166. Un Giro In Moto

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Federico pov's

Sono quasi le sette ed io devo proprio scappare per poter incontrare i ragazzi. Svariate volte lancio delle occhiatine a Ivan e quando finalmente mi nota, mi fa un gesto di cominciare ad andare. Riporto la mia attenzione su Vero che si diverte a parlare con Benji e Irama. Non voglio andarmene, ma non posso fare altre cazzate, altrimenti i ragazzi del gruppo me la faranno pagare. Mi avvicino alla mia ragazza e spero che non mi faccia domande.

"Vero, io devo andare per le faccende con la musica. Ci vediamo domani, va bene?" dico coccolandole la schiena.

"Ok e ricordati che voglio un assaggio della nuova base musicale" ridacchia lasciandomi un bacio a stampo, mentre Ben e Irama mi dedicano uno sguardo confuso.

"Ciao ragazzi" assumo un tono nervoso e prima di uscire, vengo raggiunto da Benjamin che mi stringe delicatamente il polso.

"Nuova base musicale?" mi sussurra il mio migliore amico, mentre Irama cerca di distrarre Vero.

"No è una cosa nostra, ma ora devo andare. Ciao brò" dico e senza ascoltare la sua risposta, mi allontano.

Sto rischiando molto con le menzogne e se salta fuori la verità, non penso che andrà tutto nel verso giusto. Mi avvicino all'ingresso e prima di entrare nella mia Audi, vengo raggiunto da Ivan.

"Hey Fè, sai che siete proprio carini tu e Vero? Un bacino lo vuoi dare anche a me?" ridacchia, facendo la voce buffa e lo scocco dei baci.

"Sei un coglione" sorrido dandogli un pugno delicato sulla spalla.

"Che forza, mamma mia" il suo tono è sarcastico.

"Sali in macchina o ti faccio vedere la vera forza" ridacchio e lui subito sale nell'Audi.

Mi siedo al posto del conducente e noto lo sguardo di Ivan che sembra un pò pensieroso. Quando fa quelle facce, un pò mi spaventa, perchè alcune volte si trasforma in vecchio saggio. Metto in moto e guido verso quel vicolo abbandonato, dove incontrai i ragazzi l'ultima volta che parlammo. Il viaggio sembra molto tranquillo, ma il silenzio viene interrotto da Ivan.

"Fede, hai parlato con i tuoi amici e Vero del tuo intervento nel nostro gruppo?" domanda.

"No, perchè?" inarco un sopracciglio.

"So che abbiamo delle regole, ma dovresti infrangerne una. Non puoi mentire agli altri a cui vuoi bene. Sai cosa successe tanti anni fa e dovresti parlare con loro. Ci rimanerebbero di merda se tu entrer-" lo interrompo dicendo "Non entrerò nel gruppo, vi sto solo dando una mano e so gestire bene la situazione. Non farò parte di voi, nemmeno dopo cento anni"

"Va bene" dice con tono flebile.

Su di noi piomba ancora il silenzio e so che ho risposto in maniera acida, quando lui si era solo preoccupato della mia vita sociale. Parcheggio la macchina e quando scendiamo, ci addentriamo in quello strano vicolo desolato. Veniamo circondati dagli altri e da Luca che tra le mani ha delle birre.

"Ragazzi, vi ho convocati qui perchè questa volta ci divertiremo un pò. Ho deciso di farci riprendere, mentre creiamo un murales e facciamo un pò di freestyle" dice Luca.

"Chi cazzo sa ballare il freestyle?" domanda Maia.

"Nessuno ed è per questo che ci registriamo, ridiamo un pò" dice il capo, distribuendo le birre, ma io non accetto.

"Federico, forza che non sei un bambino di tre anni. La tua fidanzatina non vuole che bevi?" ridacchia Luca.

"Chiudi quella cazzo di di bocca, verme" dico a denti stretti.

L'abbiamo fatto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora