Capitolo 17.- Esilio

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Alexei

-Intendi ignorare Lullaby per il resto della tua vita?- Roger mi guarda dall'alto, corrucciato. Ha un asciugamano arrotolato attorno ai fianchi e i capelli stanno gocciolando sul pavimento, ma non ci faccio caso. Mi stringo nelle spalle, scorrendo un dito sullo schermo per far cadere la chiamata di Lullaby, ignorando la fitta al cuore, poi mi volto di nuovo verso gli appunti, cercando di studiare. Almeno la scuola mi tiene occupato abbastanza, impedendomi di crogiolarmi troppo nel dolore.- Adesso anche me? Fantastico, Peskov.

Sbuffo, senza alzare la testa.- Devo studiare, Roger. I miei professori non smettono di darmi il tormento solo perchè ho rotto con la mia fidanzata.

-Sei completamente idiota.- dice seccamente. Mi chiude gli appunti con un colpo secco e mi si mette davanti, seduto sulla scrivania, serio, tenendo il mio quaderno tra le mani.- Alexei, se tu non chiami Lullaby  io ti uccido nel sonno. Perchè stai tentando di dimenticare che sei innamorato? Perchè le stai lontano? Una tendenza masochista? Posso prenderti a calci nelle palle se vuoi soffrire.

Riprendo il quaderno.- Non voglio vederla.-dico asciutto spostandomi verso il letto.- Per cui aspetto che smetta di cercarmi.

-Sì, che lo vuoi!-ribatte lui seguendomi, cocciuto.-Non sai stare senza di lei, Peskov, avanti. Di notte non fai che svegliarti chiamandola e so quanto stai male non potendola vedere. Non metti piede fuori dalla tua stanza da giorni, dannazione! Valla a trovare, vai a vedere come sta, vai a prenderla tra le braccia e a dirle che la ami, so che lo vuoi.

-Non voglio.- mento, senza guardarlo.- Potrei anche riprendere da dove ho lasciato con Emily, mi ha salutato ieri nel parcheggio. Credo mi abbia perdonato. 

-Non raccontarmi cazzate.- risponde lui acido.- Alissa Clarck ti ronza attorno continuamente, te la saresti già potuta scopare e non lo hai fatto, perchè tu ami Lullaby. Sono il tuo migliore amico, non cercare di mentirmi!

Ha ragione: non solo non provo interesse per Emily o Alissa, ma non sento alcun desiderio di nessun tipo. Penso solo a lei. Mi stringo tra le braccia.-Chi ti dice che non l'abbia fatto? Potrei essermi portato a letto chiunque.

-Ti conosco, pezzo di merda. Potrai essere un coglione, ma non ti scoperesti nessuno mentre lei sta soffrendo come un cane in quell'ospedale! Devo solo capire perchè cazzo non vai da Lullaby e non la baci.

-Non posso vederla!.- mi volto di scatto, arrabbiato.- E sai perchè? Perchè per colpa mia Lulu è stata rapita, picchiata, legata ed è in un letto di ospedale!- l'immagine di lei, della mia bellissima Lullaby stesa in quelle coperte candide, coperta da bende, gli occhi offuscati dal dolore e dai farmaci, con quella flebo al braccio non mi ha lasciato un istante nelle ultime due settimane, tormentandomi, inseguendomi, distruggendomi.- Non ho il coraggio di guardarla in faccia. Non posso. Non sono riuscito a tornare da lei, io...Roger mi sento male quando la guardo, mi odio. Lei si merita qualcuno di migliore di me.

-Lei non vuole altri che te.- ribatte lui e poi si passa le mani tra i capelli.- Sono due settimane, Peskov, quanto credi di poter resistere senza di lei? Da quanto non dormi? Non ti sei chiesto se lei sta bene? Se non gli manchi? Se non soffra? Stai distruggendo le vite di entrambi...per senso di colpa? E poi cosa farai quando tornerà a scuola? Non potrai evitarla per sempre!

- Sto cercando di salvarla. Roger non capisci, non sai cosa provo.- mi lascio cadere sul letto, facendo cigolare le molle.- Non puoi saperlo.

