Le differenze sono una scelta.Una scelta che io non voglio prendere. Sono consapevole che la mia vita e quella di Alex hanno, da anni, preso strade diverse ma anche in quel caso, si trattava di scelte, non mie per essere precisi.
Le parole di mia madre rimbombano nella mia testa da giorni ormai e non sono mai stata in grado di darmi delle risposte. L'astio che c'è fra la sua e la mia famiglia mi ha sempre infastidita e incuriosita allo stesso tempo. Sono sicura che dietro ci sia qualcosa di ben più grande e complesso rispetto a quello che io posso immaginare.
Dopo quasi un mese sono riuscita a ricomprare quel maledetto libro di matematica, non era acqua quella in cui Dave ha deciso di lavarlo ma qualcosa che a lungo andare ha letteralmente disintegrato ogni pagina. Non so di cosa si tratti ma dall'odore che emanava, nulla di gradevole.
"Grazie, alla prossima".
"Spero di no", borbotto fra me e me chiudendo la porta della libreria alle mie spalle. E' tardo pomeriggio e dovrei già essere da Gin. Ultimamente ho seri problemi ad organizzare la mia giornata. Sono passata dalla nullafacenza totale al non avere neppure più il tempo di guardarmi allo specchio e i miei capelli ne sono la prova.
Passo una mano fra questi cercando di domarli inutilmente. La primavera inizia a farsi sentire così come quei gradi in più che rendono ancora più ridicolo il maglione nero che ho deciso di indossare oggi a lezione. Dave non ha perso l'occasione per affibbiarmi qualche altra strana patologia, così come i miei dolci compagni di classe, quella per deridermi e offendermi in ogni modo possibile. Spesso mi chiedo perchè le persone sono così cattive fra loro, a quale scopo? Ma sopratutto cosa ci guadagnano? La risposta, è che forse dietro la mia faccia tosta, da dura, si nasconde un'ingenuità di cui a volte mi vergogno. Nessuno fà nulla per nulla ed è arrivato il momento di ficcarmelo bene in testa. Cammino lungo il marciapiede costeggiato da tantissimi negozi e turisti. Londra è magica. Sempre in festa, ma quando ci vivi da sempre, inizi a non sentirla più questa magia. Mi fermo al semaforo aspettando di poter attraversare, quando i miei occhi intercettano una chioma bionda che ultimamente sembra mi stia perseguitando.
"Prego", urla dalla sua auto facendomi cenno di attraversare.
"Preferisco aspettare il mio turno", replico non degnandola di uno sguardo, ma la sua risata ovattata dai suoni della città, giunge fin troppo chiara alle mie orecchie. "Cosa ti fà ridere esattamente?". Domando piccata e un altro sorriso sornione aleggia sul suo viso.
"Tu", replica passandosi una mano fra quei meravigliosi capelli.
"Beh, grazie", faccio una smorfia.
"Non in senso cattivo. Mi sei simpatica", precisa aggrottando la fronte quando la guardo male. "Vuoi un passaggio? Dove stai andando?". Chiede.
"No, grazie", faccio per muovermi ma lei continua a parlare ed io sono fin troppo curiosa e stupida per far finta di non averla sentita.
"Mi dispiace che Alex se la sia presa con te per quella busta".
"Non più del solito", sospiro. Non sono molto a mio agio in questa conversazione sapendo quello che quei due fanno insieme. Almeno così mi ha detto lui, ma non ho motivo di dubitarne. Sono bellissimi e insieme sono.....perfetti.
"Alex è sempre molto suscettibile quando si tratta di te". Ora ha tutta la mia completa attenzione.
"Ti ha par-parlato di me?". Balbetto ma non posso fare altrimenti.
"A volte", sorride ancora. "Allora, lo vuoi un passaggio?". E prima che possa anche solo ragionare su quello che sto facendo, aggiro l'auto a salgo al suo fianco.
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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...