157. Un Accordo

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Federico Pov's

Ivan mi aveva detto di aspettarlo in piazza verso le 20:00 ed io mi sto immaginando chi possa essere il loro nuovo capo. Voglio dire agli 'Artist Of The Night' che posso aiutarli solo per quanto riguarda il nascondere i dati, ma non voglio ricominciare con tutta la vecchia storia. Mi trovo a un passo dalla piazza e il mio telefono comincia a squillare, catturando la mia attenzione. Mi appresto a riconoscere il mittente e quando leggo che sia Veronica, quasi mi viene un infarto in questo preciso momento. Devo rispondere, ma se sente il rumore della macchine, si accorge che mi trovo in strada. Decido di staccare la chiamata e tramite messaggio, gli dico che non posso rispondere perchè sto registrando. Metto il silenzioso e con un sospiro, raggiungo la piazza. Nonostante sia buio, riesco a vedere Ivan che è vestito con abiti scuri. Mi avvicino a lui che mi saluta con delle pacche sulla spalla e con un mezzo sorrisino.

"Fede, non so come possono reagire i ragazzi" dice Ivan.

"Non ti preoccupare, so difendermi e ti ricordo che ero il vostro capo. Conosco meglio di qualsiasi altro alcuni di voi. Io avevo i vostri dati, ma come persona umile non ho mai sbirciato perchè scavavo nel vostro interiore, frequentandovi" prendo parola e lui annuisce.

"Seguimi" risponde, mettendosi in marcia.

Ci avventuriamo per le strade più spopolate e pericolose di Modena, fino ad arrivare in un vicolo con presente solo una strada piana, ma lunga. Non passano macchina e sono presenti solo due o tre lampioni accesi e qualcosina si riesce a vedere, anche se non del tutto. Ivan mi fa fermare, poi digita qualcosa sul cellulare.

"Ivan, se vuoi che ti aiuto a uscire da questo mondo non-" mi interrompe dicendo "Non abbandono un'opera di Picasso, ricordi? Non posso abbandonare i miei amici"

"Ivan, non sono amici se-" mi interrompe nuovamente, facendomi segno di stare zitto.

Sento una strana presenza e quando mi volto, vedo un ragazzo con una felpa nera, ma con al centro il disegno di una bomboletta spray bianca. Si posiziona davanti a noi, tenendo le braccia conserte. Prima che potessi proferire parola, si avvicinano altri ragazzi che cominciano ad accerchiare me ed Ivan. Non sono per niente agitato, questa scena l'ho già vissuta e non mi farò abbindolare ancora. Poso gli occhi su tutti i ragazzi e posso notare che alcuni visi non sono proprio cambiati. Quell'unico ragazzo che ha la bomboletta spray sulla felpa, fa un passo in avanti per raggiungerci.

"Ciao Federico" dice questo tizio che si abbassa il cappuccio, rivelandomi quei suoi capelli neri con un ciuffo riccio, quegli occhi traditori marroni e quel suo solito ghigno.

"L-Luca?" balbetto per la perplessità.

Luca Domigliano era il ragazzo più vivace del gruppo e aveva un'abilità a dipingere che era impressionante. Sapevo che se sarei andato via, andava a lui il titolo di capo. Insieme facevamo le peggio cose, come giocare alle slot e ficcarci nei casini per quanto riguarda la pittura.

"Sì. Voglio fare un piccolo appello ai nuovi del gruppo. Ragazzi, lui è Federico, un vecchio capo ormai traditore che aveva infranto il giuramento di rispettare le nostre regole e aveva deciso di svignarsela per lasciarci soli" dice a tutti ed io posso notare gli sguardi pungenti degli latri che mi colpiscono.

"Ivan, perchè l'hai portato qui se è stato così?" domanda una ragazza.

"Perchè-" interrompo la parola al mio amico, dicendo "Ho riconosciuto di non essere stato leale a lasciarvi così soli e a farvi affrontare i miei danni che avevo causato. Voglio che sappiate di poter contare su di me per risolvere la faccenda di tenere al sicuro le pendrive"

L'abbiamo fatto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora