E s'abituava a disfarsi di tutto, pur di non avere più niente da perdere.
Goethe
(canzone consigliata: hold on - Chord Overstreet)
Brandon
Caos.
Era tutto ciò che c'era nella mia mente da quando Elizabeth era stata presa.
Caos.
Era ciò a cui pensavo quando la mia mente viaggiava verso scenari che mi facevano andare completamente fuori di testa.
Caos...
era ciò che avrei combinato a Morgan, a Nathan, ai suoi cazzo di uomini e a chiunque mi aveva portato via la mia Beth.
Nessuno sarebbe stato risparmiato.
Ancora riuscivo a ricordare i suoi occhi che mi imploravano di non fare cazzate, le lacrime che le rigavano il viso, il terrore dipinto sul suo volto, la pistola puntata sulla sua testa...
No.
Quel bastardo di Nathan non avrebbe mai dovuto spingersi così oltre.
Non con me e non tantomeno con lei.
Lei che avrei dovuto tenere fuori da tutta la mia merda, lei che adesso rischiava la vita, lei che in quel preciso istante si trovava da qualche parte con quei figli di puttana... solamente per colpa mia.
Da quando l'avevamo persa e ci eravamo allontanati dal porto di Portland - per portare le armi a Salem come previsto - non c'era stato un solo istante in cui i sensi di colpa non mi avevano mangiato vivo, specialmente quando poi avevo acceso il telefono e avevo scoperto le dozzine di messaggi che Beth mi aveva inviato.
Messaggi in cui mi spiegava tutta la situazione, in cui mi avvisava della presunta trappola di Nathan e in cui mi comunicava che sarebbe venuta a Portland lei stessa.
Cristo, che coglione.
Accanto ai sensi di colpa, però, serpeggiava in me anche un'altra emozione tremendamente pericolosa.
La rabbia.
E nella mia testa un'unica parola si ripeteva come un mantra: vendetta.
Di quelle tremende, meschine, crudeli, che riuscivano a nascere solamente nelle menti più spietate e disumane. Centinaia delle torture più atroci affioravano infatti dentro di me,pronte per essere testate su quel figlio di puttana di Nathan Johnson.
In ogni caso, quando io e i ragazzi eravamo arrivati a casa - circa alle quattro di notte - Kevin aveva avvisato Amber di tutta la situazione e lei era corsa da noi inferocita e pronta a fare qualsiasi cosa per riportare Elizabeth a casa. Aveva cominciato a urlare e a imprecare di continuo, prendendosela con la sua amica, con noi e persino con sé stessa per non essersi accorta di nulla.
«Io l'ho sempre odiato quel figlio di puttana... Dio, appena lo troverete vorrò tagliargli le palle e fargliele ingoiare!» Era ciò che diceva tra la rabbia e la disperazione.
Kevin tentava di calmarla, mentre Lucas - al contrario - le dava ancora più corda, sferrando calci a qualsiasi mobile gli capitasse davanti.
«Dovevamo fare qualcosa, cazzo!» Urlò proprio in quell'istante il biondo. «L'abbiamo lasciata lì da sola con un pazzo disposto a piantarle una pallottola nel cranio! L'avevamo davanti agli occhi, potevamo trovare un modo per riprenderla!» continuò, mentre faceva avanti e indietro per il soggiorno.
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Toxic
Romance«Sono i cinque ladri più temuti di tutto l'Oregon state. Chiunque entra a far parte del loro gruppo, diventa automaticamente intoccabile...» Elizabeth Williams, una ragazza di diciannove anni che soffre di ansia sociale, tremendamente insoddisfatta...