Sono tornata a casa con il risultato di trovarla vuota. Due giorni che non hanno mie notizie e questo è il risultato. Dopo che Natalie è andata via, Alex ha provato ad avvicinarsi ma me ne sono andata, liquidandolo con un vaffanculo.
Ho la sensazione che stia ancora una volta provando ad allontanarmi, ma poi ci sono momenti, piccoli e davvero brevi, in cui mostra il contrario, facendomi credere di essere quasi indispensabile per lui.
Il pensiero di stasera mi tormenta, ho voglia di andarci ma sapere che lui non apprezza la mia presenza mi frena.
Sono davanti il mio armadio e non so che fare, cosa mettere, se farlo...se restare a casa o meno.
Vorrei chiamare Eric e capire come, anche lui, sia finito in queste casino ma ovviamente Alex non poteva scegliere periodo migliore per rompere il mio telefono contro un muro.
Non so neppure come andare a questo drive in e sono abbastanza sicura che Alex non busserà mai alla mia porta per chiedermi di andare con lui.
Passo un'ora in questo modo, prima che il campanello suoni all'impazzata. Aggrotto la fronte e il cuore prende a battere inspiegabilmente forte. Non può essere lui, non può essere, e ne ho la conferma quando la prima cosa che vedo sono le lunghe e bellissime gambe di Natalie lasciate scoperte da un vestito schifosamente corto.
"Ciao Sophia", sorride e mi spinge verso l'interno senza troppe cerimonie.
"Ciao anche a te", borbotto confusa fissando la valigia rossa che ha fra le mani. "Ma credo che tu abbia sbagliato....porta", mormoro con tanto di smorfia che lei però neppure nota troppo presa a fare quello che sta facendo.
"Ti sbagli, sono proprio dopo devo essere". Annuisce con vigore.
"Non ti seguo", sospiro passandomi una mano fra i capelli.
"Hai fatto una doccia? Hai lavato i capelli? E la ceretta?".
"Hey, respira", ridacchio nervosamente. Sono già agitata di mio e non credo di aver bisogno che ci si metta anche lei.
"È tardi, il film non aspetta noi". Sbuffa con la testa nella valigia.
"Ah quindi....andiamo?", mi mordo le unghie. Ho l'ansia a mille.
"Ovvio, mi sembra ovvio", sbatte le palpebre per poi assottigliare lo sguardo. "Rosso, qui ci vuole del rosso".
"Rosso?". Mi avvicino abbassandomi al suo fianco. "Puoi rendermi partecipe di tutto questo?".
"Sto scegliendo cosa farti indossare", dice estraendo soddisfatta un pezzo di stoffa, per l'appunto rosso.
"Cosa non farmi indossare, vorrai dire", sgrano gli occhi quando lo avvicina al mio viso.
"Non fare storie e datti una mossa", si alza tirandomi per le braccia.
"Perché lo stai facendo?". Mi acciglio. "Non siamo amiche".
"Ma potremmo diventarlo", accenna un sorriso quasi insicuro e credo di aver battuto la testa. Trovo che in questo momento sia quasi adorabile.
"Non mi sei molto simpatica, ma mai dire mai. Si dice così, no?".
"Penso che tu abbia frainteso un bel po di cose", ridacchia.
"Quali cose?". La seguo mentre, come se fosse a casa sua, prosegue nel corridoio andando dritta nella mia stanza.
"Sei gelosa di me", poggia il vestito sul mio letto per poi andare a chiudere subito la tenda.
"Di te?". Sbuffo una risata che spero mascheri alla grande la mia voglia di annuire fino a farmi staccare la testa. "Sei un po' presuntuosa".
"E vanitosa", faccio un passo indietro quando la vedo avanzare nella mia direzione con fare minaccioso. "Su, mettiamo un po' in mostra tutto questo ben di Dio".
"Ehm...faccio io".
"Quello che volevo dire...è che devi star tranquilla".
"Non so di cosa tu stia parlando", dico mentre un po' in imbarazzo mi sfilo la maglia che indosso. "Perché dovrei essere gelosa di te?".
"Perché ti piace Alexander", scrolla le spalle mentre a me per poco la mascella tocca terra.
"Ma cosa dici?". La mia voce è stridula, più alta di quanto avrei voluto fosse. "Tu..stai...".
"Dicendo la verità", mi guarda con un sopracciglio aggrottato. "E io voglio aiutarti".
"I-in che senso?". Balbetto.
"Sophia, siete due stupidi. Su, sbrigati che siamo già in ritardo".
"Credimi, sei più strana di lui", sbuffo.
"Credimi, quelli strani siete voi", scuote il capo.
"Perché? Cosa sai tu?". Mi avvicino, sembro l'unica a non capirci nulla e forse è proprio così.
"Non mettermi in mezzo", sussurra in difficoltà. "Sono una sua amica e non posso...non posso dire nulla".
"Già", sospiro. "Lasciamo perdere, non voglio rovinarmi questa serata. A questo sicuramente penserà Alex".
"A dire la verità, ha detto che forse non sarebbe venuto", scrolla le spalle e quasi mi sento stupida per aver sperato il contrario. Non sarebbe cambiato nulla e probabilmente mi avrebbe ignorata per tutto il tempo. Gli riesce molto facile, infondo.
"Ah, meglio direi", mi mordo le labbra cercando di mascherare la delusione ma so di non esserci riuscita. Almeno non con Natalie.
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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...