165. Si Comincia A Recitare

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Io, Chiara e mia madre abbiamo appena finito di mangiare, ma nell'aria c'è solo stato un forte silenzio. I miei occhi spesso si sono scontrati con quelli di mia madre che ha cercato di ignorarmi nei migliori dei modi, ma nonostante tutto, le sue iridi si incrociano col mio sguardo tenebroso. Chiara mi fa cenno di andare fuori e dopo che ho preso il copione, esco con lei per salire in macchina. Quando ho raccontato a mia sorella quello che è successo, si è stupita molto per il comportamento di mia madre e non si aspettava che Fede ed io potessimo litigare. Entriamo nell'auto e mentre lei cerca di sdrammatizzare l'atmosfera con la musica della radio, io osservo il copione, ma mi tramuto in altri pensieri. Mi risveglio dal mio stato di angoscia, quando arriviamo a scuola.

"Vero, ho notato la tua assenza in macchina. Voglio dirti che io per te ci sono e non ti abbandono o non faccio cavolate. Non pensare alla mamma, in questo periodo è stranissima, ma penso che sia dovuto per la sua vecchia storia con Lorenzo. Quando vuoi casa libera per stare un pò con Fede, fammi una chiamata" dice mia sorella.

"Grazie Chiara, sono contenta che tu mi dici queste parole e che mi vuoi rassicurare molto" sorrido.

"Forza, andiamo" mi scompiglia i capelli e scende dalla macchina.

La guido verso l'ingresso e vediamo il nostro gruppetto che ride in estremo, ma come sempre manca Leonardo tra noi. Li raggiungiamo e Chiara subito si scaraventa su Ben per riempirlo di coccole. Fede invece, è intento a guardare il suo cellulare. Faccio cenno agli altri di entrare per farci rimanere soli.

"Fede, ci sei?" ridacchio sventolando la mia mano sopra allo schermo del suo cellulare.

"S-sì, scusa Vero" posa il telefono nella tasca e mi afferra delicatamente la mano.

"Sei pronto per poter interpretare un artigiano?" domando mordendomi il labbro inferiore.

"Sinceramente, volevo essere un nobile" tira uno spigolo del labbro all'insù.

"Se avresti fatto il nobile, saresti stato in coppia con un'altra ragazza" rispondo con la faccia da sapientona.

"L'idea non sarebbe stata male, non avrei dovuto sopportarmi una chiacchierona come te" mi fa l'occhiolino.

"Che scemo" ridacchio dandogli una ginocchiata delicata.

"Scherzo piccola" mi dedica un mezzo sorrisino e un bacio sulla guancia.

Girovaghiamo per tutta la scuola e dopo aver passato qualche minuto insieme, ci rechiamo con il mio aiuto, nella sala teatro. Pensavo che saremo stati in pochi, invece ne siamo più di una sessantina. C'è un bel trambusto, ma nonostante ciò, si riesce comunque a stare calmi. Le porte del teatro si chiudono e Domenico sale sul palco con un microfono tra le mani.

"Ragazzi, benvenuti al nostro corso di recitazione che sarà gestito dal professore Guido Milani. Noi ragazzi di 5 U, siamo contenti che la nostra idea vi sia piaciuta così tanto che avete deciso di partecipare in tanti. Come sapete, ci saranno delle selezioni nei giorni a seguire che vi permetteranno di entrare al ballo della scuola, altrimenti siete fuori. Detto ciò, dobbiamo divertirci, ma al tempo stesso lavorare per il corso. Mi raccomando, massima serenità" dice e scende dal palco, mentre noi gli dedichiamo un piccolo applauso di gruppo.

"Sono davvero emozionato" dice sarcasticamente Fede ed io ridacchio.

Leggo che noi dobbiamo fare la prima scena sul palco e con poco imbarazzo, ci rechiamo davanti a tutti. Ammetto che si vede ogni cosa su questo palco e i miei occhi quando si posano su Mattia, notano parte della sua rabbia che continuo a non capire perchè ci sia. Il mio sguardo involontariamente, cade su Ivan e Ludo che spero non diano di matto. Qualcosa però non mi torna, c'è un'anormalità. Voglio dire, Ivan è sempre lo stesso, ma Ludo no, è diversa. Non so, ma sembra più..serena?

L'abbiamo fatto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora