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Trova ciò che ami e lascia che ti uccida.

Charles Bukowski


🔴🔴🔴🔴

Brandon

Dopo il disastro che era stato la mia adolescenza, e la morte dei miei genitori, dentro di me, tempo addietro, si era piantato un muro di ghiaccio puro, in grado di farmi distaccare da qualsiasi situazione vivessi. Mi era servito per sopravvivere nel mare di squali in cui ogni giorno ero costretto a nuotare; per permettermi di uccidere senza un minimo di esitazione e piantare pallottole nelle teste delle persone senza alcun rimorso, ma soprattutto per impedirmi di fidarmi e affezionarmi a qualcuno.

Fatta eccezione per i miei amici, infatti, non avevo mai permesso a nessuno di entrare nella mia vita o tantomeno in quel muscolo al centro del petto di cui spesso avevo dimenticato l'esistenza.

La mia freddezza era sempre stata necessaria nel mondo di criminali e sicari di cui facevo parte. Un mondo in cui, per non morire, l'unica regola da tenere in considerazione era quella di uccidere per primi, e in cui affezionarsi a una persona sarebbe equivalso inevitabilmente all'avere un punto debole.

E sapevo bene che i punti deboli avrebbero sempre e solo portato a un unico epilogo: la morte.

Non avevo mai permesso che ciò accadesse... fino a quando, in una sera di luglio, nella mia vita non era entrata una bionda in grado di lasciarmi completamente senza respiro e abbattere qualsiasi consapevolezza precedente.

Colei che era ormai diventata la mia Elizabeth. Il mio punto debole.

Per quante volte infatti l'avessi allontanata, lei non aveva mai mollato, e con determinazione si era impiantata dentro di me, in punta di piedi e con una delicatezza tutta sua.

Senza alcuno sforzo, piano piano, aveva catturato completamente la mia attenzione, al punto che ora tutto ciò a cui riuscivo a pensare era lei.

La mia testa era infatti ormai invasa dal suo sorriso, dalla sua risata, dai suoi occhi, dal suo viso e dalla sua voce... e non avrei mai voluto che questo cambiasse.

Il pensiero fisso di Elizabeth mi dava  benessere, e sapere di avere lei nella mia vita riusciva a darmi un motivo per alzarmi la mattina. Ogni notte che non passavamo insieme mi addormentavo immaginandola accanto a me e ogni dannata mattina il mio primo pensiero era quello di sentire la sua voce.

Ero ormai arrivato a un punto di non ritorno. Un punto in cui stavo male se litigavamo, e in cui mi sentivo uno schifo se lei soffriva.

E non mi era mai successo prima.

Mai nella mia vita infatti avevo sofferto per la perdita di qualcuno... ma ora la sola idea di perdere Elizabeth mi terrorizzava.

Non appena infatti la mattina precedente se n'era andata via - incazzata e ferita come non mai - mi ero sentito una merda. Avevo persino mandato a fanculo tutti i ragazzi  - che erano scesi preoccupati a chiedermi cosa fosse successo - ed ero uscito con la voglia di prendere a pugni qualcuno.

Ero poi andato in un bar, per distrarmi dal pensiero costante di quella biondina pericolosa. Sebbene però una sana scopata mi avrebbe aiutato a dimenticare ciò che fosse successo, non appena diverse ragazze mi si erano avvicinate, io senza esitazione le avevo rifiutate tutte, dalla prima all'ultima... Perché l'unica che avrei voluto non era lì.

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