134. Nuovi Incontri

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Sento la sveglia del mio cellulare che mi regala un possente buongiorno facendomi scendere dal letto con aria assonnata, ma soprattutto ho spalancato gli occhi appena il suono delle notifiche mi è giunto all'orecchio. Ieri, mentre stavo ascoltando l'intervista dei ragazzi, avevo editato il video che registrai da Mattia. Avevo sprecato molto tempo perchè la videocamera quando prese la caduta, si era spenta subito dopo un pò a causa della batteria e non si rianimava più. Do un'occhiata al canale e posso notare che i miei iscritti non mi hanno abbandonata nonostante io sia sparita da diversi giorni. Controllo l'orario e vedo che sono le sette di mattina. Se riesco a prepararmi in fretta, riuscirò a fare colazione al bar. Vado in bagno e dopo essermi lavata, indosso una tuta nera. Lascio i capelli sciolti e come trucco opto solo per del correttore, mascara e fondotinta. Afferro il mio zaino e scendo le scale per uscire fuori casa. Sono ancora assonnata, ma almeno mangerò al bar che da sola a casa. Arrivo davanti al locale e quando entro al suo interno, ordino un cappuccino con un cornetto. In maniera educata, afferro quello che ho chiesto e mi dirigo verso un tavolino esterno del bar. Peccato che mentre stavo camminando con la mia colazione tra le mani, non noto un gradino e sono caduta salvando solo il cornetto. Sento alcuni occhi puntati su di me e quando mi volto nella direzione che mi sento osservata, vedo un ragazzo con un ciuffo tinto di biondo. Ha gli occhi castani chiari ed è vestito con una felpa nera e dei jeans stretti neri. I nostri sguardi si intrecciano e lui tira solo uno spigolo del labbro all'insù.

"Pensavo che sapessi volare, ma a quanto pare non hai ancora imparato" dice questo strano ragazzo.

"Già! Se vuoi puoi insegnarmi tu, visto che fai tanto il sapientone" ribatto con sguardo da sfida.

"Mi piacerebbe, ma non sono io ad essere una stella cadente. Se vuoi però, posso insegnarti a camminare" dice tenendo lo sguardo sul cellulare, mentre si copre la testa con il cappuccio della felpa.

"No, grazie" rispondo seccata e mi siedo a un tavolo libero.

Quel ragazzo strano, si alza dalla sedia e ammiccando un sorrisino antipatico ed esce fuori dal bar. Perchè esistono certi individui? Comunque sia, è già molto tardi. Finisco di mangiare il mio cornetto, poi prima di andare a scuola, cerco di contattare Ben che non risponde e nemmeno Fede. Ieri sembrava che stessero bene in radio, però preferirei che mi rispondessero per averne la certezza. Chissà perchè fanno tanto i misteriosi. Arrivo nella scuola e cerco i miei compagni, ma solo dopo che sono entrata in un'altra classe, mi ricordo che alla prima ora avevo educazione fisica. Prima che chiudessi la porta per gli sguardi agghiaccianti dei ragazzi che mi puntano contro i loro occhi, vedo che in una fila di banchi proprio all'ultimo posto, c'è quel ragazzo di questa mattina che è seduto da solo in un baco e tiene la testa poggiata sul quaderno con il cappuccio che lo copre.

"Signorina, vuole ancora rimanere qui oppure ci fate continuare la lezione?" domanda il professore.

"Sì, mi scusi" rispondo chiudendo la porta velocemente.

Prima che andassi via, controllo di che sezione sia questa classe e in base al collaboratore Armando, scopro che l'aula è occupata dalla 5 U. Quel ragazzo frequenta il quinto anno del turistico. Non so perchè sia così solitario, forse è dovuto al fatto che sembra antipatico o almeno è quello che ho pensato io questa mattina. Mi ha dato l'impressione di essere un tipo troppo insopportabile. Appena ritorno in me, mi ricordo che già sono in ritardo e sto ancora qui a perdere tempo. Corro per le scale e quando sono a un passo per raggiungere la palestra, mi stavo per scontrare con una ragazza che sembra molto spaesata. Cerca di comprendere il foglio delle sezioni con tutti gli orari e le classi in cui bisogna andare nelle varie ore. Vorrei non fare ancora più tardi, ma non voglio lasciarla da sola.

