3

11.7K 305 727
                                    

E non è un caso. Non è mai un caso. Ci si incontra. Dove e quando le anime decidono.

Angelo De Pascalis

«Eccoci arrivate.» Furono le parole di Amber nel momento in cui finalmente parcheggiò l'auto di fronte un bar chiamato Jace's - dotato di un'insegna a neon rossa - dal quale proveniva della musica udibile persino dall'esterno.

Non aveva del tutto l'aria di essere un locale a modo; al contrario, dava davvero l'impressione di essere  uno dei tanti luoghi pre-party presenti a Mcmnnvillle, e quindi un posto tutt'altro che tranquillo.

Ciò fu appurato ancor di più nel momento in cui, una volta scesa dall'auto, vidi parecchie coppie occupate a compiere effusioni di vario tipo sui cofani di macchine qualsiasi, incuranti di essere visti... Come se il pudore, per loro, fosse davvero l'ultima cosa di cui preoccuparsi.

Un po' meno elettrizzata rispetto all'inizio - visto il luogo in cui mi trovavo - cominciai a dirigermi insieme ad Amber verso l'ingresso del locale. Non appena entrammo, però, ci vennero addosso dei ragazzi probabilmente ubriachi, il cui odore   - mischiato a quello di erba - mi fece arricciare il naso.

Nonostante i comportamenti alquanto squallidi delle persone presenti, dovevo ammettere però che il posto all'interno non era poi così male, e ciò probabilmente grazie alla luce soffusa che riusciva a trasmettere un'accoglienza immediata, o al piccolo j-box situato proprio accanto all'entrata, da cui venivano trasmesse canzoni abbastanza carine, o, ancora, grazie ai colori caldi e tenui che rendevano l'ambiente abbastanza confortevole.

«Non avevi detto che questo era un luogo tranquillo?» Domandai, scrutando a fondo tutte le persone che non facevano altro che toccarsi, bere, o addirittura sniffare.

«Lo è.» Risponse di getto, senza guardarmi, allungando il collo e facendo saettare gli occhi da una parte all'altra del locale, come se stesse cercando qualcuno.

«A me sembra più un ritrovo per alcolizzati e drogati.» Parlai forse con troppo disprezzo, tuttavia posti del genere, e soprattutto persone del genere, non mi erano mai piaciute, e mai lo avrebbero fatto.

«Ma guarda chi c'è!» Pronunciò d'improvviso una voce a me sconosciuta, ma ad Amber molto familiare, considerando il modo in cui i suoi occhi si illuminarono e il suo sorriso si apliò sempre di più nel vedere la figura che si incamminava verso di noi.

Si trattava di un ragazzo abbastanza alto, che afferrò i fianchi della mia amica per poi avvicinarla repentinamente a sé, facendo aderire interamente i loro corpi e persino le loro labbra.

Amber ricambiò quel bacio e quel contatto alquanto intimo senza alcuna esitazione, facendo scivolare una mano tra i suoi capelli castani e sorridendo sulla sua bocca.

Rimasi a fissarli con le labbra schiuse e le sopracciglia inarcate, confusa e spiazzata, attendendo che mi degnassero di un po' di attenzioni. Tuttavia, quado capii che le cose sarebbero andate per le lunghe, mi schiarii a disagio la voce, portando entrambi i loro sguardi divertiti - e ancora pieni di un desiderio non del tutto soddisfatto - su di me.

«Scusa, Betty.» Mormorò Amber, passandosi una mano sulla bocca, bagnata dalla saliva del ragazzo accanto a lei. «Lui è Kevin.» Fu quando pronunciò il suo nome che riuscii a capire chi avessi davanti: il tipo in questione faceva infatti parte del gruppo di amici di Amber, e da un po' di tempo sembrava essere diventato anche il suo personale passatempo.

La mia amica mi aveva spesso parlato di lui e degli altri ragazzi - che io non avevo mai avuto l'occasione di incontrare. Amber li considerava come dei fratelli maggiori. Si conoscevano infatti da tanto tempo e nell'ultimo periodo mi aveva molte volte ripetuto che prima o poi avrei dovuto incontrarli anche io per appurare personalmente quanto fossero uno spasso, tuttavia la parte più introversa di me mi aveva sempre impedito di cercare anche solo un minimo approccio con loro, portandomi a immaginarli solo tramite i numerosi racconti di Amber.

ToxicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora