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L'uomo non è fatto per la sconfitta.
Un uomo può essere distrutto, ma non sconfitto.

Ernest Hemingway

Se non vi piace la violenza, non leggete questo capitolo🖐️

Canzone consigliata: Believer - Imagine Dragons

Brandon

«Le hai caricate tutte?» Chiesi a Lucas, poggiando le mani sui fianchi e guardando tutte le pistole poggiate sul tavolo davanti a me.

«Tieni.» Rispose lui, passandomi una Cabot moonshot, appena pulita e controllata.

Non appena presi in mano quell'arma, immaginai di usarla contro quel bastardo di Walter.

Erano infatti circa le undici e mezza di sera, e a breve avremmo avuto un incontro con Edwing.

Si trattava per lo più di un'imboscata parecchio rischiosa, in cui erano coinvolte dozzine e dozzine di uomini.

A Clark erano infatti state concesse quarantotto ore per decidere se vendere me e i ragazzi, e quella sera teoricamente sarebbe dovuto avvenire il fatidico scambio... ma naturalmente era stato ideato un piano. Essere infatti minacciati e farsi mettere sotto scacco non era ammissibile.

Non era affatto nel nostro stile.

La vendetta sarebbe infatti stata decisamente più soddisfacente. Quella notte sarebbe stata parecchio sanguinosa e avrebbe visto sfumare via parecchie vite.

E sebbene la probabilità di beccarsi un proiettile in pieno petto sarebbe stata molto alta, non mi sarei tirato indietro.

Morivo dalla voglia di uccidere personalmente quel pezzo di merda di Edwing, che aveva trattato me e i ragazzi come dei fottuti burattini, da poter far fuori quando voleva.

Proprio in quel momento, io e i ragazzi ci trovavamo in un vecchio supermercato fallito di Mcmnville, impegnati a caricare, pulire e sistemare tutte le pistole e i fucili necessari per quella missione.

La stanza era gremita di criminali, tra ladri e assassini, provenienti da tutto l'Oregon State: Portland, Salem, Albany, Roseburg, Dallas, Astoria, Coos Bay...

Ma otre agli uomini di Clark, con noi c'erano anche quelli di Drake - il suo gemello - il quale aveva provveduto a inviare direttamente da Los Angeles tutti gli scagnozzi e le armi necessarie.

Alcuni di loro si sarebbero appostati davanti a villa Edwing, con compiti ben precisi, invece noi altri avremmo raggiunto un magazzino abbandonato di Mcmnville, ovvero il luogo in cui era stato organizzato lo scambio.


E in cui teoricamente noi Blackfires saremmo passati in mano a Edwing.

La tensione nell'aria era palpabile, così come l'adrenalina presente in ognuno di noi. Fremevamo infatti dalla voglia di mettere finalmente un punto a quella situazione di merda.

Così, dopo esserci tutti armati, uscimmo da quel vecchio supermercato e ci dirigemmo verso i furgoni parcheggiati lì davanti.

Io, i ragazzi e Clark saremmo andati nella stessa auto, in un suv nero, invece tutti gli altri avrebbero raggiunto solo in un secondo momento il luogo dell'incontro, per fornire l'effetto sorpresa.

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