Un disastro da amare (IN REVISIONE)

Capitolo 12.- Le Gemelle Diverse

Alexei - Ho spento il cielo, Tommaso Paradiso; Rkomi

Mezz'ora dopo siamo seduti sul letto di Frannie, mentre lei e la gemella ci guardano da quello di loro sorella Andrea, con due identiche espressioni combattute in viso; vedermi arrivare a casa loro senza preavviso con Lullaby non le ha messe nello stato d'animo migliore per iniziare una trattativa, ma l'idea di allontanarmi da lei non mi piace: ho i brividi al pensiero di cosa sarebbe potuto accaderle se Mimmo mi avesse davvero messo al tappeto. E non riesco a concentrarmi sulle parole di lei che tenta di spiegare cosa vogliamo fare, perchè ho cambiato idea, come dovremmo agire; tutto quello a cui riesco a pensare lucidamente è il suo corpo stretto contro il mio, quell'abbraccio che mi ha acceso dentro una lucetta come non era mai successo prima.

Cerco di concentrarmi sulla stanza delle gemelle diverse, ma non c'è nulla, assolutamente nulla, che funzioni: il letto a castello- per Frannie ed Helena- e quello singolo di Andrea, loro sorella minore, occupano lo spazio disponibile, lasciando solo uno stretto pertugio fino alla porta. La finestra è una piccola feritoia e un armadio diviso in scomparti la oscura parzialmente. Poster e foto tappezzano i muri tinteggiati di un colore incerto tra il rosa e il viola. Il profumo di crema, limone, lillà e non so che altro si mescolano a creare qualcosa di unico e stranamente rilassante: delle candele colorate sono allineati sugli scaffali, libri e peluche posati sulle mensole insieme ad un paio di trofei. Un grosso cane bianco e considerevolmente sporco sta sdraiato tra i letti, ansante per il caldo, come un tappeto morbido e peloso; rivolge i suoi occhi azzurrognoli su di me, come se sapesse che non sono nel posto giusto.

Non c'è nulla che mi possa distrarre dal pensiero degli occhi di Mimmo, dai suoi avvertimenti sul mio essere un pericolo, dal soprannome Lulylu. Lei mi ha detto che non sa cosa voglia dire, che nessuno l'ha mai chiamata così: lei si chiama Lulu per tutti, al massimo Luly o Luluy. O Lullaby. Ho scoperto che sono l'unico a chiamarla sempre così: gli altri usano il suo vero nome solo quando sono arrabbiati. A me piace come suona. Lullaby...Perché un nome mi incanta così tanto? Lullaby. Lullaby. Una ninnananna. Un nome dolce per una ragazza dolce.

E di nuovo sento il suo profumo.

-E noi abbiamo assolutamente bisogno di parare con Matthew, senza che lui cerchi di cavare gli occhi ad Alexei.- conclude lei dandomi una gomitata. Annuisco, rendendomi conto di essermi perso gran parte del suo discorso; mi distraggo fin troppo facilmente con lei, non va bene per nulla. Vado completamente in tilt ultimamente.

Frannie ci guarda con gli occhi socchiusi, allarmata: porta un paio di pantaloncini da calcio e una maglietta corta, probabilmente pronta per una serata di serie tv a letto, mentre Helena sta infilando degli stivaletti con un tacco a stiletto, silenziosa.

- Non lo so... Lulu potrebbe essere...Sai che...- scocca un'occhiata circospetta nella mia direzione, poi continua.-Non so; ieri sera non avevo riflettuto bene quando ti ho proposto di aiutarlo. Odia Alexei dopo che gli ha quasi rotto il naso e tu sei...

-Non vogliamo che ti metta nei guai.-conclude Helena, alzando gli occhi.-Davvero Luly. Non...Sappiamo che Matthew non è un tuo fan e che tu sicuramente non vuoi vederlo.

-Non devo vedere lui, ma Benedict.- ribatte, allungando la mano per accarezzare il grasso cane a terra.-Ho solo bisogno che mettiate una buona parola. Che non... che non gli strappi i capelli appena lo vedrà, ecco tutto.

Le due gemelle si scambiano un'occhiata.- Non lo so. Potrebbe essere pericoloso, non credi? Andare a... rivangare certe cose.

Scatto subito.- Non voglio che tu faccia niente di pericoloso! Sei già abbastanza nei guai così, Lullaby.

-Non sei tu a decidere.- sbotta lei e distoglie lo sguardo da me, arrabbiata e al tempo stesso chiaramente preoccupata che le amiche possano rifiutarsi si aiutarla.- Non sai di cosa stiamo parlando, non c'è nessun...