"Hey, hai bisogno di una mano?"domando a questa ragazza.

"N-no" risponde abbassando lo sguardo e osservando le sue scarpe.

"Se mi dici la tua classe, posso dirti dove si trova" propongo sorridendo.

"Sono una ragazza nuova e mi trovo nella 3 I" dice dandosi un pizzicotto sul braccio.

"Vediamo...qui riporta che devi andare in palestra. Possiamo andarci insieme, tanto anch'io ho educazione fisica. Le nostre classi si uniscono con alcune per poterci alternare" spiego e gli mostro la strada per arrivare in palestra.

Arriviamo insieme nella struttura e quasi vicino all'ingresso c'è Leonardo che è intento a fare dei palleggi con il pallone. Prima dei gradini su cui ci sediamo, c'è Mattia che gioca a calcio con gli altri ragazzi della classe e a qualche passo dal mio amico, c'è Sonia con le altre ragazze che hanno la testa bassa sul cellulare. Mi scuso con il professore per il ritardo, poi vado a sedermi sulle gradinate della palestra e porto con me anche questa ragazza.

"Se non riesci ad ambientare, posso mostrarti io la scuola e se ancora non trovi la classe, puoi chiedere aiuto ai collaboratori, soprattutto ad Armando che è gentilissimo" dico e lei annuisce.

"Comunque, mi chiamo Eva" dice sorridendo timidamente.

"Io mi chiamo Veronica" rispondo, ma ad un tratto Leonardo mi lancia una pallonata sulla testa.

"Haha, mi passi il pallone?" domanda il biondo.

"La prossima volta te la buco" dico guardandolo male.

"Sai che ti voglio bene" fa il musino ed io alzo gli occhi al cielo lanciandogli questo pallone simile ad una meteora.

"Vuoi giocare a pallavolo? Non farò il forzuto, anzi, te la lancerò con meno forza possibile" dice Leo ed io annuisco.

Ammetto che mi dispiace molto rimanere solo Eva, sembra che non vuole stare molto in compagnia dei suoi compagni di classe. L'unica cosa che riesce a fare, è stare incollata ad osservare il suo cellulare in maniera triste.

"Se vuoi puoi giocare con noi" suggerisco, ma lei scuote la testa come segno di disapprovazione.

"Non voglio giocare, ci sono troppe persone" dice.

"Ok, ma se cambi idea, sai che puoi unirti a noi. Inoltre, non preoccuparti che con me riuscirai a superare la timidezza. Sono molto scemotta ed è per questo motivo che riuscirò a farti aprire" sorrido facendola ridacchiare.

Arrivo in campo per giocare con Leo e oltre agli altri ragazzi, si aggiunge a noi anche Mattia. Ammetto che non sono molto brava a pallavolo, ma questa volta voglio provare a 'gareggiare'.

"Non ti faremo molto male" ridacchia Mattia.

"State attenti voi" lo guardo con occhi serrati.

Mentre i miei occhi si soffermano su Metty, improvvisamente dietro di lui proprio all'ingresso della porta che appartiene alla palestra,vedo una persona che non mi aspettavo di incontrare qui.

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Ciaoo a tuttii, siamo arrivati alla fine del capitolo e spero che sia stato di vostro gradimento. Veronica in un bar ha incontrato un ragazzo abbastanza strano e ha scoperto che frequenta la sua stessa scuola. Nella stessa mattinata ha anche fatto la sua conoscenza con Eva, una ragazza del terzo anno di superiori che è molto timida. Nell'ora di educazione fisica prima che Veronica giocasse a pallavolo con gli altri ragazzi, vede una persona che non si aspettava minimamente di incontrare lì. Secondo voi, chi è questa persona? Eva riuscirà a superare la timidezza grazie a Vero? Fatemi sapere le vostre opinioni sotto nei commenti.

Non dimenticate di lasciare una stellina alla storia e di salvarla in biblioteca o altrove. Inoltre chi mi darà dei suggerimenti sulla storia verrà ringraziato nei prossimi capitoli.

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