Fa caldissimo, il fuoco brilla nei miei occhi e nei suoi che non hanno lasciato la mia figura neppure per un secondo.
Natalie è già ubriaca, completamente andata e non immaginavo che potesse essere tanto pericolosa in situazioni come queste.
"Non puoi non accettare".
"Smettila", ringhio fra i denti. Le sue idee sono assurde oltre che molto stupide.
"Devo ricordati che non state insieme? Puoi fare quello che vuoi", sbuffa tentando di passarmi l'ennesimo bicchiere di birra che continuo a rifiutare. Non ho nessuna intenzione di ubriacarmi nelle mie condizioni ancora parecchio incerte.
"Lo so benissimo", sospiro. Sono piuttosto consapevole del fatto che dopo quella mattinata in quella casa abbandonata, l'argomento non è stato più riaperto.
"Dai", si alza tendendomi una mano. "Andiamo a ballare".
"Non mi va", sento i suoi occhi bruciare su di me. Una tipa è seduta al suo fianco da più di venti minuti ma lui sembra non essere affatto interessato a quello che Dio sa, quella ragazza sta blaterando.
"Invece si", mi afferra con entrambe le mani facendomi alzare troppo facilmente.
"Natalie", urlo guardandola male. "Ho detto di...".
"No", la sua voce giunge alle mie orecchie come una scarica elettrica. Mi giro di scatto nella sua direzione, ora il suo sguardo è rivolto al fuoco che continua a bruciare. La solita aria strafottente fa da contorno al tutto. "Sei fastidiosamente insistente Natalie", aggiunge schiacciando la cicca sotto la suola della scarpa.
"E tu fastidiosamente noioso, questa tipa ti sta scopando con gli occhi". Resto a bocca aperta e mi lascio trascinare verso una zona della spiaggia dove tutti stanno ballando e ovviamente bevendo come spugne.
"Ma sei impazzita?". Urlo liberandomi della sua presa.
"Non dirmi che non l'hai notato anche tu", scoppia a ridere.
"Certo che l'ho notato", serro le mani in due pugni. In momenti come questo sento troppo la mancanza delle box e di....Gin. "Ma...potevi evitare di dirlo in quel modo".
"Sophia", poggia le mani su entrambe le mie spalle. "Non devi mai dare tante sicurezze ad un ragazzo solo perché avete fatto sesso".
"Cosa? No, ma....".
"Lo avete fatto, non negare".
"Ma come...come...".
"Si vede", mi sorride. Per essere ubriaca è molto più in grado di me a tenere un discorso sensato. Questa ragazza è davvero strana, più di quanto immaginassi.
"Ecco...".
"Sul serio Sophia, non puoi pendere dalle sue labbra in questo modo quando lui non ha avuto neppure le palle di mettere le cose in chiaro con te".
"È un periodo un po' particolare", sospiro.
"Ma tu vorresti lo stesso qualche certezza in più", annuisco.
"Ha detto che mi ama".
"Eh? Oddio", la sua risata contagia anche me.
"E dai", la spingo.
"Dio, non ci credo. Finalmente". Mi abbraccia prendendomi completamente alla sprovvista, poi si stacca. "Beh, in questo caso la situazione è ancora più grave".
"Wow, sei davvero confortevole Natalie", sbuffo.
"Voglio dire...ti ama, ma non ti chiede di diventare la sua ragazza? È strano, non trovi?".
"Pensi che mi abbia mentito?". Mi allarmo all'istante, sono abbastanza suscettibile ultimamente, troppo quando si toccano certi argomenti.
"No, su quello no", sbuffa una risata.
"Ma tu hai detto che..".
"Dico solo che a volte i ragazzi hanno bisogno di una spintarella e credimi, la gelosia è sempre stata la risposta a tutto".
"Non mi piace il tuo sguardo".
"Mi ringrazierai, credimi", bisbiglia e spero davvero sia così. Ho sempre pensato che far ingelosire qualcuno solo per attirare la sua attenzione, fosse qualcosa di molto ridicolo ma non posso negare di essere stufa dei suoi continui silenzi, di mille parole non dette. Questo non è un periodo facile per nessuno dei due. Alex mi bacia, resta sempre al mio fianco quando più ne ho bisogno, ma dopo tutto quello che abbiamo passato non voglio essere per lui solo un'altra della sue tante amichette con cui andare a letto. Questo mai.
"Ballo solo con te", preciso tenendomi stretta al suo braccio che prende a muoversi a ritmo di musica.
"Perfetto, le lesbiche attirano ancor più facilmente i ragazzi".
"Che?".
"Davvero non l'hai capito", scoppia a ridere. "Sono lesbica, Sophia".
"Cosa?". Sgrano gli occhi. "Ma davvero?".
"Ebbene si", scrolla le spalle.
"Ma...io ero convinta che...".
"Me la spassassi con Alex? Beh, lui all'inizio ci ha provato ma..come vedi, non è servito a nulla", scrolla le spalle, ma c'è una parte in quella frase che credo ricorderò per molto tempo.
"Ah, ci ha provato con te", sussurro appena sperando non mi abbia sentita.
"Oh, scusami. Io...insomma, pensavo sapessi che tu non sei stata la prima ragazza con cui lui...".
"Certo che lo sapevo", una risata nervosa lascia le mie labbra. "È tutto ok". Dovrei essere felice che Natalie non rappresenti più un pericolo per me, eppure non riesco ad esserlo completamente sapendo che lui in caso contrario, avrebbe tranquillamente approfondito la loro conoscenza. Mi viene da vomitare.
"Sicura? Non volevo metterti brutti pensieri in testa. Allora le cose fra di voi non andavano molto bene, sarei stata solo una delle tante", poggia una mano sulla mia spalla. Sembra sinceramente dispiaciuta e mi chiedo perché una cosa del genere l'abbia detta solo ora. Era chiaro anche ai muri che ero e sono ancora gelosa di lei.
"Tranquilla, nessun problema", butto giù il boccone amaro sostituendolo con un falso sorriso che non convince neppure me. "Andiamo a ballare", aggiungo presa da un moto di rabbia e gelosia che credo mi accompagnerà per tutta la sera.
"Così ti voglio", sorride soddisfatta addentrandosi ancora di più fra la marmaglia di gente che inonda questa spiaggia. Mi giro ed ora è davvero difficile vederlo anche da lontano.
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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...