Capitolo 21.-Nel buio

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Lullaby - Terrify the dark, Skillet

Se un paio di settimane fa qualcuno mi avesse detto che Alexei Peskov mi avrebbe lasciato scivolare nel mio letto con dolcezza infinita, dopo avermi portato tra le braccia, mi sarei come minimo messa a ridere.

Alexei Peskov in casa mia in piena notte? È la barzelletta dell'anno, se non del decennio.

Alexei Peskov che mi tiene tra le braccia e mi da' dei bacini sulla testa? Andiamo, sembra ridicolo solo a pensarlo.

Eppure, eccoci qui.

Lo guardo con la coda dell'occhio mentre esamina la mia camera con aria incuriosita, raddrizzandosi e infilando le mani in tasca: è veramente interessato a...a me. Questo non può essere normale. Non può essere così naturale vederlo nella mia stanza, non può essere così semplice parlare con lui, sorridere e dirgli cose che a volte non ammetto neppure a me stessa.

Merda Lullaby questa cosa sta andando troppo in fretta: ho l'impressione che potrei avere un attacco di panico da un momento all'altro e mi porto una mano al petto, premendola contro lo sterno, il cuore che galoppa sfiorando la tachicardia... E poi Alexei parla.

-Questa camera ha il tuo profumo. Mi piace. - sorride quando sollevo lo sguardo e i suoi occhi intrappolano i miei. - Come si chiama?

-Eh...Hypnotic poison. - sussurro, arrossendo violentemente. Lui sorride di nuovo.- Un nome adatto.

Si allontana un po' dal letto e ferma a guardare gli scaffali dei libri, accarezzando con le punte delle dita affusolate i volumi ordinati secondo l'altezza, gli occhi grigi che si spostano a leggere i titoli rapidamente: vederlo curiosare nella mia vita mi sembra così naturale che non me la sento di essere imbarazzata. Mi limito a guardarlo, sorpresa e allo stesso tempo sollevata che sia qui: la paura mi scivola di dosso quando Alexei è con me, come se potesse illuminare il buio con la sua sola presenza.

Solleva un peluche a forma di koala che Nena mi ha regalato anni fa e mi guarda alzando un sopracciglio.- Ti piacciono le cose morbide, eh?-osserva divertito la pila di cuscini dalle forme bizzarre sul letto, Milky che lo scruta con occhi luminosi dal mio grembo, il mio peluche preferito, un orsetto rosa, che troneggia sulla sedia della scrivania, le numerose coperte ammonticchiate sul letto.

Arrossisco e abbraccio Milky, accarezzandole le orecchie.- Sì. Mi fanno sentire... coccolata.

Lui alza l'angolo della bocca, posando il koala al suo posto con delicatezza. -Mi piace la tua stanza, ti rispecchia.- si muove per guardare le cornici posate sulla scrivania, sollevandone una. -Oh, allora esiste almeno una foto di te con quel vestito.

Alzo gli occhi al cielo.- Soleil ha insisto: mi ripeteva come un disco rotto che ero troppo bella per non farmi una foto.

-Bizzarro, è la stessa cosa che penso io quasi ogni giorno.- sorride, sedendosi sul bordo del letto matrimoniale, che cigola appena; accidenti, Alexei Peskov è nel mio letto. Mi mordo un labbro per evitare che mi sfugga una risatina nervosa: non avevo mai programmato o previsto che questo potesse accadere. -Ti piace la fotografia?

-Mi piace la bellezza. - commenta lui con un luccichio negli occhi e ricordo vagamente di averlo sentito questa stessa frase in passato: mi rendo conto che si riferisce a me ed avvampo violentemente, stringendo nervosamente Milky. - Sei alta un metro e mezzo, cosa te ne fai di un letto così grande?

Gli faccio una boccaccia. -Anche lei dorme con me. - accenno a Milky, che agita la coda gonfia, scrutando Alexei con i suoi occhi azzurri. Si tende e lo annusa, i baffi che vibrano leggermente. Alexei le gratta la testolina morbida, tra le orecchiette basse: guardare le sue dita affusolate mi fa avvampare senza una vera ragione, così mi concentro sulle mie mani, strette in grembo.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora