"Tappi?".
Eric scoppia a ridere.
"Sai dove se li deve mettere quei tappi?". Sbotto. "È un condominio, non può fare quello che vuole".
"Sento puzza di provocazione", ridacchia Sara.
"Indirettamente ti ha invitata", aggiunge Eric.
"Non credo proprio", ridacchio nervosamente. "Non avete capito quello che mi ha detto? Mi ha gentilmente chiesto di stare lontano dai suoi amici e da casa sua...stasera", butto giù il mio caffè bollente.
"Da casa sua, ma non da casa tua", ammicca Eric.
"Non ho intenzione di starmene sul divano a subirmi le sue puttanate".
"E se organizzassimo un pigiama party?". Domanda Eric sbattendo le mani fra loro.
"Io lavoro", sbuffa Sara.
"Puoi sempre raggiungerci". Ammicca Eric scambiandosi uno strano sguardo con lei.
"Raggiungerci, dove?". Assottiglio lo sguardo.
"Casa tua è vuota".
"Casa mia è al fianco della sua", gli ricordo.
"E quindi? Perché devi essere tu quella che se ne deve andare?".
"Eric ha ragione. Non puoi dargliela vinta e se fa troppo casino chiami la polizia".
"Voi siete pazzi", scuoto il capo.
"Affatto", ridacchia Eric. "Credimi, ci sarà da divertirsi".
"Non ho dubbi, guarda", alzo gli occhi al cielo. Ho un diavolo per capello da stamattina. Alex non ha molte amicizie a scuola, ha sempre tenuto tutti lontano tranne Dave e qualche altro idiota. Quindi mi chiedo, chi ci sarà a questa festa?
Natalie e le altre ballerine?
Sarebbe un disastro, io sarei un disastro. Ci starei male e non so neppure il perché. Almeno credo.
"Cosa ci mettiamo?".
"Il pigiama Eric", lo guardo male. "Non usciremo da quelle quattro mura", lo avviso.
"Tutto dipende da come andranno le cose". Mi provoca dandomi una gomita che ricambio facendolo piegare in due. "Stronza", borbotta. "Vuoi ammazzarmi?".
"Lo farò, se cambinerai uno dei tuoi soliti casini".
"Effettivamente l'assecondi troppo quando è ubriaca", ridacchia Sara pizzicandomi il naso. "Ergo, latte, biscotti e tante chiacchiere stasera".
"Puoi portare anche tua figlia se vuoi", le dico.
"No", urla Eric. "Non si sa mai".
"Portala", la prego con lo sguardo. "Potrebbe essere la mia salvezza", congiungo le mani.
"Vedremo", sorride. "Ora devo andare ragazzi. A più tardi", lascia un bacio sulle nostre guance prima di correre via lasciandomi in balia delle pazzie di Eric.
"Allora", si sfrega le mani fra loro. "Dobbiamo organizzare tutto nei minimi dettagli".
"Non c'è nulla da organizzare", mi passo le mani in faccia. Quasi mi pento di averglielo raccontato.
"Perché non inviti Ben?".
"Anche no, dopo l'ultima figura di merda che ho fatto con lui, direi che non è il caso".
Dopo quella notte in cui ho cercato di sedurlo solo
per allontanare quegli occhi verdi dalla mia testa, ha provato a chiamarmi parecchie volte. Ovviamente io non ho risposto ma mi sento in colpa nei suoi confronti. Questa specie di amicizia forzata non ci avrebbe portato a nulla e dopo la mia squallida scenetta, ancor meno.
"Ma Alex potrebbe impazzire per questo".
"Ad Alex...non importa nulla di me", gli ricordo. "E...e poi la mia intenzione non è quella di attirare la sua attenzione. Mi basta solo...che non facciano troppo casino".
"Ci crediamo tutti", imita Pinocchio e il suo naso lungo con le mani facendomi ridere.
"E fai bene, perché è così". Mi alzo afferrandolo per un braccio. "Su andiamo, prendiamo delle pizze e le mangiamo a casa".
"Fretta di rintanarti?". Mi segue.
"Non immagini quanto", sussurro. Non voglio vedere nulla.Sono appena le undici di sera e sembra ancora tutto apparentemente tranquillo. Qualcuno va, qualche altro viene, ma a parte questo, non posso lamentarmi. Eric e Sara hanno portato da mangiare confermandomi che la casa al fianco della mia fosse in procinto di iniziare una festa.
"Perché non mangia?". Sbuffo dinanzi all'ennesimo tentativo di far mangiare la figlia di Sara.
"Con la tua faccia imbronciata la spaventi", ridacchiai prendendola in braccio.
"Mh, non è vero". Borbotto. Certo non ho mai avuto un buon rapporto con i poppanti, ma non sono imbronciata. Perché dovrei esserlo?
"Stai praticamente trucidando quel muro con lo sguardo", ridacchia Eric venendosi a sedere al mio fianco. "Per ora, solo cinque ragazze sono entrate da quella porta e devo dire...che sono abbastanza silenziose". Lo guardo male, ma questa calma apparente dura solo pochi secondi.
"Dicevi?". Sbuffo quando il mio dolce e adorato vicino di casa da inizio alle danze.
"Però..ha buon gusto in fatto di musica", ridacchia Sara tappando le orecchie di Penelope che sembra essere l'unica a divertirsi in questo pigiama party.
"Già", sospiro massaggiandomi le tempie. "Fantastico direi".
"Un film?". Proporne Eric. Annuisco. Ho bisogno di non pensare, altrimenti farò qualcosa di cui molto probabilmente mi pentirò.

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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...