L'ultimo anno è stato strano, oserei paragonarlo ad una sorta di viaggio durante il quale ho pensato spesso di non tornare più.
Ho affrontato cose che mai avrei immaginato di dover affrontare, ho scoperto cose che ancora oggi faccio fatica a comprendere, come la verità di mia madre e le sue bugie. Bugie che custodisco gelosamente. A modo mio sono riuscita a perdonarla, a modo mio e secondo i miei tempi sono andata a sedermi sulla sua tomba, quella di Damian.
Si dice che nella vita, molte persone, sono destinate ad incontrare due amori: quello vero e quello con cui passeranno il resto dei propri giorni. Mia madre ha fatto parte di questa piccola cerchia. Mia madre ha sofferto più di tutti.
Scoprire che Damian era il mio fratellastro mi ha sconvolta, mi ha segnata nel profondo. Scoprire che il vero amore di mia madre fosse proprio Diego, ancor di più. Eppure, non sono riuscita a non stringerla fra le mie braccia quando, di nascosto, ha pianto la sua morte. Siamo liberi di amare chi vogliamo, a prescindere da quello che quella persona è stata durante il corso della propria vita.Sono passati dieci mesi dalla morte di Gin, la sua assenza è sempre più soffocante, eppure ora fra le mie braccia stringo qualcosa che riesce a ricordarmi il suo sorriso.
Gin è nato in una fredda notte di febbraio, precisamente il quattordici, e mi viene da sorridere se ripenso al San Valentino dello scorso anno, quello in cui ero fidanzata con Ben. Sono cambiate così tante cose che a stento riesco a restare al passo.
Ben, un ragazzo che in qualche modo ricorderò come un tassello importante della mia vita. Una vittima di un padre che non sarà mai degno del suo nome.
Lydia, la madre di Alex, è una nonna fantastica, la donna che mi ha cresciuta da bambina e che per un periodo avevo perso.
Jim, un uomo fantastico, che è riuscito a mettere da parte vecchi rancori con mia madre.
Di mio padre so ben poco. Dopo aver lasciato il muro siamo stati dai genitori di Alexander dove abbiamo trascorso la restante parte della mia gravidanza. Riprendere la nostra vita in mano non è stato affatto facile. Abituarsi alla cura, neppure. Ci sono state notti in cui piangere era diventata un abitudine e non dimenticherò mai tutto l'amore che Alexander mi ha dimostrato in questi mesi e che continua a dimostrarmi.
Mi ha tenuto la mano durante il parto, mi ha baciata, e subito dopo si è innamorato perdutamente del nostro bambino. È la nostra vita, la nostra unione più grande.
Oggi compie un mese dalla sua nascita, è un giorno fantastico, ma per due motivi, anzi tre.
Il Sophia, dopo la nostra scomparsa ha rischiato il fallimento. Sara non avrebbe mai retto a tutta quella pressione da sola e nel giro di qualche mese, era stato mandato l'ordine di chiusura. Al nostro ritorno, però, tutto è cambiato. Alexander non avrebbe mai accettato che tutte quelle ragazze, che lui stesso aveva raccolto dalla strada perdessero il lavoro, e ha fatto qualcosa che mi ha letteralmente fatta innamorare di lui ancora una volta.
Ricordo bene i suoi tre sogni, oggi ne ha realizzato un altro.
"È tutto pronto, stai calmo", gli accarezzo il viso con una mano mentre con l'altro braccio tengo fermo Gin che ha fame, come sempre.
"Mancano ancora un sacco di vaschette di gelato, e l'inaugurazione inizia fra un'ora". Sbuffa Alex passandosi una mano fra i capelli.
"Beh, i nostri gusti preferiti ci sono già, quindi..", ridacchio e in qualche modo riesce a sorridere anche lui. È nervosissimo, mentre io da ore cerco di non scoppiare a piangere dall'emozione.
La nostra promessa da piccoli, ora è qui davanti ai miei occhi
Il Sophia è diventato una gelateria dedicata a me, ed io credo davvero di potermi sentire male da un momento all'altro. È tutto così perfetto che ho paura, ma so che dopo quello che abbiamo superato nulla potrà più abbatterci.
"Sei sempre la solita", borbotta ma non è affatto credibile. I suoi occhi parlano da soli, mi afferra il viso con le mani e mi bacia per poi portare subito l'attenzione su nostro figlio. Amo il modo in cui lo guarda, amo il modo in cui la notte vuole a tutti i costi tenerlo fra di noi, amo loro e la mia vita, che ora è semplicemente perfetta.
Fra pochi mesi anch'io prenderò il diploma e potrò considerare chiusa anche quella fase della mia vita, ma so già quale sarà il mio futuro, e per la prima volta non ho paura di affrontarlo.
"Sempre", gli faccio la linguaccia. "Oh, guarda. È arrivato Eric".
"Mh, ma torna presto", mi pizzica il naso prima che possa sgattaiolare via. È assurdo, ma è ancora molto geloso della mia amicizia con Eric.
Ritrovarlo è stato bellissimo.
Non ho raccontato ne a lui, né tantomeno a Sara tutto quello che è successo, eppure, sono sicura che loro abbiano capito più di quanto siano disposti ad ammettere. In parte mi sento in colpa, in parte credo di essermi comportata esattamente come mio padre ma poi mi fermo a riflettere e mi do della stupida anche solo per averlo pensato.
"Finalmente, sei in ritardo", alzo gli occhi al cielo abbracciandolo forte.
"Sono in perfetto orario, ecco i vostri volantini. Sono fantastici, ci ho messo tutta la notte per farli". Sbuffa ma so bene che ama il suo lavoro. Alla fine ce l'ha fatta. È riuscito a far valere i suoi interessi dinanzi alla sua famiglia, e ora è uno dei più importanti grafici pubblicitari di Londra.
"Oh, ma quanto sei modesto", ridacchio. "Comunque grazie, sono fantastici".
"Lo so", mi sorride. Non è stato facile recuperare la sua fiducia, ci sto ancora lavorando ma non gli sarò mai abbastanza grata per avermi dato una seconda possibilità. "Ma ora dammi un po' questo marmocchio".
"Lascialo in pace, è ancora troppo piccolo per fare l'aereoplanino". Ogni volta è un infarto, ma sembra che Gin si diverta un mondo ad essere sballottolato a destra e a manca.
"Non si è mai troppo piccoli", lo sfila dalle mie braccia dileguandosi come un'anguilla con il mio piccolino.
"Lo sa che lo ammazzo se Gin si fa male, giusto?".
"Si Alex", ridacchio. "Lo sa bene. Ecco i volantini".
"Mh, discreti. Poteva fare di meglio e mettere i prezzi più alti".
"Non essere il solito brontolone, sono perfetti".
"Mh, più o meno. Sono arrivati gli altri gelati, è tutto pronto". Lo guardo. I suoi occhi sono più belli del solito mentre guarda il nostro sogno prendere forma. È tutto reale, tutto straordinariamente nostro.
"Quindi alla fine ce l'ho fatta", mi aggrappo al suo braccio mentre entriamo nella nostra gelateria.
"A far cosa?". Si acciglia.
"A lavorare al Sophia", scoppia a ridere.
"Già, ogni mio tentativo di tenerti lontana da qui è stato inutile".
"Menomale", sussurro fermandomi davanti a lui. "Altrimenti non avremmo tutto questo", aggiungo con un filo di voce. Ora come ora non riesco ad immaginare un finale diverso.
"Sophia", poggia la fronte contro la mia. "Se c'è una cosa di cui sono sicuro oggi, è che in qualche modo noi....avremmo avuto tutto questo", le sue labbra sfiorano le mie, il mio cuore impazzisce.
"Ti amo tanto", mi tremano le labbra.
"Io più della mia vita". Accarezza i miei zigomi umidi.
E non manca più nulla.
Mi guardo attorno ed è tutto come lo avevo sempre immaginato. Natalie, che purtroppo non ha ancora trovato il suo grande amore. Dave, che a quanto pare ora ha una cotta per una cameriera del Sophia, cosa che rende Alexander molto felice, Eric con i suoi volantini e un enorme sorriso stampato in faccia. E infine Sara, la prima persona persona ad avermi accolto in questo mondo che ho sempre amato."Così cadiamo".
"Tranquilla, vi tengo".
Ho gli occhi bendati, Gin in braccio ed Alex che non ha alcuna intenzione di dirmi dove stiamo andando.
"Mh, dai. Toglimi questa...oddio", strizzo gli occhi cercando di abituarmi alla luce, ma non è passato un secondo prima che potessi riconoscere questo posto. Il nostro posto, la nostra casa.
"Ho chiesto a Sara di spolverare un po' di cose, spero che...". Mi giro fra le sue braccia con il risolino di Gin in sottofondo.
"È perfetta". Gli sorrido non mascherando più alcun tipo di emozione, come infondo ho sempre fatto con lui.
Non mi sono mai arresa con Alex, non ho mai nascosto quello che provavo per lui, la mia voglia di recuperare il nostro rapporto, e mai lo farò.
