Capitolo 18.- Nessuno può salvarti

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ATTENZIONE: IL CAPITOLO CONTIENE SCENE DI VIOLENZA FISICA

Alexei – Beautiful disaster, Fedez; Mika

-Alexei che cosa...?- Roger mi viene incontro allarmato, con Nena accanto, che fissa Mimmo incerta.- Sei pallido. Cosa sta succedendo?

- Dove è Lullaby?- chiedo con un nodo in gola, guardando verso l'ingresso dell'Innominato: Emily mi sta ancora osservando, come se non capisse esattamente il motivo della mia angoscia.-Ditemi che è con voi.

-No.- Nena si stringe nelle spalle: ha in mano un bicchiere mezzo vuoto.-Non la vedo da quando siamo arrivati.

-Era con Helena, no?- Roger fissa per un attimo Mimmo, incerto.-Come mai lui è con te?

Mi passo una mano tremante tra i capelli.-Emily, dove...-ma prima che possa finire la frase mi volto e scopro che si è defilata, andandosene senza essere notata. Merda. Mimmo sospira.- Quindi che cazzo di fine ha fatto Benedict?

-Benedict?-Nena ci fissa, un po' perplessa; ha le labbra gonfie, il che mi fa sospettare potessero essere molto occupati.-Perchè dovremmo cercarlo? Era dentro prima. Vicino alla porta sul retro penso.

Estraggo il cellulare e chiamo Lullaby: il telefono squilla a vuoto per un attimo, mentre io mi sento sempre più spaesato, più solo, più colpevole. Perchè l'ho lasciata sola? Perchè non sono rimasto con lei? Avrei potuto impedire a Benedict di farle del male. Luxury... Porca puttana è una droga, se avesse avuto una qualche reazione avversa? Merda. Merda. Merda. Alla fine scatta la segreteria ed alzo lo sguardo, fissando Mimmo che attende impaziente, giocherellando nervosamente con la perlina di plastica gialla.-Non risponde.

Roger mi parla in russo, allarmato.- Alexei, cosa sta succedendo? Che cosa c'entra Benedict?

-Lullaby.-dico solo, disperato.- Benedict l'ha portata chissà dove! Devo... devo trovarla.

-Calmati.- Roger mi posa la mano sulla spalla, abbassando la voce anche se nè Mimmo nè Nena possono capirlo.- Cerca di riprendere il controllo. Pensa. Dove può averle portata?

-Non riesco a respirare, Roger, non riesco a respirare se lei è in pericolo.-mormoro, stringendogli le braccia, affondando le dita nella sua carne.-Devi aiutarmi a trovarla. Per favore.

-Okay.- si volta verso Nena.- Cerca gli altri. Lullaby è sparita ed è in pericolo.

Lei sussulta, poi mi scocca un'occhiata e indietreggia, rientrando nella discoteca: Roger mi scrolla delicatamente e io scuoto la testa, sforzandomi di riprendere il controllo, sforzandomi di non pensare a cosa potrebbe farle.

-Grazie.- mi raddrizzo.- Mimmo. Benedict... chi ha violentato?

Lui si stringe nelle spalle.- Una cameriera di un locale che frequentava, a Gorizia.-stringe i denti.- Almeno, lei è l'unica che lo ha denunciato. Io credo che abbia fatto anche di peggio. Te l'ho detto, è pericoloso.

Roger fischia piano, impallidendo.-Merda. E perchè pensi che sia con lei?

-Me lo ha detto Emily.- mi passo la mano sul viso: cerco di schiarirmi le idee, ma respirare è difficilissimo, cazzo. -Ma dove è andato?

-Piacerebbe saperlo anche a me.- mormora Mimmo con un brivido violento che lo scuote.-Dove l'ha portata?

Scuoto il capo, senza sapere cosa dire: dove sei piccola? Stringo il cellulare e provo il desiderio irragionevole di scriverle, anche se so che probabilmente non può rispondermi. Rabbrividisco.-Dobbiamo dividerci.

-Sì, non appena arrivano le ragazze... potrebbe essere ovunque.-Rpger esita, guardandomi.- Alexei...

Non voglio che lo dica, non voglio che dica che probabilmente non riusciremo a trovarla: stringo i pugni, cercando di ragionare come Benedict. Vuole che abbia paura, vuole che sia paralizzata, che non riesca a difendersi, ha bisogno di un posto che la terrorizzi, perchè non c'è modo che Lullaby non cerchi di ribellarsi. Deve per forza aver trovato un posto dove sia spaventata, che sia isolato che... per un attimo il ricordo del suo viso pallido mentre osservava la Grotta quel pomeriggio mi distrae dal resto. "Ho sempre paura che Matthew possa rifarlo". Non so quanto sia coerente il mio ragionamento, ma meglio di così non posso fare.

-Mimmo.- dico lentamente, avviandomi alla macchina.- Credo di sapere dove sono. Andiamo.

-Vengo con voi.- Roger muove un passo, ma lo blocco.- Se mi sto sbagliando ho bisogno che siate qui, che possiate andare a cercarla altrove. Devi avvisare Nena e Ceci, va bene? Loro avranno qualche idea. Io devo... dobbiamo andare.

Roger mi stringe per un attimo il braccio, poi mi lascia andare.- Fammi sapere qualcosa, Alexei. E per favore, stai attento.


Lullaby - Falling inside the black, Skillet

Schiaffeggio Benedict, indietreggiando in preda alla nausea.-Non toccarmi! Non voglio chiederti scusa!

Mi guarda livido dall'alto. -Come se mi importasse quello che vuoi tu.- sussurra e dalla tasca estrae di nuovo il coltellino a serramanico e lo fa scattare.-Stai buona, Lullaby, prima che decida di usare questo.

Lo guardo raddrizzandomi in ginocchio, mentre una forza che non mi appartiene mi anima. Non sono mai stata così arrabbiata, mai.- Fallo se ne ha il fegato. Uccidimi!

Mi da' un calcio nelle costole, forte abbastanza da farmi restare senza fiato, poi mi solleva per i capelli con violenza e mi bacia. Non ha niente a che vedere con i baci di Alexei, con le sue carezze leggere e dolci, con la sua bocca morbida e controllata, con la sua paura di potermi fare del male: nonostante abbia le labbra già doloranti, pare premere appositamente più forte, straziandomi per il dolore. Le dita di Benedict esplorano il mio corpo facendomi rabbrividire per la paura, fino al bordo della biancheria. La sua lingua mi invade la bocca, non voluta, fino in gola, facendomi soffocare. Mi morde il labbro con violenza, strappandomi un gemito di dolore. Sorride, fissando il sangue che mi cola sul mento.-Ti piace eh?- sibila.

-No, mi fa schifo. Tu mi fai schifo!- dico contro le sue labbra, voltandomi dall'altra parte.

Lui mi getta a terra di nuovo e mi da' un altro calcio, più forte. -Stupida cagna!- dice alzandosi e guardandomi.- Vuoi Alexei, vero? In questo momento non vorresti che fosse qui a tenerti la manina a dirti che andrà tutto bene? Come cazzo puoi fidarti di lui ma non di me?

Deglutisco.- Perché fai questo, forse?- sussurro.- Credevo che fossi mio amico.

Stavolta mi colpisce sulla gamba con un calcio, afferrandomi subito per i capelli per farmi raddrizzare e spingendomi contro la parete con il suo corpo.

-Stai zitta e buona.- mi sussurra all'orecchio.- Stai ferma. Se non ti avesse già scopato lui, cazzo... Mi fai un effetto che non ti immagini. Chiedimi scusa, Luly, o ti romperò le dita una per una.

-No. - ripeto con voce tremante. - Non ti chiederò scusa!

Resto immobile, paralizzata, mentre la sua mano risale lentamente verso il mio seno e lo stringe, l'altra che mi accarezza facendomi pizzicare gli occhi dal desiderio di piangere....-Questo vestito è stata una pessima scelta. Davvero pessima.-lo solleva e fissa il pizzo della mia biancheria.- Dopotutto ormai sei una puttana, no? Mi fai un po' senso, ma alla fine dei conti...

Gli do una testata così violenta da farlo barcollare indietro, le mani sul viso, imprecando. Mi volto e gli infilo con violenza il tacco nel piede, cercando di scappare: ma non basta. Non basta, perché io sono la metà di lui e perché per quanto finga che non sia così, sono troppo spaventata per pensare coerentemente e forse anche quella roba che mi ha fatto aspirare non aiuta. Mi prende per le braccia, sbattendomi a terra e salendomi sopra, premendomi contro la roccia, e dandomi un pugno di nuovo sulle labbra, che mi strappa un urlo. Poi mi volta verso di sé, bloccandomi ansante a terra, fissandomi cupo.

-Mi stai facendo arrabbiare.- ringhia, il coltello che scivola piano lungo il mio collo e sulla spalla, tagliando la spallina del vestito.- Qui nessuno può salvarti. Chiedimi scusa, puttana!

Per tutta risposta gli sputo in faccia.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora