Lullaby
Lui si volta, le ciglia aggrottate, allontanando a malincuore il viso dal mio. Il suo braccio si irrigidisce e la presa attorno alla mia vita si fa ferrea; mi giro sorpresa dalla sua reazione a scrutare, come tutti, il Tetto del Mondo.
Per essere un pomeriggio di fine agosto sonnacchioso e nuvoloso, preludio all'autunno, è piuttosto affollato: un gruppo di bambini si rincorre sotto una macchia di alberi, delle anziane leggono sulle panche di legno e tutto il prato è costellato di coperte e gruppetti di ragazzini che si godono il clima tiepido se non proprio il sole, oscurato dalle nuvole; a poco meno di cinquanta metri da noi vedo tre persone venire nella nostra direzione, decise e senza quell'aria svagata che accomuna la maggior parte dei turisti.
Sul nostro gruppo è sceso il silenzio: gli avvenimenti delle ultime settimane ci hanno insegnato che non è un buon segnale vedere tre persone puntare dritte su di noi senza ragione; cerco di dirmi che probabilmente stanno solo cercando un posto dove stendersi, ma mi rendo conto che mi sto illudendo. É chiaro che sono qui per altro: non portano pantaloncini o coperte in spalla, bensì jeans e magliette scure, quindi probabilmente sono appena usciti di casa. E sembrano puntare proprio su di noi, senza deviare, senza neppure cercare con lo sguardo un posto libero da qualche parte.
Guardo Alexei, che è livido, gli occhi socchiusi a valutare i nuovi arrivati.- Cosa cazzo fanno qui?
-Cosa succede?-chiedo agitata, portando di nuovo gli occhi sulle tre figure; sono più vicine ora e le riconosco con un sussulto: Giulio che sfoggia il suo solito sorrisetto sprezzante, Philip, molto teso e Benedict, gli occhiali da sole calati a coprire il viso tumefatto.
Robert impreca e si alza nervosamente.- Dobbiamo andarcene?
Cece scuote la testa.- Non intendo scappare davanti a loro! Vero Lullaby?
-No.- dico con decisione, sfoggiando una sicurezza che sono ben lungi dal provare; Alexei sa che sto mentendo, ma mi stringe più forte, guardando Roger.- Come hanno saputo che eravamo qui?
Lui si stringe nelle spalle, fissandoli preoccupato.- Forse hanno tirato a indovinare.
-Non veniamo mai a Cerulo.- faccio notare, con un senso di oppressione al petto; siamo qui solo perchè Frannie e Elena hanno insistito nel non allontanarsi troppo da casa. Scocco un'occhiata a Nena, che tiene gli occhi fissi su Giulio con una strana espressione: non sembra affatto sorpresa; sono colta da una sensazione che non mi piace.- Non gli hai per caso detto... ?
Lei non risponde, chinando un po' la tesa: quanto di più simile ad una confessione. Se non fosse stata Nena, reagirebbe con espressione rabbiosa e con domande seccate sulla presenza del suo ex ragazzo... chiaramente sapeva che sarebbero arrivati.
Cece pare sconvolta.- Nena ma cosa ti è saltato in mente?
-Giulio voleva parlare.- ribatte lei lentamente e vedo Roger impallidire e voltare la testa.- Non credevo avrebbe portato una scorta!
Istintivamente mi stringo ad Alexei mentre si avvicinano, rabbrividendo; lui guarda la bruciatura tonda sul mio braccio e si oscura.-Ci sono qui io.-sussurra al mio orecchio.- Va tutto bene, piccola, rilassati...
-Cosa vo...vogliono?-balbetto preoccupata, quando il gruppetto è ormai vicino; non possiamo più andarcene senza finire inseguiti, mi rendo conto: non resta che lo scontro diretto.
-Non lo voglio sapere.- sussurra cupo lui, lanciando un'occhiata a Roger; non l'ho mai visto così tirato, ma annuisce alla volta dell'amico e si alza, avvicinandosi a Robert.- Non devono avvicinarsi.
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Un disastro da amare (IN REVISIONE)
RomansaIL RACCONTO ATTUALMENTE STA SUBENDO UNA FASE DI REVISIONE E CORREZIONE CHE NE MODIFICHERA' ELEMENTI ANCHE FONDAMENTALI. CIO' CHE LEGGERETE ORA QUINDI POTREBBE ESSERE DEL TUTTO DIVERSO TRA POCHE SETTIMANE. PINGUINO AVVISATO, MEZZO SALVATO .3 Lullaby...