(canzone consigliata: airplanes - B. O. B feat Hayley Williams of Paramore)
Lo cercherai ancora, inutile negarlo. E in mezzo alla gente avrai l'ansia di incontrarlo, come la prima volta che l'hai visto e l'ultima volta che l'hai perso.
Fabio Volo
Elizabeth
Un mese dopo...
«Forza, Elizabeth. Ce la fai.» Mormorò la figura accanto a me. «Non ti fermare.»
Affannata, continuai a colpire il sacco davanti a me. Un pugno dopo l'altro, senza sosta.
Gancio destro, montante sinistro. Diretto destro, gancio sinistro. Colpo basso, colpo alto.
«Bravissima.» Due mani mi si posarono sui fianchi, ma come una molla scattai di lato.
Non appena mi voltai verso Colin - il mio istruttore di boxe da circa un mese - scorsi la sua espressione a disagio. «Scusami. Niente mani.» Fece un passo indietro e sorrise.
Nonostante fosse passato un mese ormai da quella notte terribile - in cui il mio corpo era stato saccheggiato della propria intimità - ancora non riuscivo a farmi toccare da nessuno.
Ero diventata ancora più fredda e distaccata, e soprattutto incapace di sopportare qualsiasi tocco maschile.
«Per oggi abbiamo finito?» Gli domandai, con il petto completamente sudato e il respiro affannato per l'allenamento intenso.
Lui annuì e mi aiutò a sfilarmi i guantoni di mano. «Sì, ci vediamo domani, stessa ora.» Mi fece un occhiolino, accompagnato da un sorrisetto amichevole, che però io non ricambiai.
Sebbene fosse infatti un biondo di ventuno anni ben piazzato, non avevo alcuna intenzione di ricambiare il suo evidente interesse nei miei confronti.
Per me rimaneva solo il figlio del proprietario della palestra di boxe in cui mi ero rifugiata un mese fa, per scappare dai ricordi.
Dopo la violenza subita, infatti, avevo avvertito la necessità di sentirmi più forte e sfogarmi con la violenza si era rivelato un ottimo modo per superare in parte il trauma subito.
Trauma che aveva cambiato ogni cosa della mia vita.
Avevo infatti detto addio all'Elizabeth gentile, ingenua e fragile.
La dolcezza era stata sostituita dalla freddezza, il luccichio nei miei occhi era stato spazzato via dal vento dell'indifferenza e il mio cuore ammaccato aveva definitivamente cessato di funzionare.
Accantonare definitivamente tutte quelle emozioni che mi avevano provocato solo sofferenza, mi aveva permesso di sopravvivere al dolore.
E un aiuto fondamentale era stata paradossalmente proprio mia madre, che, proprio come previsto, mi aveva aiutata a costruire il suo stesso muro di ghiaccio.
Dopotutto, lei aveva già vissuto tutto quel dolore - quando aveva scoperto il tradimento di mio padre - perciò mi aveva fatto un discorso di cui avevo fatto tesoro: «Se non vuoi che il mondo ti schiacci, mostrati talmente fredda da rendere a chiunque impossibile spezzarti. Se hai conosciuto l'inferno, non potrai andare più giù; niente ti potrà fare più male di così. L'unico modo per sopravvivere in questa vita è attaccare per prima. Non hai niente da perdere, perciò stringi i denti e vai avanti, senza voltarti mai.»
Dopodiché anche lei era tornata la solita di sempre e io mi ero ritrovata completamente da sola, costretta a chiudere le porte del mio cuore per sempre.
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Toxic
Romance«Sono i cinque ladri più temuti di tutto l'Oregon state. Chiunque entra a far parte del loro gruppo, diventa automaticamente intoccabile...» Elizabeth Williams, una ragazza di diciannove anni che soffre di ansia sociale, tremendamente insoddisfatta...