisogno di essere cambiati. Non ci sono quadri costosi alle pareti e a quanto pare i loro genitori non sono maniaci della pulizia quanto mia madre e me.

Mi siedo sul divano coperto da plaid colorati che sembrano fatti a mano, accanto ad un gatto nero che dorme sereno, appallottolato come un cuscino: non posso evitare di pensare a Mimmo che prendeva in braccio il micetto rosso e se ne andava. Quel ragazzo mette i brividi: non posso dare torto a Matthew se vuole arginare il problema. Ma non posso neppure ignorare questi continui riferimenti al conto aperto tra lui e Lullaby, come se la stessi portando nella tana del lupo, come se la stessi mettendo in pericolo: cazzo, vorrei solo proteggerla.

Scuoto la testa: qualsiasi cosa stia succedendomi, va ben oltre il desiderio di vederla nuda. Molto, molto, forse troppo oltre.

Il gatto apre gli occhi gialli e miagola nella mia direzione, come se potesse capire quello che mi passa nella testa e sorridesse ironico. Sto perdendo la testa: un gatto ironico. Sfilo i cartoncini azzurri che Helena mi ha passato, fissandoli. Lullaby è mai stata ad una festa come questa? Ripenso al ballo finale della nostra scuola; si è presentata senza accompagnatore, esattamente come me. Avrei potuto invitare Emily, ma quella è una cosa da fidanzati, non da... qualsiasi cosa fossimo noi. Avrei dovuto invitarla a ballare quella sera, forse avrebbe iniziato a essere gentile un po' prima. Forse se non fosse sempre stata così distante e fredda non saremmo a questo punto con Mimmo... o forse avrei dovuto insistere di più, anzichè lasciarla sempre sola con i suoi pensieri.

-Credi che ci vorrà molto?- chiedo ad alta voce a Frannie quando esce dalla camera, seguita dal grasso cane che ansima in cerca di aria; si stringe nelle spalle, prendendo una mela dal cestino posato sul tavolo da pranzo.

- No. E sareste comunque stati in anticipo: a Matthew non piacciono gli ospiti che lo interrompono prima di una festa.- dà un morso alla mela e mi guarda incuriosita, il succo che le cola sul mento appuntito. Il gatto miagola nella sua direzione, balzando giù dal divano ed evitando il cane, che si è sdraiato davanti a me.-Non so quanto gli farà piacere vederti, in ogni caso.

-Spero che sia spaventato da Mimmo abbastanza da non fare storie.- socchiudo gli occhi, posando il gomito sul bracciolo e sbuffando.- Lullaby andava benissimo, dovevate per forza...

-Andava bene per te, forse, ma di sicuro concorderai che non era adatta ad una festa come quelle a cui sei abituato.-dice con aria di sufficienza; Frannie Thomassen non è mai stata particolarmente gentile nei miei confronti. È anche una delle poche ragazze che non ha mai mostrato grande interesse verso di me o verso chiunque altro, che io sappia: in effetti, ho la sensazione che possa avere a che fare con la sua amicizia con Matthew. I suoi occhi castano dorato mi fissano, come se stesse cercando qualche dettaglio in me da criticare.

-Stai per dirmi che starei meglio senza camicia?-le chiedo, guardando stancamente oltre i vetri della finestra del salotto il cielo nero di questa notte che incombe. È già tardi in un certo senso: Roger probabilmente è preoccupato che non mi stia facendo vivo, ma non posso dirgli che quello che doveva essere un innocente incontro con Frannie ed Helena è diventato una festa da Matthew Muller.

Lei avvampa e passa la mano tra le ciocche rosa.-Lo farei se non fosse che te lo senti dire anche troppo. Mi preoccupa che Lulu passi tanto tempo con te ultimamente. Non sei un tipo raccomandabile.

La guardo storto.- Avresti potuto addolcirmi la pillola, non credi?Comunque mettiti in coda, perchè preoccupa molte persone, me per primo. E hai ragione, non ho una vita tranquilla.- mi massaggio le nocche e stringo la fasciatura attorno alla mano sinistra.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora