Capitolo 17.- Alissa Clark, la regina del chaos

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Alexei- Fragili, Il Tre

Non mi piace la piega che sta prendendo la situazione; non mi piace il fatto che Alissa Clarck si sia sentita in dover di farmi sapere cosa sta combinando Roger, perchè come una sorta di divinità antica del Chaos lei appare solo per mettere zizzania. E il sangue mi ribolle ancora nelle vene al pensiero di quello che Benedict ha osato fare a Lullaby. Sposto lo sguardo sul suo braccio mentre camminiamo, osservando la piccola bruciatura rotonda e chiedendomi se dopotutto non sia il caso di vendicarmi nonostante tutto. Ma poi lei mi guarda dal basso, accennando quel suo sorriso dolce e mi sento come se le nubi si dissipassero. Sono ancora arrabbiato, però, tanto con lui quanto con Alissa: Questa stronza dai capelli perfettamente piastrati e avvolta in un vestito firmato all'ultima moda è responsabile del dolore di Lullaby e della sua paura tanto quando Benedict o Matthew o Giulio.

-Non vorrai portarti anche la tua Cagnolina?-commenta in tono pungente dalle mie spalle quando arriviamo all'ingresso dello chalet., Mi blocco, fulminandola.-Chi ti ha detto che intendo giocare con voi? Sto andando a prendere Roger.

-Posso aspettarti qui.- mi sussurra nervosamente Lullaby, ma il pensiero di lasciarla da sola dopo quello che è appena successo mi è intollerabile e di Mimmo o Ceci, le uniche due persone di cui si fida abbastanza, non c'è traccia. Robert sta ancora cucinando, ma non vedo nessun altro; ci sono parecchie persone che mi salutano, ma mi limito a rispondere con dei cenni distratti. Esito.- Sicura di voler stare da sola, piccola?

Lei guarda per un attimo la casa alle nostre spalle, poi il giardino affollato di sconosciuti; so benissimo che mi sta nascondendo qualcosa. Non voglio spingerla a confidarsi, ma so che qualcosa non va, glielo leggo in viso.-Non proprio.

-Sei patetica.- commenta Alissa maligna, passandoci accanto per entrare nell'ingresso di legno e deviando subito a destra, verso il salotto open space che occupa quasi l'intero primo piano.

Stringo il pugno lungo il fianco.-Se non te la senti di stare qui in giardino, puoi salire nella camera, io...

Lei scuote la testa. - No. Vengo con te. Non voglio che pensino che sono patetica. Io non lo sono. E voglio dimostrarlo.-arrossisce un po', abbassando gli occhi.-So che sembra infantile, ma non ho mai avuto il coraggio di tenerle testa. E una parte di me crede che se lo avessi fatto, se avessi sfidato di più Alissa o Matthew, forse ora Benedict non cercherebbe costantemente di mettermi all'angolo.

Ho un brivido e le sollevo il viso con due dita; il bisogno di rivalsa è un sentimento così poco da Lullaby che un po' mi preoccupa.- Piccola, tu odi la vendetta.

-Sì, ma questa è...una rivincita. Non voglio ferire Alissa o Matthew o nessuno. Voglio solo che sappiano che non ho paura di loro, che non possono fare quello che vogliono come in passato.-si tormenta le dita in grembo.-So che sembra ridicolo.

Scuoto la testa; le mie reazioni sono più viscerali delle sue: mi arrabbio perchè Benedict le ha spento addosso una sigaretta, lo voglio ammazzare. Lei vuole dimostrare di essere... forte. Vorrei che non si sentisse in dovere di mostrare la sua forza d'animo o il suo coraggio, ma non voglio neppure che si chiuda in un riccio spaventato per sempre nel vedere Alissa. E ho una mezza idea di come mettere in chiaro un paio di cose anche con quella stronza, in realtà.

-Va bene allora.-le bacio l'angolo della bocca.- Entriamo.

Lo chalet di Robert ha delle grandi finestre panoramiche al primo piano, ma le tende sono tutte tirate quando entriamo nel salotto immerso in una luce tenue che viene da una lampada schermata da uno scialle; Alissa ci scocca un'occhiata sorpresa ed irritata insieme, poi si volta verso il divano al centro della stanza.- Guardate chi ha deciso di unirsi.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora