Capitolo 8.- Tentativo

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Lullaby – Yours to hold, Skillet

A volte mi chiedo se fare cose stupide sia nella mia natura o se abbia contratto un qualche virus al cervello e da allora non sappia prendere una decisione coerente e finisca sempre con il mettermi nei guai: tiro le gambe al petto, mettendo il cellulare in tasca con un sorriso.

Quantomeno ha funzionato, però.

Me ne sto seduta nel Roseto, che profuma di terra umida e fiori, sulla vecchia fontana di marmo; una parte di me si chiede se Alexei verrà veramente qui, in piena notte, solo per parlare, ma so che lo farà, fosse anche solo perchè gli ho detto di essere sola e che Nena e Ceci dormono beate a casa mia; non appena scopriranno che cosa ho fatto, perchè lo scopriranno di certo, mi terranno il muso per settimane se non mesi, ma non potevo più aspettare.

So che non si fidano di Alexei, ma non posso continuare ancora per molto a fingere che non ci siamo baciati, a fingere che tutto sia come prima: ho davvero bisogno di parlargli e se l'unico modo per farlo è sgattaiolare fuori dalla mia stessa finestra come una ladra, ben venga. Do un calcio ad un sasso e lo faccio finire contro i gradini di pietra sbeccati che conducono al Torrente: la mia determinazione a non essere scoperta e fermata dalle mia amiche era così forte che non ho neppure pensato di prendere in prestito la macchina di mia madre; mi sono semplicemente incamminata nell'oscurità illuminata dalla luce delle stelle ed ho corso il rischio. Il rischio che Mimmo potesse incontrarmi, che Benedict fosse nei paraggi e volesse parlarmi, che Ceci e Nena mi pensassero scappata di casa per sempre o peggio, che Alexei neppure mi rispondesse al telefono. Non so cosa avrei fatto esattamente, in quel caso.

Osservo il Roseto: è abbastanza buio da mettermi i brividi, nonostante il cono di luce proveniente da un lampione circondato dall'edera che si staglia alto sopra i ruderi delle ville. Ho veramente chiesto a Alexei di vederci qui? Per parlare? In piena notte?

-Quindi, questo ti sembrava davvero il modo migliore per stare sola con me?-alzo lo sguardo di scatto e vedo la figura slanciata di Alexei venire verso di me, un sorriso che mitiga il tono esasperato che ha usato, le maniche della camicia bianca arrotolate sino ai gomiti. Oh, merda, quanto può essere attraente un essere umano? Si china e mi bacia la fronte, sedendosi sul bordo della fontana.-Se Nena e Ceci di svegliassero e non ti vedessero darebbero fuori di testa.

-Ho lasciato un biglietto.- dico, senza voce dopo tutto questo silenzio.-Non che questo migliori molto le cose, perhcè ho detto che stavo venendo a cercare te e quindi saranno lo stesso molto, molto arrabbiate.

Lui scuote la testa, rassegnato.-Grazie al Cielo non ti è successo nulla.- mi cinge la vita con un braccio, attirandomi a sè e affondando il viso nei miei capelli, inspirando il mio profumo. - Ciao, piccola.

-Ciao, Alexei. -sorrido, appoggiando la testa alla sua spalla: mi mancava il suo abbraccio.-Mi spiace di aver dovuto ricorrere a una cosa del genere per parlare... Non mi pareva di avere altra scelta.

-Beh, mi permette di stare solo con te, quindi non fingerò di essere risentito.- lui si illumina mentre mi guarda, fissandomi come se fossi qualcosa di raro e bellissimo: abbasso lo sguardo sui miei pantaloni neri e sulla felpa scura che ho messo senza prestare molta attenzione, dato che non volevo fare troppo rumore nel vestirmi.- Mi guardi...strano.

-Ti guardo perché mi piaci.- ribatte lui accarezzandomi il viso. Mi scosta i capelli dal collo e soffoca una risatina. -Carino... Adesso è viola. È ancora lì. Sono più bravo i quello che pensavo, allora.

Avvampo. Non ammetterò che ho passato gli ultimi giorni a chiedermi come abbia fatto a farmi stare così bene solo facendo questa cosa al mio collo.- Lo so...Io...l'ho visto nello specchio. Come è andata la...riunione? Sì insomma, con Matthew.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora