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Talvolta risulta impossibile capire se i momenti in cui ci sentiamo fuori di noi siano in realtà quelli in cui siamo più noi stessi di quanto non lo siamo mai stati.

Arya E Wolf

Elizabeth

«Brandon romantico?» Proruppe Amber, quasi strozzandosi con il cocktail alla fragola che stava sorseggiando.

«E anche dolce...» Aggiunsi sorridendo.

«Dolce?» Sgranò gli occhi, urlando ancora di più.

«E delicato...»

A quel punto, alla mia amica andò la saliva di traverso e cominciò a tossire senza un freno, tanto che - preoccupata - mi precipitai da lei.

Quel pomeriggio ci eravamo recate nella spa di un noto resort di McMinnville, per trascorrere una giornata in totale relax, immerse in una vasca d'acqua a sorseggiare qualche drink e ad aggiornarci su tutto.

Non appena le avevo raccontato della sorpresa che la sera prima Brandon mi aveva fatto - portandomi a Canon Beach - lei ne era rimasta a dir poco allibita.

«Sei sicura che stiamo parlando della stessa persona, Betty?» Domandò ancora incredula, poggiando i gomiti sul bordo di quella piscina idromassaggio al coperto.

«È così difficile da credere?» Alzai le sopracciglia, divertita.

«Beh, sì, considerando il fatto che quel ragazzo è sempre stato uno stronzo patologico.» Rispose, giocherellando con la cannuccia del suo cocktail. «È il mio migliore amico, ma ho sempre pensato che nel suo organismo ci fosse una quantità di bastardaggine superiore alla riserva di oro nazionale...»

Sbuffai una risata. «Anch'io l'ho pensato la prima volta che l'ho visto, e spesso si comporta ancora così, ma...» Mi persi a fissare un punto casuale dell'acqua, pensando a quanto diavolo mi facesse stare bene. «non lo so, è... diverso con me.»

Non sapevo ancora cosa avessi di speciale per essere riuscita a conquistare l'interesse di una persona come Brandon, ma... mi piaceva.

«Ti sei guadagnata la sua fiducia, Betty. Non perderla.» Mi sorrise Amber, portandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita allo chignon. «Brandon non fa entrare tutti nella sua vita, ma quando succede dà tutto sé stesso.»

Ed era vero.

Nonostante infatti potesse sembrare una persona fredda e cinica, quando apriva il suo cuore si aspettava tanto in cambio.

E io avrei fatto di tutto per mostrarmi all'altezza del suo interesse.

«D'altronde, amica mia, tu saresti in grado di addolcire persino una vipera velenosa...» Aggiunse, facendomi l'occhiolino.

Non appena pronunciò quelle parole, però, si immobilizzò all'istante.

Raddrizzò infatti di scatto la schiena e sgranò gli occhi.

«Oh, cazzo!» Proruppe d'improvviso, facendomi sussultare.

«Che c'è?» Mi stranii quando scorsi un sorriso affiorare sul suo viso.

Anziché rispondermi, però, lei mi prese il viso tra le mani e mi stampò un bacio sulla guancia, entusiasta.

«Ce l'ho!» In fratta e furia uscì dall'acqua, mentre mille domande sbocciavano nella mia testa.

«Che cosa?» La seguii a ruota, osservandola mentre si fiondava sulla chaise longue per prendere un'accappatoio. «Amber! Mi rispondi?»

Dopo essersi asciugata le mani, afferrò il suo telefono e cominciò ad inviare dei messaggi a raffica, lasciandomi ancora in un limbo di dubbi e curiosità. «So finalmente come farla pagare a quelle due troie.»

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