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E mentre voi ammirate i vostri bravi ragazzi, i vostri eroi... Io rimango tra le braccia del mio cattivo a guardare il mondo bruciare.

Arya E. Wolf

Brandon

«Hai avvisato gli altri di raggiungerci?» Chiesi a Jacob, con le mani poggiate sul tavolo in legno.

In risposta lui annuì e scese gli ultimi gradini della scala del seminterrato, dove ero chiuso da ore ormai.

Quella mattina mi ero infatti svegliato verso le quattro e mezza per progettare la rapina; avevo ideato il piano e ragionato a lungo su qualsiasi minimo particolare che potesse andare storto, su qualsiasi intoppo o possibile cambio di programma ... e in seguito avevo chiamato anche Jacob per ultimare con lui gli ultimi dettagli.

Ogni volta, infatti, prima di ogni colpo io gli spiegavo il piano e lui mi appuntava tutti i punti lasciati scoperti e a cui non avevo pensato durante la progettazione.
Così, per non tralasciare nessun particolare, ragionavamo insieme per trovare una soluzione e ideare dei modi per uscirne fuori.

Continuavamo così per ore e ore, fino a quando ogni cosa non era al suo posto, proprio come se stessimo completando un puzzle da migliaia di pezzi, da cui ci staccavamo solamente quando ognuno era incastrato alla perfezione.

Dopo ore e ore passate in quella cantina, eravamo ormai provati dalla stanchezza, ma non ci restava altro da fare se non spiegare tutto ai ragazzi.

Proprio in quell'istante uno a uno scesero dalle scale - già pronti e concentrati - e come da prassi si disposero ognuno a un lato di quel tavolo quadrato, accanto a me e a Jacob.

«Allora...» Iniziai disponendo sul tavolo la cartina di Portland, in cui sarebbe avvenuta la rapina. «Domani sera arriverà al porto di Portland il carico delle armi che stiamo cercando.» Cerchiai con un pennarello rosso il punto in questione, rappresentato sulla mappa. «Noi dovremmo prenderle prima che vengano imbarcate sulla nave e spedite altrove.»

«Chi è che le vuole far sparire?» Domandò Kevin, incrociando le braccia al petto.

«Morgan Johnson. A quanto pare, aveva stretto degli accordi con Edwing prima che morisse. Avevano progettato insieme di rubare l'armamento di Clark, probabilmente per competizione.»

Stentavo a credere che quella fosse l'unica causa, tuttavia - nonostante avessi intuito che ci fosse qualcosa che non tornava - non avrei avuto tempo di rifletterci in quel momento.

C'erano ancora tante domande alle quali non riuscivo a dare delle risposte, e presto avrei indagato personalmente sui rapporti che intercorrevano tra Edwing, Johnson e Clark, ma solo dopo la rapina. Dubitavo infatti che il loro fosse un puro conflitto di interessi.

A ogni modo, proseguii a spiegare il piano ai ragazzi, con le mani sulla cartina. «Avranno bisogno di nove container per poter trasportare tutte le armi, quindi giungeranno al porto con cinque camion di grossa portata, facilmente riconoscibili.» Alternai lo sguardo da ognuno dei ragazzi, prima di continuare. «Dovrebbero arrivare per le otto e mezza, ma Warren hackererà i semafori stradali in modo da rallentarli.» Cerchiai col pennarello le strade su cui sarebbero passati, mentre Warren annuiva.

«Perché ritardare l'arrivo?» Chiese Lucas, aggrottando le sopracciglia.

«Perché è più comodo e discreto. Li faremo arrivare esattamente nel momento in cui gran parte dei poliziotti saranno impegnati a tenere sott'occhio l'area in cui si terrà un convegno delle maggiori potenze politiche. Per mettere in pratica un trasferimento di tonnellate di armi illegali è necessario dirottare la loro attenzione altrove.»

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