Ci sono verità che inevitabilmente avranno portato via con se un pezzo di te.
Sono passati due giorni da quando io e Alex abbiamo letto quella lettera. Oggi, invece, è previsto l'arrivo di mio padre e mia madre, ed io non so come affrontare la cosa.
La testa di Alex è posata sul mio petto, lì dove continua a vivere il suo cuore preferito.
È stato strano, a tratti inquietante ma dopo qualche giorno sono riuscita a sorridere anch'io per questo.
Il tradimento di Micol è qualcosa che ne io, né tantomeno Alexander riusciremo a dimenticare mai, ma ora ci preme sapere altro. Ho la necessità di sapere al più presto che fine abbia fatto Gin, Diego e persino Ben. Ho i brividi al sol pensiero di essere stata la sua ragazza per tutto quel tempo.
"Buongiorno", la voce roca di Alex mi riporta alla realtà. La mia mano continua a muoversi fra i suoi folti capelli. Non vorrei lasciare questo letto per nulla al mondo.
"Buongiorno", gli sorrido guardandolo non appena si mette a sedere e mi bacia. Amo il nostro rapporto, amo come le cose fra noi, nonostante le mille difficoltà, riescano sempre a tornare al loro posto. "Pronto per oggi?". Gli chiedo.
"Sono pronto ad ammazzarlo se pensa di...".
"Andrà tutto bene", lo interrompo, so bene quanto è irascibile quando si toccano certi argomenti. "Alex?".
"Si?". Bacia la punta del mio naso, poi scende sfiorando con le labbra la mia pancia sempre più gonfia.
"Non pensi sia arrivato il momento di farti vivo con i tuoi genitori? Saranno preoccupati". La sua testa si alza di scatto nella mia direzione.
"Una questione alla volta. Ora sono concentrato soltanto su di te". Inevitabilmente mi viene da sorridere. Non mi sono mai sentita tanto amata e protetta in vita mia, e mai avrei pensato che le cose fra di noi potessero andare in questo modo.
"Ma subito dopo li contatti".
"Promesso", un ultimo bacio, poi si alza, completamente nudo. "Sul serio?". Scoppia a ridere quando nota che mi copro gli occhi. "Dopo stanotte", sghignazza. Lo prenderei a pugni ben volentieri.
"Oh, smettila e metti qualcosa", sbuffo e questo non fa altro che alimentare il suo divertimento.
"Certo che sei strana", ridacchia ma quando apro gli occhi, tiro un sospiro di sollievo. Si è chiuso in bagno e credo che anch'io necessito di una bella doccia per calmare i nervi. Mancano davvero poche ore all'arrivo dei miei e l'ansia mi sta letteralmente mangiando viva."Sembri un fantasma, hai mangiato qualcosa?".
"Se mangio, vomito". Chiudo gli occhi prendendo dei lunghi respiri. Sono sicura che la nausea mattutina non sia dovuta alla mia gravidanza.
"Mangia almeno un biscotto", continua ad insistere Natalie che come sempre ha un aspetto fantastico. Mi chiedo come faccia a farsi scivolare addosso le cose così facilmente.
"No, grazie. Sto bene così".
Alex è in giro con Dave in questa grande struttura dispersa nella natura, e mi chiedo come sia possibile che il resto del mondo non si sia mai accorto della sua esistenza.
"Comunque tranquilla. Non devi preparati nessun discorso per spiegare ai tuoi che aspetti un bambino. Si vede", scoppia a ridere. Io la guardo così male da farmi venire persino il mal di testa.
"Non è divertente. Mio padre impazzirà e subito dopo cercherà di far fuori Alex".
"Alex se la caverà". Scrolla le spalle. "Ne ha passate tante nell'ultimo periodo per te".
"Già", sussurro appena. "Gli ho incasinato la vita".
"Sono sicura che lui non si lamenterà per questo", mi sorride dandomi una pacca sulla spalla. "Sei quello che ha sempre voluto. Avrebbe scalato le montagne più ripide a mani nude pur di riaverti".
"Lo amo tanto", ammetto con un groppo in gola. "Ma ho sempre la sensazione di non dimostrarglielo abbastanza".
"Scherzi?". Ora è il suo turno per guardarmi male. "Lo hai seguito senza sapere nulla, hai voltato le spalle alla tua famiglia per lui. Credimi, lui fa caso a queste cose". Mi punta un dito contro. "Non essere stupida".
"Vorrei solo...avere una vita normale con lui". Abbasso il capo. "Ma questa cosa mi sembra altamente improbabile al momento".
"Al momento, appunto", poggia una mano sulla mia. "Sophia, le nostre vite non sono normali ma in qualche modo voi riuscirete ad ottenere quello che più desiderate. Alexander non mi ha mai parlato apertamente di te, ma se c'è una cosa di cui sono sicura, è che da sempre lui vuole avere una vita normale con te. Una casa, un lavoro, dei figli", il suo sguardo cade sul mio ventre mentre il mio, quasi come se ne avesse avvertito la presenza, punta alle sue spalle, dove ben due paia d'occhi, mi fissano come se avanti a loro avessero un fantasma.
"Chiama Alexander", riesco a dire mentre mio padre e mia madre avanzano nella mia direzione.
E non saprei spiegare quello che provo quando mia madre corre nella mia direzione e mi stringe fra le sue braccia. Non ricambio, resto semplicemente con lo sguardo fisso in quello di mio padre. Serio, imperscrutabile, senza uno straccio di emozione.
"Bambina mia", i singhiozzi di mia madre mi riscuotono dai mille pensieri che vorticano nella mia testa.
"Hey", sono tesa come una corda di violinò, ma la situazione degenera quando lo sguardo di mia madre cala sul resto del mio corpo.
"O mio Dio", urla portandosi una mano davanti la bocca. Ciò che non sfugge all'attenzione di mio padre, i cui occhi si sgranano per poi indurirsi l'attimo dopo.
"Figlio di puttana", impreca. "Dov'è? L'ammazzo". Urla rompendo in me la poca fiducia che avevo nei suoi confronti. Non un abbraccio, non uno sguardo, nulla di nulla. Poi lo sento, sento il suo profumo, la sua presenza che mi calma anche quando è impossibile. Le sue mani sono sui miei fianchi, mio padre è troppo preso a guardarsi intorno per accorgersi dell'arrivo di Alex che bacia la mia spalla. Poi, quando finalmente se ne rende conto, accade qualcosa che mai avrei immaginato di poter vedere in vita mia.
"Pezzo di merda", succede tutto così in fretta da non provare dolore. Cado all'indietro nel vano tentativo di mio padre di colpire Alex, peccato che il suo ego sconfinato l'abbia accecato a tal punto da colpire prima me e mai lui. Quello che è successo dopo, preferisco non ricordarlo.
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La cura [H.S.]
Fanfiction"Mi stai curando". "Forse è il contrario". Così vicini eppure così lontani. Da oltre dieci anni, Sophia e Alexander condividono lo stesso condominio e l'odio che i loro rispettivi genitori covano l'uno nei confronti dell'altro. Un segreto, un errore...