-Fammi indovinare.- dice in tono amaro.- Senti come se il tuo cuore stesse per esplodere per il dolore. Come se ogni dannato battito potesse essere l'ultimo. Vuoi solo chiudere gli occhi, ma non passa, non passa perchè lei resta lì, a guardarti. È esattamente come mi sento io per Nena.-distoglie lo sguardo.- Alexei, quando i miei genitori sono morti credevo di morire anche io per il dolore.- sussulto. Non parla mai dell'incidente, del funerale, di quei giorni silenziosi e ombrosi della sua vita. Mi sta fissando, gli occhi duri, esasperato, arrabbiato, triste.- So cosa significa sentirsi in colpa. Volevi essere tu al posto suo, perchè la ami.- si fissa per un momento le mani.- Sai, io ho sempre creduto che tra noi quello forte fossi tu. Eri così annoiato di questa vita, così infelice, così freddo che credevo fosse impossibile farti stare male. Ma con Lullaby per la prima volta, io ti ho visto felice. Felice per davvero, non perchè potevi dimenticare per un'ora i problemi facendo sesso con qualcuno; ti ho visto crollare, cadere pezzo a pezzo ai piedi di quella ragazza che non è neppure lontanamente paragonabile alla perfezione. Lullaby non è perfetta, ha dei difetti, non è dolce e remissiva, spesso è glaciale e la sua testa è un enorme casino, che mi spaventerebbe a morte se dovessi cercare di capirla.-sorride, scuotendo il capo.- Ma tu, tu le hai fatto capire quanto era importante per te, quanto era bella e preziosa per te. E lei ti ha reso qualcosa che ti mancava, ti ha reso la voglia di amare, di vivere, di scoprire e provare.

Distolgo lo sguardo.- Non cambia quello che ho permesso accadesse.

Lui sospira.- Alexei Peskov, Lullaby non si arrenderà e tu sai che non lo farà. Ha il tuo cuore in mano e non te lo renderà mai, perchè tu hai il suo. Lei non è Nena: lei ti ama, ti vuole, tu sei tuo e lei è tua.-si alza, sospirando.- Pensaci, almeno.

Lascio che Roger se ne vada, non gli chiedo neppure dove; ultimamente passa molto tempo con Mimmo, quindi forse è diretto a cerulo. Mi sdraio sul letto, aprendo gli appunti, cercando di non pensare alle sue parole, di non pensare a lei....ma non funziona. Perchè Roger ha fottutamente ragione: io continuo ad amare Lullaby Lechatte anche se questo significa metterla in pericolo; se avessi voluto avrei potuto portarmi a letto Alissa o Emily, o praticamente ogni ragazza del mio corso con un po' di impegno, ma non ci ho neppure pensato. Non per un minuto, perchè penso solo a lei, alla mia Lullaby.

Noi ci apparteniamo, come due pezzi dello stesso mosaico, che intrecciati stanno bene, soli sono tessere senza senso, senza scopo, buttate in una scatola che non ha luogo al mondo dove stare. Chiudo gli occhi, infilando gli auricolari, allontanandomi dal mondo, dai pensieri. Se potessi scordare anche lei, questa sarebbe pace, ma Lullaby è la padrona indiscussa della mia testa e nulla la potrà mai scacciare. Nulla, forse neppure la morte. Non so per quanto resto ad occhi chiusi, steso sul letto, forse un'ora, forse un minuto. So solo che ad un certo punto sento una bizzarra sensazione alla bocca dello stomaco, la sensazione che qualcuno mi stia fissando. Fermo la musica nel bel mezzo di un assolo di chitarra e mi strappo gli auricolari, raddrizzandomi e voltandomi verso la porta, pronto a cacciare Roger, mia madre, mio padre...chiunque abbia deciso di disturbare il mio esilio.



ANGOLO DELL'AUTORE

Chi credete sarà arrivato a salvare Alexei Peskov da se stesso? u.u Pronti per il finale? A breve saprete cosa ha partorito la mia mente.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora