Capitolo 22.- Deve stare bene

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Lullaby.- Mi fiderò, Marco Mengoni; Madame

Tengo la testa appoggiata alla spalla di Alexei, mentre le sue braccia mi cullano con dolcezza: vorrei protestare, dirgli che non sono una bambina e che so camminare, non serve che mi porti in questo modo... ma sto così bene in questo momento, mi sento così protetta che non ne ho la forza. Sono così stanca, mi fanno così male le costole e le gambe che dopotutto non è male essere portata in braccio. Ho la sensazione che mantenere la calma e non dare di matto per quello che è successo gli stia costando tutte le energie residue: so di chiedergli molto, che vendicarsi di Benedict lo farebbe stare meglio, ma voglio davvero che questa storia finisca e l'unico modo è evitare che Alexei possa volerlo affrontare di nuovo.

China il capo a sfiorarmi la testa con un bacio.-Ci sono qui io, piccola.

Sorrido.- Lo so. È comodo avere un fidanzato che riesce a portarmi di peso.

Lui dà in una risata incerta, stringendomi.

Arriviamo al Tetto el Mondo dove tutto è iniziato poche ore fa. O sono stati solo minuti? Alexei respira tra i miei capelli, baciandomi la tempia, stringendomi contro di sè con facilità mentre chiudo gli occhi. Voglio solo dormire. Voglio solo che mi tenga così per tutta la notte, in modo da placare i miei incubi e dormire. Dormire con lui, stretta a lui come quella volta, nella mia stanza, al sicuro da tutto e tutti....

Ho freddo e sento un dolore terribile in tutto il corpo, ma la cosa peggiore è la sensazione di essere sporca, una sensazione che nonostante i suoi baci e le sue carezze non riesco del tutto ad allontanare.

-Devo chiamare gli altri. Per te va bene?- mi chiede dolcemente d'un tratto, fissandomi dall'alto: mi osserva con dolcezza, gli occhi grigi spalancati, le pupille dilatate, le labbra che sembrano trattenersi a forza dal cercare le mie. E Dio solo sa quando io mi devo trattenere dal cercare lui. -Sei pronta?

-Non lo so.- dico con voce roca. -Ma devi farlo. Saranno preoccupatissime.

Lui si guarda attorno, poi devia verso il bosco e si ferma al limitare della strada, su una panchina di pietra incavata, la prima di una lunga fila di panche più o meno uguali che si dipanano lungo il sentiero: la Conigliera. In altre circostanze mi farebbe forse arrossire l'idea che Alexei voglia stare con me in un posto dove notoriamente si fa sesso, e forse proverei a fare qualche battuta e lui risponderebbe a tono: ma ora è solo premuroso che stia cercando un posto dove farmi riposare e non riesco davvero a pensare altro che a quanto sia dolce quando si tratta di me.

Si siede, facendomi scivolare accanto a lui, giù dal suo grembo. Sulle prime mi irrigidisco per il contatto gelido della pietra ruvida conto la pelle, ma poi mi rilasso, appoggiando la testa alla sua spalla e respirando lentamente, cercando di calmarmi del tutto, di convincermi che va tutto bene.

Alexei mi bacia la fronte. -Comoda? -annuisco sorridendo e lui estrae il cellulare e chiama qualcuno.-Roger? Sì... è con me. Sta bene. Siamo sul tetto e... Nena, sta bene. No, davvero, sta... Sta bene!

-Forse dovrei parlarci io.- commento incerta e tendo la mano. Alexei mi passa il telefono, apparentemente sollevato . -Ehy.

La voce di Nena mi assorda.- Luly! Gesù santissimo, Luly! Stai bene! Dove sei? Va tutto bene? Stai male? Chiamo i tuoi?

Faccio una smorfia.- No! Sto bene. Sono con Alexei, va tutto... tutto bene.

-Dammi!- Ceci si intromette nella conversazione, anche lei del tutto fuori di sè. -Dove siete?

-Sul Tetto.- mormoro e Alexei si china un po', parlando ad alta voce. - Roger, chiama Luke. Digli di passare a prendere Matthew, non me ne importa un cazzo se deve tirarlo giù dal letto. Voglio che venga sul Tetto! Digli che se lo farà saremo pari.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora