Capitolo 11.- Occhi dal passato

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Lullaby - Flares, The Script

Guardo Mimmo incerta, sconvolta dalla sua completa serenità, dalla sua totale serenità mentre mi guarda dall'alto e faccio un precipitoso passo indietro.- Ci... Ci conosciamo per caso?

Il suo viso mi è familiare, ma non solo perchè ieri sera ci siamo fronteggiati in una rissa: no, è come se lo avessi già visto prima, come se in passato lo avessi conosciuto. È più o meno la stessa sensazione che si potrebbe avere davanti ad un quadro molto famoso: la certezza di sapere chi è l'autore, ma l'incapacità di collocarlo da qualche parte nella mia memoria. Mi piacerebbe riuscire a ragionare più coerentemente, ma il fatto che Alexei Peskov mi abbia appena definito la ragazza più sexy che conosca rende tutto un po' surreale.

-Lulylu.- ribatte Mimmo con un sorriso gentile, che stona un po'con il suo viso duro.- Certo che ci conosciamo.

Ha gli occhi di un verde particolarmente luminoso, come le foglie di un albero dopo un temporale violento, quando sono più vive e l'aria umida e pulita le fa scintillare di mille, piccole gocce di pioggia: sarebbe un bel ragazzo se non fosse per il livido sul naso e la bocca leggermente gonfia... che devono essere causa mia. Ha le labbra sottili e il suo sorriso è contagioso in qualche modo: mi trovo a guardare nei suoi occhi, alla ricerca di qualcosa, di un segno di riconoscimento, di qualsiasi dettaglio che possa farmi capire chi è.

Mimmo allunga una mano, come per sfiorarmi, e improvvisamente la sua testa scatta di lato con violenza: Alexei si massaggia il polso sinistro, scuro in viso, avvicinandosi minaccioso. - Stai lontano da lei, Jefferson.

Sbatto le ciglia, come svegliandomi da un sogno, mentre Alexei si mette al mio fianco, i denti stretti in un ringhio. Mimmo sorride e si raddrizza asciugandosi un rivolo di sangue che gli cola dal labbro rotto; porta una collana con una piccola perla sbiadita, di una delicata tonalità color giallo ocra. Ho l'impressione di averla già vista da qualche parte: ma dove? Di nuovo, i dettagli mi sfuggono.

Mi ci vuole qualche secondo per realizzare che sta fronteggiando Alexei, gli occhi verdi in fiamme.-Tu stalle lontano, stronzo viziato.

Alexei alza un sopracciglio, prendendomi per il polso e sospingendomi dietro di sé per allontanarmi da Mimmo. -Non prendo ordini da te. Non sono io quello che ha cercato di ammazzarla ieri sera, ma i tuoi amichetti.

Lui cambia espressione e diventa più arcigno. -Io ti conosco, Peskov. Sei un arrogante, viziato, un figlio di papà che usa le ragazze come giocattoli: se pensi che ti lascerò fare del male a Lullaby come hai fatto con Emily e le altre... -lascia la frase in sospeso e mi guarda da sopra la spalla di Alexei. -Meglio se gli giri alla larga, Lulylu.

-Quello che faccio non ti riguarda.- Alexei si sposta per coprirmi dalla vista di Mimmo, il pugno sinistro ancora coperto di bende stretto lungo il fianco, chiaramente pronto a scattare. -Vuoi seriamente affrontarmi qui? Ora? Da solo? Hai improvvisamente deciso che dieci contro uno non è da uomo?

-Alexei.- dico in tono di avviso e gli poso la mano sul gomito, esitante.- Non ora... dobbiamo andare.

-Oh certo.- ribatte Mimmo con un sorriso freddo.-Ti spaccherei la faccia volentieri, ma non vorrei che Lullaby finisse di nuovo coinvolta. Sei bravo a nasconderti dietro di lei.

Sento i muscoli del braccio di Alexei contrarsi, ma non colpisce Mimmo. Si limita a guardarlo, come fossero due leoni che si osservano attenti prima di attaccare.-Lasciala in pace. Lasciala fuori da qualsiasi problema tu abbia con me o con Matthew.

Sento un brivido immotivato corrermi sino alla base della colonna vertebrale; gli occhi di Mimmo, il loro colore e qualcosa nella loro forma, quella piccola perla sbiadita dal tempo... mi ricordano qualcosa, ma è un che di troppo distante per essere afferrato. Un'eco lontano, leggero, sfocato come una foto sbiadita dal tempo: impossibile dire chi vi sia ritratto ormai.

-Il problema è proprio quello che voi due state combinando. Tu e quegli stronzi dei tuoi amici.- socchiude gli occhi.- Io so tutto, bastardo. Tu quanto sai di lei?

Sembra che abbia toccato un nervo scoperto perchè l'espressione di Alexei cambia e fa un passo avanti, annullando la distanza che li separa: gli stringo più forte il braccio, tirandolo verso di me. Lui continua a fissare Mimmo negli occhi: non sta propriamente opponendo resistenza, ma non sono abbastanza forte da obbligarlo a indietreggiare.- Cosa c'è, piccola?

Resto intontita per il modo in cui mi ha chiamata, ma lo ignoro.- Dobbiamo andare. Ora. Dobbiamo andare.

Mimmo si china a raccattare il gatto, prendendolo in braccio con molta dolcezza e grattandogli la testolina.-Ascoltala, Peskov, prima che decida di perdere la pazienza.

Lui si oscura, sospingendomi appena per allontanarmi dal ragazzo, che però sorride e si china leggermente verso di me mentre passa.- Non preoccuparti, questo stronzo ti disturberà ancora per poco.

Alexei mi passa un braccio attorno alla vita, tirandomi nel cerchio delle sue braccia proprio mentre Mimmo si raddrizza e mi strizza l'occhio; sento il ritmo ansante del respiro di Alexei, il suo cuore che palpita furioso mentre osserva Mimmo scomparire in uno dei vicoli, con il gatto rosso in braccio. Senza pensare a cosa sto facendo appoggio la guancia contro il suo petto, inspirando il suo profumo; lui rafforza la presa attorno al mio corpo, abbracciandomi.-Ehy, stai bene?

Annuisco, quasi certa che potrei scoppiare in lacrime se dovessi parlare: l'incontro con Mimmo mi ha sconvolta più di quanto vorrei ammettere. Deglutisco, mentre Alexei mi accarezza con le punte delle dita la schiena; e se avesse ragione? E se Alexei fosse davvero un pericolo? E se volesse davvero allearsi con Matthew per farmi del male? Sollevo la testa di scatto, quasi pronta a riversare una valanga di accuse su di lui, ma quando incontro i suoi occhi tutto mi pare improvvisamente perdere senso: ha le pupille dilatate, le iridi grigie colme di una apprensione così sincera che non riesco neppure a pensare possa volermi fare del male. Sta accarezzandomi i capelli con la mano fasciata, le labbra strette in una linea dura.

-Mi spiace per averti fatto delle domande personali.- dico improvvisamente, sfuggendo al suo abbraccio con il cuore in gola: non ero mai stata abbracciata in questo modo prima. -Non sono... non sono fatti miei. Mi fa piacere che tu voglia essere mio amico, però.

Lui espira, lasciando ricadere lentamente le mani lungo i fianchi e mi rivolge un sorriso. -Ero sincero quando ho detto che mi piaci ma non voglio che tu sia la nuova Emily.- mi tende la mano, ma io resto immobile ad osservare il vicolo dove è scomparso Mimmo.-Perchè non ti ha aggredito?

-Non lo so.-Alexei si avvicina, scuro in viso.- So solo che non ti starà mai più così dannatamente vicino.

Sfiora le mie dita con le sue ed io non posso evitare di stringerle, in parte perchè ho bisogno di un sostegno, in parte perchè è così bello toccarlo.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora