Capitolo 74

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Dormire con Alex è sicuramente una tra le cose che più mi piace fare. Svegliarmi con lui che mi guarda come se non esistesse altro, è di più.
"Da quanto?". Sussurro richiedendo gli occhi.
"Cosa?". Le sue dita accarezzano il mio viso. Non avrei mai immaginato che potesse essere tanto dolce con me, che potesse essere così.
"Mi guardi?". Mi mordo le labbra. Credo che l'imbarazzo che provo quando sono al suo fianco non passerà mai e credo, mi piaccia molto questa cosa. Come se fosse sempre la prima volta.
"Da un po'", sento il suo respiro battere sul mio viso, sorrido quando bacia la punta del mio naso.
"Non è corretto". Apro gli occhi.
"Ah si? Perché?".
"Mi mette in imbarazzo", sussurro guardandolo.
"Non dovrebbe", con le dita scende sulla mia schiena nuda. "In ogni caso, abituati", il suo sembra quasi un ordine. Un ordine bellissimo.
"Quanto sei antipatico". Arriccio il naso.
"Ne sono consapevole". Si avvicina alle mie labbra baciandole dapprima piano, poi in un modo totalmente diverso. Le sue braccia si chiudono attorno al mio corpo, e in un attimo mi ritrovo sotto il suo possente e bello da morire.
"Menomale", sorrido sulle sue labbra sperando di non essere troppo orribile appena sveglia. A lui, però, non sembra importare più di tanto dato il modo in cui continua a stringermi a se, a baciarmi ed esplorare il mio corpo con le mani. Ma basta un attimo, solo uno per rovinare tutto.
"Oddio, levati", con una forza che non sapevo di avere lo scaravento giù dal letto. Corro come una pazza per raggiungere il bagno e vomitare anche l'anima.
"Sophia". Sento i suoi passi alle mie spalle.
"N-non entrare", gracchio con difficoltà. Poggio le mani sulle piastrelle del wc consapevole che non è finita qui.
Arrivo giusto in tempo alla porta e la chiudo prima che lui possa entrarmi e trovarmi in queste condizioni.
"Sophia che succede?". Batte un pugno contro la superficie di legno.
"Solo un att...", non riesco neppure a terminare la frase. Lo stomaco brucia come l'inferno così come la mia povera gola.
"Cazzo apri", urla mentre io mi accascio a terra senza forze. "Spostati", continua, e due secondi dopo la porta è completamente andata, almeno quanto lo sono io. "Sophia", afferra il mio viso fra le sue mani.
"No, ti prego", piagnucolo. "Esci, non voglio che tu mi veda così".
"Ma smettila", mi ammonisce aiutandomi a mettermi in piedi. Mi avvicino al lavandino afferrando subito lo spazzolino.
"Sto meglio", sussurro guardando a terra. Mi vergogno da morire. Solo a me possono succedere cose simili mentre bacio il ragazzo che amo.
"Cosa pensi sia...", poi ci guardiamo entrambi. Occhi spalancati, cuore che pompa a mille.
"No, è...impossibile", balbetto passandomi le mani fra i capelli che strapperei in questo momento.
Lui continua a guardami senza emettere un fiato.
"Che giorno è oggi?". Domando.
"Cosa? Ah, credo sia il 2 luglio. Credo", sbatte le palpebre. Tiro un sospiro di sollievo, sono ancora in tempo.
"Sarà stata la pizza", dico guardando ovunque tranne nei suoi occhi. Con due dita solleva il mio mento, poi mi abbraccia forte fino a quasi non farmi respirare. Non credo di aver provato qualcosa di così forte prima d'ora. Poggio la testa sul suo petto, ed è subito casa.
"Andrà tutto bene", sussurra fra i miei capelli. "Di qualunque cosa si tratti". Alzo lo sguardo.
"Davvero?". E mi sciolgo completamente davanti ai suoi occhi lucidi.
"Davvero", annuisce. "Hai bisogno di qualcosa?". Accarezza dolcemente il mio viso facendomi dimenticare persino il mio nome.
"No, la nausea è passata". Poggia la fronte contro la mia.
"Te la senti di andare a fare colazione?". Il suo cuore batte fortissimo.
"Si", gli sorrido e quando ricambia credo davvero che nulla possa più dividerci.

Gli occhi di Micol mi perforano il cervello. So che è impaziente di una mia risposta ma al momento non ci voglio pensare. Non sono nel pieno delle mie forze nonostante i tre muffin al cioccolato appena divorati.
"Che fine avete fatto ieri notte?". Domanda Natalie tenendosi la testa fra le mani.
"Siamo andati via, Sophia era stanca", replica Alex ammiccando nella mia direzione. Per poco non mi strozzo. Tuttavia ne io, ne tantomeno Alex riusciamo a non notare l'occhiataccia che Micol ci riserva. Sembra essere contrariato da qualcosa, e sembra, che Alex sappia bene di cosa si tratti.
"Ho una domanda?". Dave alza la mano come un bambino. "Ma quando torniamo a Londra? Insomma, cosa stiamo facendo qui esattamente?".
È una domanda che frulla anche nella mia testa da un po', ma poi quando ero con Alex non ci pensavo affatto.
"Non possiamo tornare a Londra", è proprio lui a rispondere. "Almeno non io e Sophia, tu fai quello che diavolo vuoi", sbotta.
"Quindi nom tornerete più a Londra?". Domanda Natalie spalancando gli occhi.
"Se dovesse essere necessario, no non torneremo più a Londra".
"Cosa?". Lo guardo. "Sei impazzito?".
"No, non sono impazzito", mi guarda male. "È rischioso tornare lì dopo che sei scappata da tuo padre, quante volte devo spiegartelo?".
"Ma lì ho tutta la mia vita", tento di spiegare e me ne pento quando noto il suo sguardo cambiare. Oserei dire che ci sia rimasto male. "Voglio dire....non possiamo scomparire così...per sempre. I miei amici sono preoccupati, Gin è preoccupato. Se tu mi lasciassi fare una telefonata...".
"Ad una condizione", si alza, tutti gli occhi dei presenti sono su di lui. Resto in ascolto, e non mi aspetto nulla di buono. "Che accetterai la probabilità di non poter più tornare a Londra senza troppe storie".
"Senza troppe storie", sbuffo una risata. "Pensi sia facile?".
"Non lo penso, ma è necessario". Lo sguardo serio, freddo, completamente diverso dall'Alex di qualche ora fa.
"Non voglio scappare tutta la vita". Mi alzo anch'io.
"Sophia ha ragione", interviene Micol. "Sicuramente ora è rischioso tonare li, ma non penso che questa storia durerà in eterno".
"Durerà fin quando Diego respirerà", ringhia fra i denti. So che ora è davvero incazzato e non voglio creare ulteriore scompiglio.
"Andiamo a fare questa telefonata", lo prendo per mano. Stranamente mi segue rafforzando la presa sulle mie dita.

La cura [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora