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La sua presenza era come una droga. Io aspiravo ogni suo respiro, diventavo estasiata a ogni sua parola... E mi ammalavo sempre di più a ogni suo sguardo.

Elizabeth Williams - Arya E Wolf

Elizabeth

Nel giro di poche ore avevo cambiato umore circa una dozzina di volte.

Mi ero svegliata euforica dopo una notte intensa, per poi diventare sconfortata. Dopodiché mi ero sentita leggera - durante l'uscita con Jacob - e in seguito preoccupata.

Anzi, terrorizzata.

Terrorizzata quando avevo sentito i primi spari.

Terrorizzata quando avevo intravisto gli invitati di quell'asta scappare via.

Terrorizzata dall'idea che qualcuno dei ragazzi fosse in pericolo.

Terrorizzata dal solo pensiero che Brandon non stesse bene.

Tanta era la paura che incombeva in me, mentre stavo nella macchina di Jacob - fuori da villa Edwing - che avevo persino pensato di fiondarmi in quella casa.

Fortunatamente la ragione mi aveva distolta da un'idea masochistica quale quella di raggiungere cinque criminali atti a fare una rapina...

E allora avevo atteso, con l'ansia a fior di pelle e la preoccupazione che impediva persino al sangue di raggiungere il cervello.

Quando però poi avevo finalmente visto il volto del mio adone ammaliatore uscire da quel buco infernale, il mio cuore aveva ripreso a battere.

L'unica cosa che avevo voluto in quel momento era stata stringerlo forte a me e non lasciarlo più.

Avevo temuto di non rivederlo più, ed era stata una sensazione orribile.

Sebbene però il mio cuore avesse cominciato a pompare a mille - nel scoprirlo sano e salvo - beh... quando era iniziato quell'inseguimento i battiti erano definitivamente cessati e quel muscolo informe si era staccato direttamente dal petto.

Avevo finalmente scoperto cosa significasse sentirsi viva, mentre sfrecciavo sull'asfalto. Mi ero persino ritrovata dinanzi alla necessità di dover definitivamente scacciare via la paura di guidare, nata a seguito dell'incidente di mio padre.

Ero finalmente riuscita a prendere la piena consapevolezza di come ci si sentisse a provare brividi lungo tutto il corpo, a sentire l'adrenalina scorrere a mille nelle vene...

Era stata una sensazione fantastica.

Sapevo che ciò che avevamo fatto non era giusto, concepibile, giustificabile, e che chiunque lo avrebbe ritenuto moralmente inadatto.

Dopotutto, avevo visto Brandon all'azione... E non ci era affatto andato giù leggero.

La prima volta in cui avevo assistito a una rapina dei ragazzi - da Katelyn Spring - era stato diverso da ciò che era successo quella sera.

Quella volta infatti non c'erano stati spari, feriti, morti, esplosioni, inseguimenti o auto incidentate.

Avrei dovuto sentirmi una persona orribile, eppure tutto ciò che riuscivo a pensare era a quanto Brandon mi stesse aiutando a uscire dal mio guscio.

Avevo sempre pensato che per rompere la cupola di vetro - che mi aveva sempre tenuta rinchiusa - avrei dovuto sollevarla e avere calma, pazienza, raziocinio.

Brandon invece mi stava insegnando che l'unico modo per liberarmene sarebbe stato quello di romperla a suon di pugni.

Era strano tutto ciò che mi stava accadendo quell'estate.

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