Capitolo 21.- Passerà

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Alexei – Diecimila Voci, Rkomi; Ariete

Lullaby pronuncia il mio nome in un sussurro che mi ridesta dallo stato di trance in cui ero, mio malgrado, caduto: faccio appena in tempo a voltarmi che la vedo pallida, piegata su se stessa, ansante. Si lascia cadere carponi per terra, una mano attorno alla gola, gli occhi pieni di lacrime, scossa da tremiti incontrollabili e senza fiato.

Mi inginocchio subito al suo fianco, posandole la mano sulla schiena.-Devi respirare. Lullaby, respira...- lei emette una sorta di rantolo: le alzo il mento obbligandola a guardarmi negli occhi.- Piano. Guarda me. Inspira...espira. Inspira...espira. Inspira...così, piccola, così... Va tutto bene, sono qui... Va tutto bene... Respira, ti prego...

Lentamente, guardandomi negli occhi, Lullaby segue il mio esempio, prima con difficoltà, poi con un ritmo sempre più regolare, fino a che il suo viso pallido non inizia a riprendere colore. Sta ancora piangendo, lacrime silenziose che le rigano le guance, ma non trema più come prima; pare che si stia calmano. Alla fine solleva il viso, guardandomi alla luce incerta della luna.-Gra...grazie.

La faccio sedere a terra, accanto a me, tenendole la mano sulla vita, attento a muovermi con cautela per paura di farle male: toccarla mi fa venire voglia di piangere, di urlare, di rompere qualcosa a furia di calci. Sembra che ogni movimento la faccia sussultare e non riesco a trattenermi dal guardare il suo bel viso delicato deformato dai pugni che Benedict deve averle dato; accarezzo con dolcezza il suo labbro rotto e gonfio.-Ti fa male piccola?

-Un po'.-mi guarda incerta, ancora avvolta nella mia giacca.-Ti senti bene, Alexei? Sei pallidissimo.

Deglutisco.- Sono stato meglio.- ammetto. Sono arrabbiato come non lo sono mai stato prima, per il modo in cui l'ha trattata, per quello che le ha fatto, perché la colpa è solo mia; non solo non sono stato in grado di proteggerla, ma apparentemente Benedict è stato ancora più spietato proprio eprchè lei è innamorata di me. La colpa è solo mia e non riesco a smettere di ripensare alle parole di benedic nella Grotta, a quelli che potrei anche prendere per i farfugliamenti di un pazzo se non fosse che quel pazzo sta tentando di fare del male ad una persona che amo così tanto.

-Come...come mai c'ra Mimmo con te?-chiede, chiaramente nel tentativo di distrarmi. Accarezzo dolcemente il suo viso baganto di lacrime.-Beh, è una lunga storia. A proposito...dovrei davvero chiamare Roger. È con Nena e Ceci, sono un po'....un po' preoccupate per te.

-Oh, giusto la mia borsa è nella sua macchina.- Lullaby si raddrizza un po' e fa una smorfia, portandosi una mano all'addome.- Ahia.

Mi chino su di lei, ansioso.- Tutto a posto? Ti ha...cosa ti ha fatto là dentro?

Sbatte le ciglia, osservandomi incerta.-Non è...nulla. Mi fanno solo male...Le costole.-arrossisce mentre la osservo in attesa e soggiunge a fior di labbra.- Mi ha dato un paio di calci mentre ero a terra.

La mia rabbia divampa ed impreco in russo, la testa tra le mani, contro Benedict e Matthew, contro tutti e contro me stesso, soprattutto contro me stesso.-Sei un coglione, sei un coglione! Seriamente hai permesso che succedesse tutto questo? Seriamente? Sei un idiota. Merda Alexei, perchè non sei capace di combinarne una giusta? Merda!

Lullaby mi guarda dal basso, con aria spaventata, chiaramente senza capire una parola di quello che sto dicendo.-Scusami.- sussurra con voce roca.

Sussulto e la guardo, addolcendomi.- Non sono arrabbiato con te. Non sono...non stavo parlando di te. Assolutamente.- le scosto i capelli dal viso.- Ti ha colpita in testa?

Scuote il capo, accoccolandosi contro il mio fianco.-No. Ho sbattuto contro il muro dell'Innominato quando mi ha portata via. Credo, è un po' tutto confuso...

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora