Capitolo 9.- Piccola

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Lullaby – Tetris, Pinguini Tattici Nucleari

-Fantastico.- borbotta Roger lasciandosi scivolare dentro casa e gettando la giacca grondante di lato con una smorfia, guardandosi i jeans che gocciolano sul pavimento lindo.- Sono bagnato fradicio. Iulia mi ucciderà, sto inondando il suo amato ingresso.

Ci accalchiamo nel corridoio della villetta di Alexei, rifugiandoci dalla pioggia battente, cercando di scappare dai tuoni e dal vento che si è sollevato impetuoso: i temporali estivi, diceva sempre mia nonna mentre andavamo nei boschi quando ero piccola, sono difficili da prevedere; a volte puoi indovinare se pioverà guardando il cielo, ma quando esattamente e con quale intensità sono dei misteri e potresti trovarti a cercare riparo da un mezzo uragano, o a correre sotto una pioggerellina tiepida e quasi piacevole. Ovviamente noi rientriamo nel primo caso.

-Io potrei uccidere Frederique.- commenta Mimmo, scrollando la testa come un cane bagnato.-Mi ha abbandonato qui. Senza macchina. Lo sto un po' odiando.

-Beh, quantomeno hai l'occasione di vedere la casa di Alexei.-commenta Nena acida, senza guardarlo.-Siete amiconi ora, no?

Mi scosto i capelli bagnati dalla fronte, sospirando.- Nena...Ti prego. Non peggiorare la situazione.

Lei fa una piccola smorfia, ma resta in silenzio mentre Ceci si contorce per chiudere la porta: è l'ultima ad entrare e proprio mentre fa scattare la serratura un tuono risuona sopra l'ululato del vento, facendomi sussultare. Mi addosso alla parete, accanto ad Alexei, che sta guardando nervosamente la pozza d'acqua che va allargandosi ai nostri piedi.- Mia madre mi ucciderà se non pulisco questo macello. È una fortuna vivere vicini al Fiume.

-Certo, come no.- borbotta Nena con una smorfia, sempre più acida.- Siamo fortunatissimi ad essere stati bloccati a casa tua da un uragano!

Ceci le da un colpetto sul braccio.- Dai musona, è solo un po' di acqua.- il suo tono è forzatamente allegro e mi fa intuire quanto sia indispettita dal comportamento della nostra amica, che oggi pare avere da ridere su tutto.-Piuttosto i nostri disegni i sono rovinati?

Robert stringe al petto una borsa nera come se fosse il suo tesoro più prezioso: così ingobbito, i capelli lisciati dalla pioggia, mi ricorda leggermente Gollum e trattengo a stento un sorriso quando lo vedo controllare discretamente il contenuto della sua sacca.- Pare di no, ma chi può dirlo con questo buio? Alexei possiamo usare il tuo tavolo? Stiamo lavorando ad un progetto.

-Certo.- lui sospira, scostandosi i capelli rossi dalla fronte.- Fate come foste a casa vostra.

Roger fa strada, aprendo la porta del salotto.-Vado a cercare qualche asciugamano. Mettetevi comodi.

Mimmo osserva diffidente l'esposizione di quadri nell'ingresso, chiaramente impressionato.- Un posticino da ricchi, Peskov.

Alexei si muove a disagio alle mie spalle: ho l'impressione che essere definito ricco non gli faccia piacere, ma è difficile negare che i suoi genitori siano benestanti. Casa mia non potrebbe essere così raffinata neppure in mille anni di lavoro della famiglia intera.- Se preferisci stare fuori nel bel mezzo del temporale, sei ben accetto.

Lui ridacchia, poi mi scompiglia affettuosamente i capelli.- Oh no, non vedo l'ora di ficcare il naso nella tua vita privata, Alexei.

Sorrido: Mimmo mi piace. È simpatico, gentile e ha un certo non so che di fraterno: mi ricorda un po' Lucas a tratti, ma con più muscoli e meno ossessionato dai giochi da tavolo. Nena strizza la maglietta tirandola per un lembo, scoccando un'occhiataccia ad Alexei.-Finiamo sempre a casa tua in un modo o nell'altro. Inizio a credere sia tutta una tattica per portarti a letto Lullaby.

Un disastro da amare (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora