"Per come la penso io stiamo facendo una grande cazzata".
Da dieci minuti siamo nascosti fra le piante che precedono il muro e Dave, non si è trattenuto dal dire la sua.
"Io invece penso che sia una buona idea, non ne potevo più delle fialette sottomarca di Ale...oh", Natalie si porta una mano davanti la bocca. Io vorrei strozzarla.
"Che vuol dire?". Ridacchia Sophia per poi smettere dopo aver notato la mia espressione.
"Nulla", sospiro passandomi le mani fra i capelli. "Allora? Che si fa?".
Lei mi guarda male, consapevole della mia bugia.
"Io vado", sbotta sorpassandomi, due secondi ed ho già afferrato il suo polso.
"Vado io avanti", le dico cercando di tenere a bada il nervosismo. Non posso negare di essere preoccupato per quello che accadrà da qui a qualche minuto.
"E va bene", sbuffa Dave alle nostre spalle. "Insieme fino alla morte".
"Nessuno te lo ha chiesto", lo fulmino quando si affianca a Sophia guardandola più di quanto gli sia consentito fare. Credo sia arrivato il momento di riprendere in considerazione vecchie questioni.
"Smettetela", borbotta la mia ragazza, sempre più infastidita e qualcosa mi suggerisce di essere io il colpevole. Pochi passi e ci ritroviamo dove mai avrei pensato di tornare. Pensavo che Londra, in qualche modo, fosse solo un lontano ricordo da custodire. Troppo pericolosa per noi.
"Cosa dobbiamo fare?". Domanda Sophia stringendomi la mano ed è proprio questo che amo di lei, di noi.
Ci cerchiamo anche quando vorremmo scannarci, e lei ora vorrebbe farlo sul serio. So quanto odia le bugie e spesso, non so come, mi ritrovo a non poterne fare a meno pur di non farla soffrire.
"Noi nulla", replica Natalie con una scrollata di spalle. "Faranno tutto loro", ed è vero. Pochi secondi e quei muri iniziano a muoversi. Fissiamo tutto il buio che ne traspare fin quando una voce ci accoglie come forse non aveva mai fatto prima.
"Bentornati a casa, ragazzi".Sophia's pov
Passo in rassegna ogni dettaglio di questo posto. L'ultima volta che sono stata qui, Alex era troppo arrabbiato con me per farmi notare qualcosa, ora credo di avere tutto il tempo che voglio per poter scoprire ogni dettagli del muro.
La mano di Alex è ancorata alla mia, sembra che non abbia alcuna intenzione di lasciami andare e per quanto sia arrabbiata con lui per l'ennesima bugia che probabilmente mi ha detto, non posso fare a meno che sorridere dinanzi alle sue attenzioni per me.
"Da questa parte", guardo Carla e vorrei avere il potere di fulminarla con lo sguardo. Ci conduce in una stanza vuota e bianca. Prendiamo posto su dei divani neri prima che lei inizi a parlare.
"Tom è disperato", guarda me. "Se mi dai il permesso lo avviso che finalmente sei tornata a casa", mi sorride.
"Questa non è la mia casa", ringhio e sono sicura che Alex avrebbe risposto allo stesso modo data la sua mascella tesa.
"Lo so, ora può sembrarti tutto molto strano ma...abbiamo scoperto che anche tu hai subito la cura, quindi...sei dei nostri".
"Tutto questo è inquietante", borbotto. "Chi ve l'ha detto?".
"Micol ci ha mandato un messaggio prima di farci perdere le sue tracce", scuote il capo. "Erano anni che non lo sentivo e non avrei mai immaginato che stesse studiando, a nostra insaputa, qualcosa di così potente".
"Dovete trovare Gin", dico alzandomi e con me, Alex.
"Andremo a controllare", sussurra nel mio orecchio.
"Gin?". Carla spalanca gli occhi. "Il fratello di Diego?".
"Già, proprio lui", sbotto. "Ha avuto uno scontro con quel bastardo e...", le parole mi muoiono in bocca.
"E non sappiamo chi abbia avuto la meglio", interviene Natalie. "C'era anche il suo secondo genito, un tipo senza palle ma che al momento potrebbe ugualmente rappresenta un pericolo per Sophia", mi guarda.
"Capisco", sussurra Carla. "Non avevo idea che stesse succedendo tutto questo. Tom ti terrà al sicuro".
"Tom non dovrà fare nulla", la voce di Alex è carica di tensione. "Mi occuperò io di Sophia", mi abbraccia da dietro poggiando le mani sul mio grembo ed è lì che gli occhi di Carla finiscono, strabuzzandosi.
"Oh", schiude le labbra. "Tu..tu sei...".
"Aspetta mio figlio, Tom non dovrà neppure pensare di voler portar via Sophia da me. Questa è l'unica condizione per cui noi restiamo qui", mette in chiaro, e in qualche modo mi tranquillizzo.
"Certo", accenna un sorriso per nulla rilassato. Sono consapevole anch'io che mio padre non prenderà bene la notizia della mia gravidanza ma non m'importa affatto. "Cercherò di far ragionare Tom prima del vostro incontro".
"Bene", asserisce Alex facendomi poi sedere sulle sue gambe. Carla esce dalla stanza e so che non passerà più di qualche ora prima che un nuovo uragano si abbatta su di noi.
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La cura [H.S.]
Fanfic"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...