Un disastro da amare (IN REVISIONE)

Capitolo 4.- Let the Chaos bring you to life

Lullaby – Chaos, Like a Storm

Lui si china e mi bacia le lacrime che hanno iniziato a scendere contro il mio volere di nuovo, come sempre quando dico troppo e so già che le cose non andranno bene. -Shht, piccola non piangere... va tutto bene, okay?

Non riesco a trattenere un piccolo singhiozzo e Alexei sospira, accarezzandomi la testa e sospingendomi contro il tronco dell'albero: le sue labbra scivolano sulla mia palpebra, sulla guancia, sul mento, sull'angolo delle labbra, mentre mi solleva contro di sè tenendomi per le cosce, le sue dita che si flettono delicate, la presa dolce, ma ferrea; istintivamente intreccio le gambe attorno ai suoi fianchi e passo le braccia attorno alle sue spalle, piangendo, lasciando che i ricordi fluiscano senza neppure tentare di fermarli.

Mi stringe a sè, tenendomi bloccata tra la corteccia e il suo corpo, continuando a baciarmi il viso e il collo, baci leggeri dietro l'orecchio, fino alla spalla nuda.-Andrà tutto bene, Lullaby, sono qui...-sussurra al mio orecchio.-Ci sono io adesso.

Gli passo le dita tra i capelli per restare in equilibrio, cercando di calmarmi, ma come posso riuscirci se lui mi sta tenendo così, stringendomi e coccolandomi come fossi una bambina? Come posso credere che le cose andranno male in questo momento di perfezione e pace in cui mi dimentico chi sono, chi è lui, chi siamo?

Mi asciuga le ultime lacrime ribelli con le punte delle dita, preoccupato e si china per guardarmi negli occhi. -Dimmi cosa è successo davvero.- gli dico lentamente e Alexei esita, poi si allontana appena da me, leccandosi le labbra, sempre tenendomi sollevata contro di lui.- Lullaby ne sei... Sicura?

-Voglio saperlo. -mormoro ed alzo la mano, scostandogli istintivamente una ciocca di capelli dall'occhio. Le sue pupille si dilatano mentre mi guarda e il suo respiro accelera. Sta quasi ansimando.

-Emily... mi ha portato nel gazebo dicendo che mi avrebbe detto qualcosa su di te. So che non avrei dovuto, mi dispiace così tanto... Ma stavo impazzendo. Volevo sapere qualcosa di più e sono stato così stupido da credere che...

-E cosa ti ha detto?- sussurro a disagio e immediatamente mi bacia la fronte, sollevandomi il viso con una mano; rimango per un attimo colpita dal fatto che mi stia sostenendo con un braccio solo.- Nulla, assolutamente nulla te lo giuro. Ho deciso che non volevo sentire nulla da lei. Che non avrebbe potuto dirmi nulla che... che volessi sapere. Ho capito di aver fatto un errore, ma si è messa a piangere e cercavo di consolarla, di essere il tipo di persona che merita te, gentile ed empatica e... E mi è saltata addosso. Cercavo di scrollarmela di dosso senza farle male e poi tu e Benedict siete... siete piombati lì. Sono un idiota Lullaby, ma ti prego... ti prego... credimi quando dico che non mi è mai neppure passato per la testa di baciarla.

Abbassa gli occhi, come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo: sembra si sia tolto un peso enorme dalle spalle e qualcosa nel suo tono mi induce a credergli, a credere ciecamente che Alexei Peskov non abbia baciato Emily e non abbia mai voluto farlo.

-Roger ha detto che lui ti credeva, che non era colpa tua.- arrossisco.- Lo ha detto a Nena, un paio di giorni dopo quello che era successo e lei lo ha... lo ha preso a calci.

- Tu sei libera di non credermi. Non sei tenuta a essere come lui... sa cose di me che tu non puoi sapere.- mi accarezza la spalla dolcemente, con un piccolo sorriso infelice.- Non mi devi perdonare, Lullaby. Io sono colpevole... ma sono contento di avertene parlato. Mi... mi stava uccidendo non averti detto quanto cazzo mi dispiace di essere stato un tale stronzo.

-Lo sei davvero?- mormoro, appoggiandomi al tronco, che mi graffia la pelle delle braccia.- Credevo fossi scappato da me perchè hai saputo la verità... Di... di farti pena.