153. Mattinata Piena Di Stranezze

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La sveglia del mio cellulare comincia a dedicarmi il suo straordinario buongiorno e con occhi ancora chiusi, cerco di alzarmi per spegnerla. Mi volto verso Fede e per mia fortuna non l'ho svegliato. Sono le sei e non vorrei che si alzasse a quest'ora solo per colpa mia che devo andare a scuola. Durante la notte, il mio cellulare ha squillato per moltissimo tempo, ma ero così assonnata che non volevo sentirlo e anziché chiuderlo, cliccavo solo il tasto del volume abbassato. Adesso però, voglio controllare chi era la persona che mi stava assillando. Sblocco il cellulare e sgrano gli occhi appena vedo le venti chiamate perse di mia madre. Solo ora mi ricordo che non le avevo detto che avrei passato la notte con Federico. Corro a prendere una felpe del merchandising di Ben e Fede, poi afferro un mio jeans da dentro lo zaino che avevo fatto prendere ieri sera al mio ragazzo. Lascio un bacio sulle labbra del mio ragazzo e corro fuori camera sua. Scendo di casa e richiamo mia madre, mentre comincio a correre per arrivare a scuola.

"Veronica, mi dici che fine hai fatto?" mi domanda mia mamma e dalla sua voce posso percepire che sia arrabbiatissima con me.

"Mamma scusa, stavo dormendo da Fede perchè ieri abbiamo cenato al ristorante" rispondo mordendomi l'interno guancia.

"Non mi sembra di averti dato il permesso di andare da lui" urla.

"Ma mamma è il mio ragazzo e posso dormire da lui quando voglio" dico con rabbia.

"Sei ancora minorenne e tu fai quello che dico io. Appena torni a casa ci sarà una bella punizione" continua ad urlare.

Non riesco nemmeno a risponderla che stacco la chiamata. Non capisco cosa gli prende, eppure sembrava che Fede ormai gli stesse simpatico e invece non lo sopporta. Mi ha rovinato la mattinata e per giunta alla prima ora c'è anche il professore di letteratura. Sbuffo e mi metto in marcia per raggiungere quella straziante struttura. Arrivo a scuola e mentre corro per le scale, mi scontro con la stessa ragazza dai capelli blu che vidi ieri con Ben.

"Perchè non vedi dove cazzo metti i piedi?" mi urla contro.

"Beh forse perchè tu-" vengo interrotta da Eva che dice "Carol vedi di calmarti che a scuola non sei nessuno"

Rimango a bocca aperta per il modo di rispondere della mia amica. Da quando l'ho conosciuta, era timidissima e nemmeno con me si apriva. Quella ragazza che adesso so il suo nome, ovvero Carol, senza aggiungere una sola parola, la guarda male e gli mima qualcosa che non riesco a capire. Mentre io continuo ad osservare Eva con sguardo confuso, la ragazza dai capelli blu va via.

"Eva..non mi aspettavo che tu avresti risposto così ad una persona" dico con ancora gli occhi spalancati.

"Vero, sei mia amica e non voglio che quella ragazza ti dia fastidio. Posso sembrare timida, ma quando si tratta di difendere i miei amici, faccio di tutto e tu pian piano mi stai facendo aprire con te. Ti devo confessare che nemmeno con il mio gruppo di amici sono così calma e meno timida" sorride e mi contagia.

"Grazie e fidati che ti farò aprire ancora di più" dico facendogli un occhiolino e lei ridacchia come risposta.

"Io vado in classe Vero" dice ed io annuisco.

Mi metto in marcia per arrivare nella mia classe, ma vengo urtata da Domenico che sembra essere agitato. Scende le scale con massima fretta ed esce fuori scuola. Certo che ultimamente, le persone stanno diventando strane o sono io cieca che non ho fatto ben caso al loro carattere. Osservo il pavimento per rimettermi in cammino e vedo una pennetta che forse sarà caduta a Domenico. Adesso, come gli è la restituirò? Questo sarà un bel dilemma. Osservo la pendrive e mi accorgo che intorno c'è lo scotch di carta che riporta la scritta 'MOF'. Questo nome mi ricorda alcuni tatuaggi e se forse al suo interno c'è proprio qualcosa che corrisponde a quella scritta? Vorrei sbirciarci, ma non posso. Ci penserò su quando passerò nel laboratorio di informatica. Quella scritta non mi convince per niente.

L'abbiamo fatto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora