Non ho alcun dubbio che sarà così.
In questa casa c'è tutta la mia felicità, è il punto esatto dove tutto è realmente iniziato fra noi e non potrei mai dimenticare nulla di quei giorni: i nostri litigi, le risate, i nostri baci e la nostra prima volta insieme. È tutto stampato nella mia mente ma sopratutto nel mio cuore.
"Sei...Dio mio, Alex", lo abbraccio forte, più che posso. "Non credo ci siano parole per descrivere quello che sto provando adesso", ammetto guadandolo negli occhi. "Grazie. Grazie per tutto quello che stai facendo in questi giorni per me". Sussurro accarezzandogli il viso. "Tu allontani tutti i pensieri brutti, tutte le preoccupazioni".
"Sophia", afferra il mio viso fra le sue mani guardandomi intensamente. Ho i brividi per quanto è forte questo momento. "È solo l'inizio, il nostro inizio. Ce lo meritiamo".
"Assolutamente", annuisco sfiorando il suo naso col mio.
"Hai fame?". Ghigna mordendosi le labbra. Oramai conosce alla perfezione gli orari in cui mi vengono le voglie più strane. Sono sicura che al termine dei nove mesi impazzirà.
"Un...pochino", ridacchio toccandomi lo stomaco. "C'è qualcosa che posso preparare?". Domando.
"Non stasera", afferra la mia mano nella sua. "Pizza? Come ai vecchi tempi?". Mi sorride il cuore, è come se quei famosi dieci anni non fossero mai esistiti. Come se tutto il male che ci siamo fatti non fosse mai esistito.
"Va benissimo", stringo le sue dita fra le mie. "Ah, amo quel divano", mi lascio trascinare al piano inferiore.
"Immaginavo", mi guarda portando il telefono all'orecchio. "Ma sono sicuro che amerai di più qualcos'altro di meno morbido e confortevole". Mi acciglio. "Due margherite, una birra e una bottiglia d'acqua", ordina mentre io, sempre più confusa, lo seguo sul retro della casa che da al giardino interno.
"Alex ma..cosa...", le parole restano sospese nel vuoto quando mi ritrovo davanti il mio mondo, la mia salvezza nei periodi più bui della mia vita.
"Mettiamo in chiaro una cosa", circonda il mio corpo facendo aderire la mia schiena al suo petto. "Questa parte di casa potrai usarla...diciamo fra...un anno e mezzo".
Io sono senza parole, completamente ammaliata da lui e da tutto quello che ha fatto in questi giorni a mia insaputa. Mi giro fra le sue braccia e prima che possa dire altro, lo bacio sperando che anche stavolta e per il resto della vita che passeremo insieme, lui possa capire quanto lo amo e quanto gli sarò per sempre grata."Sono piena", mi massaggio la pancia poggiando la testa sulla sua spalla.
"Ho comprato un tavolo per poi mangiare sul divano", borbotta poggiando un braccio sulle mie di spalle.
"Te l'ho detto che mi piaceva", lo guardo con la coda dell'occhio non riuscendo a trattenere una risata di gola. "Dai...possiamo fare colazione domattina su quel tavolo".
"Mh...", lascia un bacio sulla mia spalla. "Comunque domattina dobbiamo andare via presto", sussurra riportando subito lo sguardo alla tv.
"Come mai? Pensavo che fosse tutto apposto qui".
"Sei al sicuro qui", il tono serio e so che non metterebbe mai nulla a repentaglio. "Ma devo fare delle cose con Micol".
"Ah, quelle cose", sospiro pesantemente attirando nuovamente i suoi occhi su di me.
"Detta così suona male", ridacchia.
"Vorrei solo che tu mi dicessi tutto. Cioè..", mi mordo la lingua. "Non voglio essere una fidanzata invadente ma...preferirei che tu non mi nascondessi qualcosa di importante", mi guardo le mani, il suo sguardo brucia su di me.
"Mh...fidanzata hai detto?".
"Alex", urlo quando mi ritrovo sotto il suo corpo mentre le sue labbra divorano il mio. "Così non vale".
"Vale...non voglio rovinare questa serata", poggia la fronte contro la mia. "Vuoi sapere se ti sto nascondendo qualcosa Sophia? Si, lo sto facendo e sto cercando con tutto me stesso di risolvere questo problema", sospira chiudendo gli occhi per un attimo. "Ci sono quasi riuscito, fidati di me. Ti chiedo solo questo".
"Mi fido di te Alex, ma...".
"Ti prego", poggia un dito sulle mie labbra. "Voglio godermi ogni secondo con te...in questa casa", deglutisce guardando le mie labbra, e per quanto la mia mente urli di affrontare la sua ennesima bugia, il mio cuore non resiste. Annuisco circondandogli il collo con le braccia prima di poggiare le mie labbra sulle sue.
