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Se c'è una cosa che si deve sempre prevedere, è l'imprevisto.

Victor Hugo

Ero esterrefatta.

Nathan era davanti a me con alle sue spalle tre ragazzi che conoscevo di vista e di nome ma con cui non avevo mai avuto alcun tipo di rapporto - sempre a causa della mia timidezza e del mio essere restia a fare conoscenza. I tre ragazzi in questione erano Jeremy - nonché compagno d'infanzia del mio ex - Cameron - suo cugino di primo grado - e Michael - il suo amico più intimo e fidato.

Non sapevo minimamente cosa fossero venuti a fare, né come conoscessero quell'indirizzo.

«Tu che diavolo ci fai qui?» Domandò Nathan, guardandomi con occhi colmi di rabbia.

Che diavolo ci faceva lui lì.

Lo osservai sbigottita, cercando di spiegarmi la sua presenza e tentando di trovare un senso a tutta quella situazione.

Non riuscivo credere che si fosse presentato a casa del ragazzo con cui ieri aveva fatto a botte.

Voleva ripetere l'episodio della notte scorsa? Come sapeva dove abitava Brandon? Era per caso già stato altre volte lì?

Decine di domande, a cui non sapevo trovare risposte, mi vorticavano nella testa, confondendomi sempre di più.

«Potremmo chiederti la stessa cosa.» Ribatté Amber interdetta accanto a me.

«Stai davvero con quel coglione?» Continuò lui, ignorando le parole della mia amica e serrando la mascella. «Te la fai con lui adesso, non è così? Non hai perso tempo...»

Aggrottai le sopracciglia, non capendo.

Si riferiva a Brandon? Pensava seriamente che lo stessi frequentando?

Non ero come lui. Non mi bastavano pochi secondi per dimenticare una relazione di nove mesi.

Ciò che mi fece più male però furono i suoi occhi colmi di sdegno e di disgusto...

Perché davo un'impressione sempre sbagliata alle persone?

Era forse colpa mia?

Le solite paranoie tornarono a farsi spazio dentro di me, non concedendomi neanche un attimo di tregua.

«C-che dici? No!» Esclamai subito. «Anche se fosse, non vedo perché dovrebbe importartene.» Dissi alla ricerca di una maschera di odio e di rabbia che mi calzasse a pennello e che gli facesse capire che non avrei più voluto avere niente a che fare con lui.

«Allora cosa cazzo ci fai a casa sua?» Continuò, arrabbiato più che mai.

Mi stava davvero parlando in quel modo? Era stato lui a tradirmi con ben due ragazze, non io! Gli ero sempre stata fedele, nonostante le mancanze di rispetto e le insicurezze che puntualmente mi faceva venire quando mi paragonava ad altre, e lui in cambio mi sbraitava addosso?

«Non ti deve nessuna spiegazione, razza di imbecille che non sei altro. Tu, piuttosto, che esigi tante risposte, perché non ne dai una a noi?» Si mise in mezzo Amber, consapevole di quanto non sopportassi le persone che mi urlavano contro. «Come diavolo sai dove abitano i miei amici?»

A quel punto Nathan infilò la mano nella tasca posteriore del jeans e tirò fuori un portafoglio, non interrompendo neanche per un secondo il nostro contatto visivo. Dopodiché lo gettò a terra, davanti a me, prima di dirmi: «Al tuo nuovo fidanzatino ieri è caduto questo. Dentro c'era la carta d'identità con su scritto l'indirizzo di questa cazzo di casa. Ho scoperto in questo modo dove abita, non è stato difficile. Dopo ieri, avevo una voglia matta di spaccargli la faccia...»

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