"T-tu lo sei", balbetta. I suoi occhi sono lucidi, pieni di ogni emozione possibile. È questo l'Alex che ho sempre amato, l'Alex per cui ho sempre lottato.
"Tutto lo è, ora", prendo la sua mano che trema, lui chiude la porta di casa nostra alle sue spalle.
È da qui che ora comincia la nostra vita.
La nostra vita insieme, che neppure nei miei sogni più profondi avrei immaginato tanto bella.
Ora ho tutto, ora abbiamo realizzato i nostri sogni o quasi tutti.
Quelli di sempre, quelli di quando eravamo migliori amici, e mentre guardo nostro figlio addormentarsi nel nostro lettone, gli auguro, un giorno, di trovare un'amica da amare, un'amica che ami lui come io ho sempre amato suo padre.A distanza di quasi un anno non abbiamo avuto alcuna notizia di Micol, almeno non di lui in prima persona. Pochi giorni fa, qualcosa nel mondo è cambiata, qualcosa che ha portato negli anni tanto dolore e tanta sofferenza ma forse, un giorno non troppo lontano, tutto questo male che io e tante altre persone hanno dovuto subire, avrà un senso.
Una busta anonima è stata recapitata all'ospedale di Londra. Una busta dentro la quale è stato trovato qualcosa di cui solo in pochi conoscono il mittente. Noi siamo quei pochi, noi siamo la testimonianza che forse fra venti o trent'anni qualcosa potrà cambiare. Noi siamo la speranza di coloro che non l'hanno mai avuta. Noi siamo la forza di quelle madri che hanno visto i loro figli morire, dei mariti che hanno perso le loro mogli, degli amici che si sono ritrovati soli.
Questa è transazione, la nostra vita lo è, noi lo siamo. Ad ogni modo, qualunque sia il destino dell'umanità, noi ci siamo stati. Ad ogni modo, Micol, Tom, Diego, Gin, Ben e Damian saranno nomi che non potrò mai dimenticare.
Non so come andranno le cose, non ne ho idea. Non so quale sarà la cura d'altri, ma so che la mia ha un solo nome. Alexander.
L'amore è stato la nostra cura.Fine.
Ringraziamenti.
È la quarta volta che mi trovo in questa situazione, e ogni volta è sempre un emozione diversa, più forte ma sopratutto più consapevole.
È la quarta volta che mi ritrovo a scrivere la parola fine con un magone sullo stomaco perché è sempre triste quando si decide di mettere, almeno per ora, un punto a qualcosa. Chi ha letto le mie precedenti storie, un po' mi conosce già, ma per chi mi ha appena scoperta attraverso questa storia, spero di essere riuscita a farvi compagnia e a farvi emozionare con l'amore strano e per nulla semplice di Alexander e Sophia.
Spero che questi mesi passati assieme siano stati belli per voi quanto per me, spero che questa storia possa restare sempre nei vostri cuori, e spero che attraverso qualcosa che va al di là della normalità, possa avervi regalato una piccola speranza.
Ho iniziato a scrivere "La cura" dopo aver scoperto che una mia amica era guarita dalla leucemia. Ho vagato con la mente, mi sono letteralmente inventata un mondo tutto mio dove tutto poteva essere possibile. Ho inventato una cura che va al di là della sua vera funzione, una cura che spero tutti possano trovare nella proprio vita. Abbiamo tutti bisogno di qualcosa che ci faccia stare bene, abbiamo tutti bisogno di certezze e spero che un giorno voi troviate tutto questo.
Vi ringrazio singolarmente, crescete di giorno in giorno e leggere i vostri messaggi è una vera soddisfazione. Un ringraziamento speciale va alla mie amiche di whatsapp, vi adoro. Siete una seconda famiglia per me.
Infine, ma non per importanza, vorrei ringraziare un'amica che ho avuto la fortuna di conoscere grazie alla nostra passione comune per la lettura ma sopratutto per la scrittura.
@AnnalauraBennaccc.
Sei una ragazza fantastica, ho sempre ammirato la tua passione per la scrittura, la tua bravura ma sopratutto la tua costanza che ti ha permesso di realizzare un sogno bellissimo: pubblicare un libro. Ti auguro il meglio, ti auguro di avere un grandissimo successo perché lo meriti.
Ti voglio bene.
Voglio bene a tutte voi perché anche se solo attraverso uno schermo, vi sento vicine in ogni parola che mi regalate. Grazie ancora, vi abbraccio. XX.
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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...