Quel bacio man mano diventa sempre più intenso, le sue mani sempre più curiose e la mia voglia di lui sempre più grande.
"Quanto sei bella", ansima con il viso fra i miei seni che non ha perso tempo a liberare dal vestito che indosso.
"Alex", ansimo perdendomi nella miriade di sensazione che solo lui sa regalarmi. È tutto amplificato in questa casa, come se qui nulla potesse entrare se non il nostro amore. Non c'è paura, non c'è tensione, solo la voglia di viverci nel miglior modo possibile.
Sussulto quando afferra le mie gambe legandosele in vita per poi alzarsi e camminare con me addosso fino alla scala che conduce al piano superiore.
"Fra non molto questo non potrai più farlo", ridacchio stampandogli un bacio sul collo.
"E perché mai?". Si sposta per potermi guardare.
"Perché peserò di più", rispondo scrollando le spalle. Lui ride, ride mettendo in mostra quelle adorabili fossette che in questo momento trovo incredibilmente sexy.
"Credi davvero che qualche chilo in più mi spaventi?". Si morde le labbra e in un attimo la mia schiena tocca le morbide coperte rosse del nostro letto. "Sarai ancora più bella di così". Mi guarda così intensamente che per poco non mi commuovo.
"Anche quando ti risponderò male e avrò i piedi gonfi come un pallone?". Ridacchio nervosamente ma la verità è che sono davvero insicura su questo. Il mondo è pieno di belle ragazze. Abbiamo a malapena diciott'anni e fra non molto saremo in tre. Alex riuscirà a sopportare tutto questo?
"Già, anche allora", annuisce posizionando entrambe le mani ai lati della mia testa. "In ogni secondo della mia vita, Sophia, io penserò sempre che tu sia la più bella di questo mondo e di qualunque altro posto esistente nell'universo", sussurra serio ed io mi chiedo come possa essere così bello e sexy, come possa aver scelto me, sempre e solo me.
"Baciami", la mia è quasi una preghiera. La mia è la supplica di una persona che ha tanta paura che tutto questo possa finire. Due giorni, ne mancano solo due e poi dovrò subito nuovamente quel dannato intervento. Credo che Alex abbia appena capito tutto, i suoi occhi sono così trasparenti alle volte. Si abbassa su di me e mi bacia come forse non ha mai fatto. Non servono parole, alcune volte non servono proprio, e ancor prima che i nostri corpi facciano l'amore, i nostri occhi non hanno smesso di farlo.
Lascio che mi sfili il vestito lentamente, che si prenda tutto il tempo di questo mondo per baciare ogni centimetro di me. Sorrido quando le sue labbra si fermano per qualche instante di più sul mio ventre appena gonfio, dedicandogli una cura quasi maniacale che io amo da morire.
Lo guardo dal basso sfilarsi la maglietta, mi mordo le labbra cercando di trattenere l'irrefrenabile voglia che ho di invertire le nostre posizioni, ma so che dobbiamo stare molto attenti. Afferro la cintura dei suoi pantaloni con le mani strattonandola con forza.
"Sei impaziente, piccola", ammicca.
"Non sai quanto", sussurro trascinandolo su di me. "Voglio la tua pelle su di me sempre", confesso non vergognandomene affatto. Il nostro rapporto, seppur in poco tempo, ha raggiunto un livello di intimità altissimo. Amo questa cosa, amo sentirmi a mio agio ogni secondo con lui, amo il modo in cui, nonostante tutto, siamo riusciti ad andare avanti ripartendo da zero.
"Mi farai impazzire sul serio prima o poi", ansima sulle mie labbra sfilandosi di fredda i pochi vestiti che stava indossando. Graffio la sua schiena quando si spinge in me, sento quanto si sta trattenendo, avverto la dolcezza di questo momento ad ogni spinta e non c'è altro che avrei potuto desiderare nei miei sedici anni di vita se non questo.
"Dio, Alex", stringo le gambe attorno al suo busto sperando che questo possa placare il fuoco che c'è in me. Ma è impossibile, è impossibile spegnare qualcosa di così forte e ardente. È impossibile porre fine a qualcosa che è destinata ad esistere per sempre. Ora lo so, ora so che vuol dire sentirsi a casa anche quando non lo si è davvero. Ora so cosa vuol dire vivere, anche quando forse hai solo due giorni per farlo. Sono consapevole di quello che mi aspetta e di quello che potrò avere subito dopo, semmai andasse tutto bene. Nascondo il viso nell'incavo del suo collo sperando non si accorga della singola lacrima che ha rigato il mio viso.
STAI LEGGENDO
La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...