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E tenetevele strette quelle persone capaci di farvi sorridere il cuore e ridere l'anima

Arya E Wolf

Elizabeth

«Sai cosa significa questo?» Fece scendere la mano sul mio sedere, per poi strizzarmelo senza ritegno. Dopodiché mi diede uno schiaffo sulla natica. «Ti tocco solo io.» Si posizionò  sopra di me e mi allargò le gambe, per sistemarsi col bacino lì in mezzo. «Ti scopo solo io.» Mi avvolse la gola con una mano e posò la bocca sulla mia gola, alternando morsi a baci e leccate.

«Ah...» Gemetti timidamente quando la sua erezione mattutina, già dura ed eretta, mi premette proprio lì sotto.

«Chiunque ti toccherà...» Mi sussurrò all'orecchio con voce roca. «Morirà.» Quando lo disse, mi guardò dritta negli occhi, per imprimermi nella testa quelle parole. Con le unghie andai a graffiargli la schiena ampia, che mi ricopriva interamente. «Da ora appartieni a me.»

Ed era davvero così: ormai c'ero dentro con tutta me stessa.

Sapevo che dal momento in poi non sarei potuta tornare indietro e che ora  tutto sarebbe inevitabilmente stato diverso.

«Brandon...» Ansimai il suo nome, portando in alto il bacino e gettando la testa all'indietro.

«Ora dammi un bel buongiorno, biondina... C'è qualcuno qui che ha bisogno delle tue attenzioni.»

Sfacciatamente mi prese la mano e se la portò proprio sull'erezione, al che granai gli occhi e arrossii terribilmente.

Oddio...

«Lo vedi quanto sono eccitato per te?» Strofinò il naso sul mio collo, mentre il suo membro mi pulsava nella mano.

«Sì...» Gemetti, ormai in condizioni ben peggiori di lui. Già fradicia e bollente.

Quando però andai ad accarezzargli la spalla con la mano libera, ecco che toccai qualcosa che mi fece rizzare le orecchie.

«Ma che...» Non appena aprii gli occhi, notai un dettaglio che mi era sfuggito la notte scorsa.

Attorno al suo braccio era infatti avvolta una benda... insanguinata.

«Brandon... che hai fatto?» Aggrottai le sopracciglia e mi allarmai all'istante.

«Niente. Lascia perdere.» Mi accarezzò col pollice il labbro inferiore, tuttavia decisi di non starlo a sentire.

«No.» Mi sollevai con un cipiglio in volto, ormai tremendamente preoccupata, e mi misi seduta. «Perché hai una ferita sul braccio? Te la sei procurato ieri notte?»

A quel punto, Brandon si spostò e si gettò di schiena accanto a me, sbuffando sonoramente.

«Sì.» Rispose scocciato, portando un braccio sulla testa e alzando gli occhi al cielo.

A quel punto afferrai dai piedi del letto la sua maglietta e me la infilai in fretta, scioccata dal fatto che mi fossi accorta di quel dettaglio solo ora.

La scorsa notte ero stata talmente presa dall'euforia e dall'eccitazione che non avevo prestato attenzione a nulla.

«Che ti è successo?» Deglutii impaurita.

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